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Indennità di esproprio: il valore del terreno

Una proprietaria terriera ha richiesto una maggiore indennità di esproprio, sostenendo che il suo terreno agricolo, destinato alla costruzione di un ospedale pubblico, dovesse essere valutato come edificabile. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’indennizzo deve basarsi sul valore di mercato effettivo. Poiché un vincolo conformativo impediva l’edificazione da parte di privati, il valore del terreno è stato correttamente calcolato in base al suo uso agricolo e non a un potenziale edificatorio fittizio.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indennità di Esproprio: Come si Calcola il Valore di un Terreno?

La determinazione della giusta indennità di esproprio è una questione complessa che contrappone l’interesse pubblico alla tutela della proprietà privata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: il valore di un terreno espropriato per la realizzazione di un’opera pubblica deve essere calcolato in base al suo valore di mercato effettivo, e non su una potenziale edificabilità fittizia. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne le implicazioni.

I Fatti del Caso: L’Esproprio del Terreno Agricolo

Una Azienda Sanitaria Locale espropriava un terreno di oltre 22.000 mq, coltivato a oliveto e vigneto, per la costruzione di un nuovo ospedale. La proprietaria del terreno si opponeva all’indennità proposta, ritenendola troppo bassa. Secondo la sua tesi, sebbene il terreno fosse agricolo, ricadeva in una zona urbanistica destinata a servizi pubblici e doveva quindi essere considerato ‘legalmente edificabile’ ai fini del calcolo dell’indennizzo, con un valore decisamente superiore a quello agricolo.

La Corte d’Appello, però, respingeva la richiesta, qualificando i terreni come non edificabili e confermando una valutazione basata sul criterio del valore agricolo di mercato. La proprietaria decideva quindi di ricorrere in Cassazione.

L’Analisi della Corte sull’Indennità di Esproprio e Valore di Mercato

La ricorrente basava le sue argomentazioni su due punti principali. In primo luogo, invocava una legge della Regione Puglia che considerava ‘sempre legalmente edificabili’, ai fini indennitari, tutte le aree ricadenti in determinate zone omogenee, inclusa quella in questione. In secondo luogo, sosteneva che l’impossibilità di costruire da parte di un privato, a causa di un vincolo urbanistico (‘vincolo conformativo’) che destinava l’area esclusivamente a edilizia sanitaria pubblica, non dovesse incidere sulla valutazione dell’intrinseca capacità edificatoria del fondo.

La Corte di Cassazione ha smontato entrambe le tesi.

La Legge Regionale Incostituzionale

Il primo motivo è stato dichiarato infondato perché la legge regionale citata era stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 120/2022. La Consulta ha stabilito che una regione non può, attraverso una legge, alterare la qualità di un bene (‘qualitas rei’) solo ai fini dell’indennizzo, scollegandola dal suo reale valore di mercato. Creare un valore fittizio invade la competenza esclusiva dello Stato in materia di ‘ordinamento civile’ e statuto della proprietà.

Il Principio del Valore Venale Effettivo

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha ribadito un principio cardine: l’indennità di esproprio deve corrispondere al valore venale del bene. Questo valore dipende dalla ‘qualitas rei’ del terreno, delineata dai vincoli urbanistici esistenti. Se un vincolo conformativo destina un’area a uno sfruttamento edilizio esclusivo da parte di enti pubblici, quel terreno non è edificabile per un soggetto privato. In una libera contrattazione di mercato, nessuno pagherebbe un prezzo da terreno edificabile per un fondo su cui non può costruire. Pretendere di valutarlo ‘come se’ fosse edificabile significa creare una finzione giuridica che non ha alcun legame con la realtà del mercato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che la distinzione tra vincoli conformativi (che definiscono le caratteristiche generali di un’area) e vincoli espropriativi (che preannunciano l’esproprio) non può essere aggirata per gonfiare l’indennizzo. Il valore di un bene è intrinsecamente legato alle possibilità di sfruttamento che la legge consente a un privato. Un vincolo che esclude l’edificazione privata determina la non edificabilità del terreno ai fini del calcolo del suo valore di mercato e, di conseguenza, dell’indennità.

Infine, la Corte ha dichiarato inammissibile anche il terzo motivo di ricorso, con cui la proprietaria lamentava un errato calcolo del valore agricolo. I giudici hanno chiarito che la Corte d’Appello aveva correttamente determinato il valore sulla base del ‘valore agricolo di mercato’ e non del ‘valore agricolo medio’ (V.A.M.), un parametro diverso utilizzato solo per l’indennizzo spettante all’eventuale affittuario del fondo.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale in materia di espropriazione: l’indennità deve essere seria, congrua e basata sulla realtà. Non è possibile ricorrere a finzioni legali o a leggi regionali incostituzionali per ottenere un indennizzo superiore al valore effettivo che il bene ha sul mercato. Per i proprietari, ciò significa che la valutazione di un terreno deve tenere conto di tutti i vincoli urbanistici che ne limitano l’utilizzo da parte dei privati, poiché sono proprio questi a determinarne il reale valore venale.

Un terreno destinato a un’opera pubblica (es. ospedale) deve essere considerato ‘edificabile’ ai fini dell’indennità di esproprio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se un vincolo urbanistico (conformativo) permette l’edificazione solo a enti pubblici e la esclude per i privati, il terreno deve essere considerato non edificabile ai fini della determinazione del suo valore di mercato e, di conseguenza, dell’indennità.

Una legge regionale può stabilire che un’area è ‘sempre edificabile’ per calcolare l’indennizzo, anche se non lo è secondo le norme urbanistiche generali?
No. La Corte Costituzionale ha stabilito che una legge regionale non può creare una qualità fittizia di un bene (‘qualitas rei’) al solo scopo di aumentare l’indennizzo, perché ciò altererebbe lo statuto della proprietà e invaderebbe la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile.

Come si determina il valore di un terreno espropriato se su di esso grava un vincolo che ne permette l’uso edilizio solo a enti pubblici?
Il suo valore si determina in base al valore di mercato effettivo, che a sua volta dipende dalle possibilità legali di sfruttamento da parte di un privato. Se un privato non può edificarvi, il suo valore sarà quello corrispondente all’uso consentito (ad esempio, agricolo) e non quello di un terreno edificabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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