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Indennità aggiuntiva: senza obiettivi niente bonus

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ex direttore amministrativo di un ente pubblico che richiedeva il pagamento di una indennità aggiuntiva del 20%. La Corte ha stabilito che tale bonus è strettamente subordinato alla preventiva e specifica fissazione di obiettivi annuali da parte del direttore generale e alla misurazione del loro raggiungimento, elementi che nel caso di specie mancavano. Il raggiungimento di risultati di gestione generici non è stato ritenuto sufficiente.

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Indennità Aggiuntiva per Dirigenti Pubblici: Senza Obiettivi Specifici, Niente Bonus

L’erogazione di una indennità aggiuntiva ai dirigenti del settore pubblico è un tema che spesso genera contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: senza la fissazione di obiettivi annuali, specifici e misurabili, il bonus del 20% non può essere riconosciuto. La pronuncia chiarisce che il raggiungimento di risultati di gestione generali non è sufficiente a far scattare il diritto al compenso extra.

I Fatti del Caso: La Richiesta del Compenso

Un ex direttore amministrativo di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) aveva citato in giudizio l’ente per ottenere il pagamento di una quota del 20% del suo trattamento economico, a titolo di compenso integrativo per il periodo in cui aveva ricoperto l’incarico. In primo grado, il Tribunale aveva accolto la sua richiesta, condannando l’amministrazione al pagamento.

Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, mancavano i presupposti fondamentali per il riconoscimento del bonus: il contratto individuale di lavoro del dirigente non specificava gli obiettivi da raggiungere, né i criteri per valutarne il conseguimento. Inoltre, non era stato prodotto alcun atto successivo che integrasse il contratto definendo tali obiettivi e criteri di misurazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Insoddisfatto della sentenza d’appello, il dirigente ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Un vizio procedurale: Sosteneva la nullità della procura con cui l’ente si era costituito in appello, in quanto rilasciata mesi prima del deposito dell’atto e senza le formalità richieste dalla legge.
2. Una violazione di legge: Argomentava che la normativa di riferimento (DPCM n. 502/1995) dovesse essere interpretata nel senso di riconoscere comunque il bonus in base ai risultati di gestione generali fissati a livello regionale, anche in assenza di obiettivi specifici annuali stabiliti dal direttore generale dell’ente.

Le Motivazioni della Suprema Corte: L’Indispensabilità degli Obiettivi

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo entrambi i motivi infondati.

Sul piano procedurale, la Corte ha dichiarato il primo motivo inammissibile, in quanto il ricorrente non aveva rispettato l’onere di trascrivere l’atto contestato. In ogni caso, ha colto l’occasione per ribadire, citando una recente pronuncia delle Sezioni Unite, che la procura non deve essere necessariamente coeva all’atto a cui accede, ma è sufficiente che sia ad esso materialmente congiunta e non anteriore al provvedimento da impugnare.

Nel merito, la Corte ha confermato l’interpretazione della Corte d’Appello. L’indennità aggiuntiva del 20% non è un automatismo, ma è strettamente collegata a una performance misurabile. La normativa e lo stesso contratto individuale del dirigente prevedevano espressamente che il trattamento economico potesse essere integrato “sulla base dei risultati di gestione ottenuti in rapporto alla realizzazione degli obiettivi fissati annualmente dal commissario straordinario e misurata mediante appositi indicatori”.

La Corte ha sottolineato come la fissazione di obiettivi annuali da parte del direttore generale sia un presupposto imprescindibile. La loro assenza impedisce di misurare la performance del dirigente amministrativo e, di conseguenza, preclude l’erogazione del compenso variabile. La richiesta del ricorrente, secondo la Corte, si traduceva in un tentativo di ottenere un riesame dei fatti, attività non consentita nel giudizio di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: per i dirigenti del settore pubblico, il diritto all’indennità aggiuntiva non può prescindere da un processo di gestione per obiettivi formalizzato e trasparente. Le amministrazioni devono definire ex ante, e in modo specifico per ciascun dirigente, gli obiettivi annuali da raggiungere e i criteri di valutazione. D’altro canto, i dirigenti che aspirano a tale compenso devono assicurarsi che questi elementi siano presenti nel loro percorso lavorativo e contrattuale, poiché il solo raggiungimento di risultati aziendali generici non sarà sufficiente a fondare una pretesa economica in sede giudiziaria.

Un dirigente pubblico ha sempre diritto all’indennità aggiuntiva del 20%?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il diritto a tale indennità non è automatico, ma è subordinato al raggiungimento di obiettivi specifici che devono essere fissati annualmente per il dirigente dal direttore generale e misurati con appositi indicatori.

È sufficiente il raggiungimento di risultati di gestione generali, come quelli fissati dalla Regione, per ottenere il bonus?
No. Secondo la sentenza, i risultati di gestione generali non sono sufficienti. È necessaria la fissazione di obiettivi personalizzati e annuali per il singolo dirigente, la cui realizzazione deve essere verificabile. La mancanza di questi obiettivi specifici impedisce il riconoscimento del compenso aggiuntivo.

Una procura alle liti firmata molto prima del deposito del ricorso è valida?
Sì, può essere valida. La Corte ha ribadito che la procura non deve essere necessariamente redatta contestualmente all’atto a cui si riferisce. L’importante è che sia materialmente o informaticamente congiunta all’atto, che non sia stata conferita prima della pubblicazione del provvedimento da impugnare e non dopo la notifica del ricorso stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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