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Incarico dirigenza medica: la Cassazione chiarisce

Un gruppo di dirigenti medici ha citato in giudizio la propria azienda sanitaria per ottenere il riconoscimento di un incarico professionale di livello superiore, sostenendo che fosse dovuto dopo aver maturato una certa anzianità di servizio. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5028/2024, ha respinto il ricorso. La Corte ha chiarito che per l’assegnazione di un incarico dirigenza medica di alta professionalità o di direzione di struttura semplice non è sufficiente la sola anzianità di servizio. È invece necessario che siano soddisfatte precise condizioni: l’esistenza di posti disponibili secondo l’atto aziendale, la relativa copertura finanziaria e il superamento delle procedure di selezione stabilite dalla contrattazione collettiva.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Incarico dirigenza medica: non basta l’anzianità per l’avanzamento

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale per il pubblico impiego sanitario: la progressione di carriera e il conferimento di un incarico dirigenza medica di livello superiore. La decisione chiarisce che il semplice trascorrere del tempo, anche se accompagnato da una valutazione positiva, non è sufficiente a garantire un’automatica promozione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Un gruppo di dirigenti medici di un’Azienda Sanitaria Provinciale si era rivolto al Tribunale per ottenere il riconoscimento del diritto all’attribuzione di un incarico professionale di ‘elevata professionalità’. A loro avviso, tale diritto scaturiva dalle previsioni dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) di settore, che collegano tale progressione al superamento di un quinquennio di servizio con valutazione positiva.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva accolto le loro richieste, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, nel settore della dirigenza pubblica non trova applicazione il principio di promozione automatica per lo svolgimento di mansioni superiori, come previsto dall’art. 2103 del Codice Civile per i lavoratori subordinati. Al contrario, la normativa e la contrattazione collettiva prevedono un iter specifico e complesso per il conferimento di tali incarichi.

I dirigenti medici hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza d’appello, tra cui l’errata interpretazione della loro domanda e la violazione delle norme contrattuali e di legge in materia.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’incarico dirigenza medica

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti chiarimenti sui requisiti necessari per la progressione di carriera dei medici dirigenti.

L’incarico dirigenza medica non è automatico

Il punto centrale della decisione è che il diritto a un incarico superiore non deriva automaticamente dalla maturazione di un’anzianità di servizio di cinque anni. La Corte ha smontato la tesi dei ricorrenti, secondo cui la progressione sarebbe un effetto quasi automatico del tempo trascorso in servizio con merito.

I Requisiti per il Conferimento dell’Incarico

Richiamando un proprio precedente consolidato (Cass. n. 11574/2023), la Suprema Corte ha ribadito che il conferimento di un incarico di direzione di struttura semplice, di alta professionalità, di studio, ricerca, ispettivo, di verifica e controllo è subordinato a una serie di condizioni cumulative e imprescindibili:

1. Disponibilità di posti: Deve esistere un posto vacante nell’assetto organizzativo definito dall’atto aziendale.
2. Copertura finanziaria: Devono essere disponibili le risorse economiche necessarie per sostenere il costo del nuovo incarico.
3. Superamento di una selezione: È necessario superare le forme di selezione regolate dalla contrattazione collettiva, che prevedono una valutazione comparativa dei candidati.

La Corte ha specificato che l’anzianità e la valutazione positiva sono solo i presupposti per poter partecipare a tali selezioni, non il titolo per ottenere direttamente l’incarico.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha motivato il rigetto del ricorso analizzando punto per punto i motivi sollevati dai dirigenti medici. In primo luogo, ha dichiarato inammissibili i motivi procedurali, in quanto non adeguatamente specificati o non pertinenti alla ratio decidendi della sentenza impugnata.

Nel merito, la Corte ha affermato che la Corte d’Appello non ha travisato la domanda, ma l’ha correttamente inquadrata nell’ambito della disciplina speciale del pubblico impiego dirigenziale. Questa disciplina, a differenza di quella del lavoro privato, non prevede automatismi legati allo svolgimento di fatto di mansioni superiori. La progressione di carriera è strettamente legata a procedure selettive e competitive, nel rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione.

Infine, la Corte ha respinto anche le censure relative a una presunta motivazione apparente, ritenendo che i giudici d’appello avessero correttamente valutato tutti gli elementi, inclusi quelli relativi alla capienza dei fondi e alle valutazioni positive dei dirigenti, inquadrandoli però come elementi costitutivi del diritto da accertare e non come fatti pacifici che garantissero di per sé l’accoglimento della domanda.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per la dirigenza sanitaria: la carriera non avanza per automatismo, ma attraverso percorsi selettivi e meritocratici basati su regole precise. Per i dirigenti medici, ciò significa che l’aspirazione a un incarico di maggiore responsabilità deve passare necessariamente attraverso le procedure concorsuali previste dall’azienda sanitaria, a condizione che vi siano posti disponibili e risorse adeguate. La sola anzianità di servizio, per quanto meritevole, non è sufficiente a scavalcare questo iter, garantendo così trasparenza e parità di trattamento nell’accesso alle posizioni apicali del Servizio Sanitario Nazionale.

Un dirigente medico ha diritto automatico a un incarico di maggiore professionalità dopo cinque anni di servizio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sola anzianità di servizio, anche se accompagnata da valutazione positiva, non è sufficiente per ottenere automaticamente un incarico di livello superiore. È solo un requisito per poter partecipare alle selezioni.

Quali sono i requisiti necessari per ottenere un incarico di direzione di struttura semplice o di alta professionalità nella dirigenza medica?
La sentenza chiarisce che il conferimento dell’incarico è condizionato a tre fattori: 1) l’esistenza di posti disponibili nell’organigramma aziendale, 2) la disponibilità di copertura finanziaria, e 3) il superamento delle specifiche forme di selezione regolate dalla contrattazione collettiva.

L’esercizio di fatto di mansioni superiori garantisce il diritto all’inquadramento superiore per un dirigente pubblico?
No. La Corte ha ribadito che al rapporto di lavoro dirigenziale pubblico non si applica la regola della promozione automatica per lo svolgimento di mansioni superiori (prevista dall’art. 2103 c.c. per il lavoro privato). È sempre necessario seguire l’iter formale previsto dalla normativa e dai contratti collettivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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