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Indebito oggettivo: onere della prova e restituzione

La Corte di Cassazione chiarisce l’onere della prova nell’azione di indebito oggettivo. Se una persona effettua un pagamento senza una causa giuridica valida, per ottenerne la restituzione è sufficiente che provi l’avvenuto versamento e alleghi la mancanza di una giustificazione. Spetta poi a chi ha ricevuto la somma dimostrare di averne diritto. In caso contrario, è tenuto alla restituzione dell’intera cifra, anche se proveniente da un conto cointestato.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Indebito Oggettivo: Come Recuperare un Pagamento Non Dovuto?

L’azione di indebito oggettivo rappresenta uno strumento fondamentale per chi ha effettuato un pagamento senza che vi fosse una valida ragione giuridica. Ma come si dimostra in tribunale la mancanza di una causa? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sull’onere della prova, stabilendo principi chiari per la restituzione delle somme. Il caso analizzato riguarda un ingente bonifico effettuato con causale “regalia”, successivamente contestato da chi lo aveva disposto.

I Fatti del Caso: Un Bonifico Conteso

Un soggetto conveniva in giudizio un conoscente chiedendo la restituzione di una somma di oltre 100.000 euro, trasferita tramite bonifico bancario. L’attore sosteneva in primo luogo che si trattasse di una donazione nulla per difetto di forma (non essendo stata fatta per atto pubblico) e, in subordine, che il pagamento fosse privo di qualsiasi causa giustificativa, configurando così un indebito oggettivo ai sensi dell’art. 2033 c.c.

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Cassazione

Il Tribunale di primo grado rigettava entrambe le domande, ritenendo che l’attore non avesse provato né l’esistenza di un contratto di donazione (seppur nullo), né l’inesistenza della causa debendi, ovvero il motivo del pagamento.

La Corte d’Appello, invece, ribaltava la decisione. Pur respingendo la tesi della donazione nulla, accoglieva la domanda di ripetizione dell’indebito. I giudici di secondo grado hanno affermato che l’attore aveva assolto al suo onere probatorio dimostrando l’avvenuto pagamento e allegando l’assenza di un rapporto giuridico sottostante. Poiché il convenuto, dal canto suo, non aveva fornito alcuna giustificazione per trattenere la somma, la Corte lo condannava alla restituzione dell’intero importo.

La Gestione dell’Onere Probatrio nell’Indebito Oggettivo

Il caso è quindi giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza d’appello, rigettando il ricorso del ricevente del bonifico. La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi cardine in materia di indebito oggettivo.

le motivazioni

La Corte ha chiarito che l’onere della prova grava su chi agisce per la restituzione. Tuttavia, tale onere non si traduce in una prova diabolica, ovvero la dimostrazione dell’inesistenza di qualunque possibile causa di pagamento. È sufficiente che l’attore provi il fatto materiale del pagamento e alleghi l’assenza di una causa specifica. A questo punto, è il convenuto che, per difendersi efficacemente, deve dimostrare l’esistenza di un titolo giuridico che lo legittimi a trattenere la somma ricevuta. Nel caso di specie, il silenzio del convenuto sulla causa della dazione è stato interpretato come una conferma della sua inesistenza.

Inoltre, la Cassazione ha respinto la tesi difensiva secondo cui, provenendo il bonifico da un conto cointestato, l’attore avrebbe avuto diritto a richiedere solo la metà della somma. I giudici hanno specificato che le presunzioni relative alla contitolarità del conto corrente operano nei rapporti con la banca e tra i cointestatari stessi, ma non possono essere opposte a un terzo che ha ricevuto un pagamento per limitare l’azione di restituzione promossa da uno dei titolari.

le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole a chi agisce per la ripetizione di un indebito oggettivo. La decisione semplifica l’onere probatorio per l’attore, spostando di fatto sul convenuto la necessità di giustificare il proprio diritto a trattenere le somme. In assenza di una valida causa debendi allegata e provata da chi ha ricevuto il denaro, il pagamento deve essere restituito. La sentenza sottolinea l’importanza di una difesa attiva da parte del convenuto, che non può limitarsi a contestare genericamente la domanda, ma deve fornire elementi concreti a sostegno della legittimità dell’incasso.

Chi deve provare la mancanza di causa in un’azione di indebito oggettivo?
L’onere della prova spetta a chi ha effettuato il pagamento (l’attore). Tuttavia, secondo la Corte, egli può assolverlo provando il versamento e allegando l’inesistenza di una causa giustificativa. A quel punto spetta a chi ha ricevuto la somma (il convenuto) dimostrare l’esistenza di un titolo che lo legittimi a trattenerla.

Un bonifico da un conto cointestato limita il diritto alla restituzione per indebito oggettivo?
No. La Cassazione ha chiarito che la cointestazione del conto è una questione che riguarda i rapporti interni tra i titolari e con la banca, ma non incide sul diritto di uno dei cointestatari di chiedere la restituzione dell’intera somma a un terzo che l’ha ricevuta senza causa.

Se chi riceve un pagamento non giustifica il motivo per cui lo ha ricevuto, è tenuto a restituirlo?
Sì. Se il ricevente, convenuto in un giudizio per indebito oggettivo, non fornisce alcuna spiegazione o prova circa la causa giuridica del pagamento, la sua difesa risulta inefficace. Il suo silenzio conferma l’assenza di un diritto a trattenere la somma, che quindi deve essere restituita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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