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Incarico dirigenziale medico: non è automatico

Un gruppo di dirigenti medici ha citato in giudizio la propria Azienda Sanitaria per ottenere il riconoscimento automatico di un incarico professionale di elevata professionalità, basandosi su un’anzianità di servizio superiore a cinque anni. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto le loro richieste, confermando la decisione della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha stabilito che l’attribuzione di un incarico dirigenziale medico non è un automatismo legato alla sola anzianità, ma è subordinata a precise condizioni: l’effettiva esistenza di posti disponibili nell’organigramma aziendale, la relativa copertura finanziaria e il superamento delle procedure di selezione previste dalla contrattazione collettiva.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Incarico dirigenziale medico: non è automatico dopo 5 anni

L’attribuzione di un incarico dirigenziale medico di livello superiore non scatta in automatico per la sola anzianità di servizio. La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale per la dirigenza del Servizio Sanitario Nazionale: il conferimento di tali incarichi è una scelta discrezionale dell’amministrazione, vincolata a precise esigenze organizzative e a specifiche procedure selettive. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta dei Dirigenti Medici

Alcuni dirigenti medici, in servizio da oltre cinque anni presso un’Azienda Sanitaria Provinciale, si sono rivolti al Tribunale per ottenere il riconoscimento del loro diritto all’attribuzione di un incarico professionale di elevata professionalità, con il relativo trattamento economico. La loro domanda si basava sulla convinzione che la maturata anzianità di servizio fosse di per sé sufficiente a far sorgere tale diritto.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva accolto le loro istanze, la Corte di Appello ha riformato la decisione, respingendo la domanda. I dirigenti hanno quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte territoriale avesse errato nel non considerare automatico il conferimento dell’incarico e nell’aver travisato l’oggetto della loro richiesta.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’incarico dirigenziale medico

La Suprema Corte ha rigettato sia il ricorso principale dei medici sia quello incidentale di una loro collega, confermando integralmente la sentenza d’appello. La decisione si fonda su un’interpretazione consolidata delle norme che regolano il pubblico impiego e, in particolare, la dirigenza sanitaria.

L’Assenza di Automatismo nel Conferimento dell’Incarico

Il punto centrale della pronuncia è che, nel rapporto di lavoro dirigenziale pubblico, non trova applicazione il principio di promozione automatica previsto dall’art. 2103 del Codice Civile per il lavoro privato. La normativa di settore (D.Lgs. 165/2001) e la contrattazione collettiva prevedono un iter complesso per il conferimento di incarichi.

La Corte ha chiarito che il diritto all’incarico dirigenziale medico di alta professionalità o di direzione di struttura semplice non deriva dalla mera maturazione di un’anzianità di cinque anni. È invece condizionato a tre fattori fondamentali:

1. Esistenza di posti disponibili: l’incarico deve essere previsto nell’atto aziendale che definisce l’assetto organizzativo.
2. Copertura finanziaria: devono essere stanziate le risorse economiche necessarie.
3. Superamento di procedure selettive: il dirigente deve partecipare e superare le forme di selezione regolate dalla contrattazione collettiva, che prevedono una valutazione comparativa.

La Corretta Qualificazione Giuridica da Parte del Giudice

I ricorrenti lamentavano anche che l’Azienda Sanitaria avesse introdotto in appello una nuova eccezione, qualificando l’incarico in modo diverso. La Cassazione ha respinto anche questa doglianza, specificando che rientra nel potere del giudice qualificare giuridicamente i fatti di causa, indipendentemente dalla denominazione fornita dalle parti, nel rispetto del petitum e della causa petendi.

Le motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si allineano a un orientamento giurisprudenziale consolidato (richiamando, tra le altre, Cass. n. 11574/2023). La ratio decidendi risiede nella natura specifica del rapporto dirigenziale pubblico. L’assegnazione di un incarico non è solo una progressione di carriera, ma risponde a precise esigenze organizzative e funzionali dell’ente. Permettere un automatismo basato sulla sola anzianità snaturerebbe la discrezionalità amministrativa, che deve poter scegliere le figure più adatte a ricoprire determinati ruoli in base a criteri di merito e fabbisogno.

La Corte ha sottolineato come la tesi dei ricorrenti, se accolta, avrebbe introdotto un meccanismo di promozione automatica non previsto da alcuna norma, né legale né contrattuale. Lo svolgimento di mansioni dirigenziali per un certo periodo non crea un diritto acquisito a un incarico specifico e superiore, ma costituisce semmai un requisito per partecipare alle procedure selettive per il suo conferimento.

Conclusioni

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulle dinamiche di carriera nella dirigenza sanitaria. Si conferma che l’anzianità di servizio è un presupposto, ma non la causa, del conferimento di un incarico dirigenziale medico di livello superiore. I dirigenti che aspirano a tali posizioni devono essere consapevoli che il loro percorso professionale è legato non solo al tempo trascorso in servizio, ma anche e soprattutto all’assetto organizzativo dell’azienda, alle risorse disponibili e al superamento di procedure selettive basate sulla valutazione del merito. Questa decisione rafforza il principio della discrezionalità gestionale delle aziende sanitarie nella valorizzazione delle proprie risorse umane, sempre nel quadro delle regole definite dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

Dopo aver svolto funzioni dirigenziali per più di cinque anni, un medico ha diritto automatico a un incarico di alta professionalità?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non esiste alcun automatismo. Il diritto al conferimento di un incarico superiore non deriva dalla mera maturazione di un’anzianità di servizio, anche se superiore a cinque anni.

Quali sono le condizioni necessarie per ottenere un incarico dirigenziale medico di livello superiore?
Secondo la sentenza, il conferimento di tale incarico è condizionato a tre presupposti: l’effettiva esistenza di posti disponibili secondo l’assetto organizzativo aziendale, la presenza della necessaria copertura finanziaria e il superamento delle specifiche forme di selezione regolate dalla contrattazione collettiva.

In appello, la parte convenuta può proporre una qualificazione giuridica dei fatti diversa da quella del primo grado?
Sì. La Corte ha chiarito che rientra nei poteri del giudice procedere a una qualificazione giuridica dei fatti autonoma rispetto a quella prospettata dalle parti, purché vengano rispettati i limiti della domanda (petitum) e delle ragioni poste a suo fondamento (causa petendi). Questa attività non costituisce un’eccezione nuova, ma una mera difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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