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Inammissibilità ricorso: no al ‘copia-incolla’ degli atti

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un ex direttore di banca contro una compagnia assicurativa. La causa riguarda una richiesta di risarcimento avanzata dalla compagnia in surroga, per somme pagate a una banca a causa delle irregolarità del direttore. Il motivo principale dell’inammissibilità del ricorso è la violazione del principio di sinteticità: il ricorrente si è limitato a un mero ‘assemblaggio’ degli atti processuali precedenti, invece di fornire un’esposizione chiara e concisa dei motivi di doglianza. La Corte ha inoltre confermato che la responsabilità del dipendente è di natura contrattuale.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Inammissibilità del Ricorso: la Cassazione boccia il ‘copia-incolla’ degli atti

L’Ordinanza n. 5226/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per la redazione degli atti giudiziari: il ricorso non può essere un semplice ‘assemblaggio’ di documenti precedenti. Questa pronuncia offre spunti cruciali sull’inammissibilità del ricorso per violazione del principio di sinteticità e chiarisce la natura della responsabilità del dipendente che commette irregolarità.

I Fatti del Caso: dalla Surroga Assicurativa al Ricorso

Una nota compagnia di assicurazioni aveva citato in giudizio l’ex direttore di una filiale bancaria. La compagnia agiva in surroga dopo aver risarcito la banca, sua assicurata, per quasi un milione di euro. La somma era stata versata a copertura dei danni derivanti da gravi irregolarità commesse dal direttore, per le quali quest’ultimo aveva anche concluso un procedimento penale con un patteggiamento.

Il Tribunale di primo grado aveva respinto la domanda, ritenendo prescritta l’azione in quanto basata su una responsabilità extracontrattuale, soggetta a un termine di cinque anni.

La Decisione in Appello

La Corte d’Appello, riformando la sentenza, aveva invece accolto integralmente la domanda della compagnia assicurativa. I giudici di secondo grado avevano condannato l’ex direttore a pagare l’intera somma, oltre interessi e spese, qualificando la sua responsabilità come contrattuale e quindi soggetta al termine di prescrizione ordinario di dieci anni.

L’Inammissibilità del Ricorso per Assemblaggio di Atti

L’ex direttore ha quindi proposto ricorso in Cassazione, articolato in cinque motivi. Il primo, e più significativo, denunciava la nullità della citazione di primo grado. Tuttavia, la Corte ha dichiarato questo motivo inammissibile.

La ragione risiede nella modalità con cui è stato redatto il ricorso. Il ricorrente si è limitato a trascrivere per intero ampie parti degli atti dei gradi precedenti (l’atto di citazione, memorie, etc.), senza offrire una esposizione sintetica e autonoma dei fatti di causa e delle censure mosse alla sentenza impugnata. Questa tecnica, definita di ‘assemblaggio’, è in netto contrasto con il requisito di cui all’art. 366, primo comma, n.3 c.p.c.

Il Principio di Sinteticità e Autosufficienza

La Cassazione ha richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 5698/2012), secondo cui la ‘pedissequa riproduzione’ degli atti processuali è superflua e inidonea. Tale pratica costringe la Corte a un lavoro di selezione di ciò che è rilevante, compito che spetta invece alla parte ricorrente. Il ricorso deve essere autosufficiente, ma anche conciso, permettendo al giudice di comprendere la controversia senza dover esaminare altri fascicoli.

Gli Altri Motivi di Ricorso: Responsabilità e Prova

Anche gli altri motivi di ricorso sono stati respinti.

La Qualificazione della Responsabilità del Dipendente

I motivi secondo e terzo, relativi alla qualificazione della responsabilità come extracontrattuale (con conseguente prescrizione quinquennale), sono stati ritenuti manifestamente infondati. La Corte ha sottolineato che, fin dall’inizio, l’azione era stata fondata sulla condotta del convenuto quale dipendente dell’istituto bancario. Le irregolarità commesse nell’esercizio delle sue mansioni rientrano pienamente nell’alveo della responsabilità contrattuale, derivante dalla violazione degli obblighi del rapporto di lavoro.

Infine, sono stati dichiarati inammissibili anche i motivi relativi alla valutazione delle prove e al presunto errore nel riconoscimento della svalutazione monetaria, in quanto volti a un riesame del merito dei fatti o formulati in violazione dei requisiti di specificità del ricorso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Corte si concentrano sul rigore formale che deve caratterizzare il ricorso per cassazione. La funzione del giudizio di legittimità non è quella di riesaminare i fatti, ma di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura. Un ricorso che, attraverso la tecnica dell’assemblaggio, tenta di demandare alla Corte il compito di ricostruire la vicenda e individuare le censure, snatura questa funzione. Per la Corte, non è compito del giudice ‘correggere’ un atto inammissibile, estrapolando i passaggi rilevanti da una congerie di trascrizioni. La chiarezza e la sintesi non sono mere clausole di stile, ma requisiti essenziali per l’accesso al giudizio di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Avvocati

Questa ordinanza è un monito per i professionisti legali: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’attenta opera di sintesi e selezione. È necessario esporre in modo chiaro e conciso i fatti di causa, il contenuto della sentenza impugnata e i motivi di censura, dimostrando la loro pertinenza e fondatezza senza ricorrere al ‘copia-incolla’. La sanzione per la violazione di questi principi è drastica: l’inammissibilità del ricorso, che preclude ogni esame nel merito delle questioni sollevate.

È possibile presentare un ricorso per cassazione semplicemente trascrivendo gli atti dei precedenti gradi di giudizio?
No. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha ribadito che la tecnica del cosiddetto ‘assemblaggio’, ovvero la mera trascrizione di atti precedenti, viola il principio di sinteticità e autosufficienza del ricorso, rendendolo inammissibile.

La responsabilità di un direttore di banca per irregolarità commesse nell’esercizio delle sue funzioni è di natura contrattuale o extracontrattuale?
Secondo la decisione, la responsabilità è di natura contrattuale. Poiché le irregolarità sono state commesse nell’ambito del rapporto di lavoro dipendente, esse costituiscono una violazione degli obblighi contrattuali e sono soggette al termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.), non a quello quinquennale previsto per i fatti illeciti (art. 2947 c.c.).

Cosa succede se un motivo di ricorso si limita a criticare la valutazione dei fatti compiuta dal giudice di merito?
Un simile motivo viene dichiarato inammissibile. Il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Pertanto, non è possibile chiedere alla Corte di rivalutare le prove o di ricostruire i fatti in modo diverso da come ha fatto il giudice dei gradi precedenti; si può solo contestare la violazione di norme di diritto o vizi logici della motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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