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Incarico dirigenziale illegittimo: revoca e limiti

Un funzionario, idoneo in una graduatoria scaduta, ottiene un incarico dirigenziale illegittimo basato su una norma poi dichiarata incostituzionale. La Cassazione conferma la legittimità della revoca dell’incarico, in quanto nullo fin dall’origine, e nega il diritto allo scorrimento della graduatoria per via di un precedente giudicato amministrativo.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Incarico Dirigenziale Illegittimo: Quando la Revoca è un Atto Dovuto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, affronta un caso complesso che tocca temi cruciali del diritto del lavoro pubblico: gli effetti di una legge dichiarata incostituzionale su un rapporto di lavoro, il valore del giudicato amministrativo e i limiti temporali delle graduatorie concorsuali. La vicenda riguarda un funzionario che, dopo aver ricevuto un incarico dirigenziale illegittimo, si è visto revocare la nomina e negare il diritto all’assunzione a tempo indeterminato.

I Fatti di Causa: Dalla Graduatoria Scaduta all’Incarico Revocato

Un funzionario pubblico, risultato idoneo ma non vincitore in un concorso per 162 posti da dirigente, si trovava al 193° posto della graduatoria. Successivamente, otteneva un incarico dirigenziale a tempo determinato. La base giuridica di questo incarico era una norma di legge che, in seguito, è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 37/2015).

Di conseguenza, l’Amministrazione ha revocato l’incarico. Il funzionario ha quindi agito in giudizio chiedendo:
1. L’accertamento del suo diritto all’assunzione a tempo indeterminato tramite lo scorrimento della vecchia graduatoria.
2. La stabilizzazione del rapporto di lavoro.
3. In subordine, la validità del contratto a termine e la reintegra.
4. In ogni caso, il risarcimento dei danni.

I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, hanno rigettato le sue domande, sostenendo che la pretesa allo scorrimento della graduatoria era preclusa da una precedente sentenza definitiva del TAR (giudicato amministrativo) e che la revoca dell’incarico era un atto dovuto a seguito della dichiarazione di incostituzionalità della norma.

La Decisione sull’Incarico Dirigenziale Illegittimo e il Ruolo del Giudicato

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, rigettando il ricorso del funzionario. I giudici hanno stabilito che le pretese del ricorrente erano infondate per due ragioni principali e distinte:
* Il giudicato amministrativo: La richiesta di accertamento del diritto allo scorrimento della graduatoria era già stata respinta in via definitiva dal TAR. Tale decisione, non più impugnabile, impediva a qualsiasi altro giudice di riesaminare la stessa questione.
La nullità dell’incarico: L’incarico dirigenziale era stato conferito sulla base di una norma dichiarata incostituzionale. Questo vizio originario rendeva l’atto di conferimento nullo ex tunc*, cioè fin dall’inizio, obbligando l’amministrazione a revocarlo.

Le Motivazioni

La Corte ha articolato le sue motivazioni su tre pilastri fondamentali.

Il Giudicato Amministrativo come Limite Invalicabile

La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui il giudicato copre non solo ciò che è stato espressamente deciso (il dedotto), ma anche tutto ciò che si sarebbe potuto dedurre (il deducibile). Poiché il TAR aveva già negato il diritto del funzionario allo scorrimento della graduatoria, quella porta era da considerarsi definitivamente chiusa. La successiva dichiarazione di incostituzionalità non poteva riaprire una questione già decisa con sentenza passata in giudicato.

La Nullità dell’Incarico Basato su Legge Incostituzionale

Il punto centrale della decisione riguarda gli effetti delle sentenze della Corte Costituzionale. Quando una norma viene dichiarata incostituzionale, essa viene eliminata dall’ordinamento con effetto retroattivo (ex tunc). Di conseguenza, tutti gli atti compiuti sulla base di quella norma sono viziati da nullità.
Nel caso di specie, l’incarico dirigenziale era nullo fin dal suo conferimento. L’Amministrazione, pertanto, non aveva scelta: era legalmente tenuta a ripristinare la situazione precedente, revocando l’incarico. Non si trattava di una scelta discrezionale, ma di un atto dovuto per conformarsi alla pronuncia della Consulta. Il fatto che il provvedimento di nomina non fosse stato impugnato a suo tempo è irrilevante, poiché la nullità opera di diritto.

L’Irrilevanza della Graduatoria Scaduta

Infine, i giudici hanno sottolineato un ulteriore elemento di fatto: la graduatoria del concorso era formalmente scaduta il 31 dicembre 2010. L’incarico dirigenziale era stato conferito nel 2012. A quella data, l’Amministrazione non aveva più alcun potere di utilizzare quella graduatoria per nuove assunzioni, rendendo la pretesa del ricorrente doppiamente infondata.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre importanti chiarimenti per il pubblico impiego. In primo luogo, conferma la forza del giudicato amministrativo, che impedisce di riproporre in sede civile questioni già decise in via definitiva dal giudice amministrativo. In secondo luogo, ribadisce il principio fondamentale della retroattività delle pronunce di incostituzionalità: un atto amministrativo, come il conferimento di un incarico dirigenziale illegittimo, basato su una norma poi annullata, è nullo e deve essere rimosso dall’ordinamento, senza che possano consolidarsi situazioni giuridiche in contrasto con la Costituzione, salvo i rapporti giuridici ormai esauriti in modo definitivo. Per la Pubblica Amministrazione, la revoca di tali atti non è una facoltà, ma un obbligo di legge.

Un precedente giudicato amministrativo può bloccare una successiva causa civile sulla stessa questione?
Sì. Secondo la Corte, una volta che un giudice amministrativo ha emesso una sentenza definitiva su una determinata domanda (nel caso di specie, il diritto allo scorrimento della graduatoria), quella stessa domanda non può essere riproposta davanti a un giudice civile, in quanto coperta da giudicato.

Cosa succede a un incarico dirigenziale conferito sulla base di una legge poi dichiarata incostituzionale?
L’incarico è nullo fin dall’origine (nullità ex tunc). La pronuncia di incostituzionalità elimina la norma retroattivamente, rendendo l’atto di conferimento privo della sua base legale. Di conseguenza, l’Amministrazione è tenuta per legge a revocare l’incarico per ripristinare la situazione giuridica preesistente.

È possibile utilizzare una graduatoria di un concorso pubblico dopo la sua data di scadenza per assumere personale?
No. La Corte ha evidenziato che l’efficacia della graduatoria si era formalmente esaurita. Pertanto, al momento del conferimento dell’incarico, l’Amministrazione non aveva più il potere di utilizzare quella graduatoria per effettuare lo scorrimento e procedere ad assunzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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