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Inammissibilità ricorso Cassazione: critica alla CTU

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato nell’ambito di una causa di divisione ereditaria. La ricorrente contestava le valutazioni della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) già confermate in primo e secondo grado. La Corte ha ritenuto le censure generiche e tardive, sottolineando che il ricorso era precluso anche dal principio della “doppia conforme”, che limita l’accesso alla Cassazione quando due sentenze di merito giungono alla stessa conclusione sui fatti. La decisione ribadisce l’importanza di formulare obiezioni specifiche e tempestive agli elaborati peritali durante il processo.

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Inammissibilità del Ricorso: Quando le Critiche alla CTU non Bastano

Nel contesto di un procedimento giudiziario, la precisione e la tempestività delle contestazioni sono fondamentali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra chiaramente come la genericità delle critiche, specialmente quelle rivolte alla Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), possa portare a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questo principio assume un’importanza cruciale per chiunque affronti una causa in cui le valutazioni tecniche sono determinanti per l’esito della controversia.

I Fatti di Causa: una Divisione Ereditaria Contesa

La vicenda trae origine da una causa di divisione ereditaria avviata da un fratello nei confronti della sorella per sciogliere la comunione sui beni lasciati dal padre defunto. La sorella, costituitasi in giudizio, non solo indicava altri beni da includere nell’asse ereditario, ma chiedeva anche, in via riconvenzionale, la riduzione di alcune donazioni ricevute in vita dal fratello e un’indennità per il godimento esclusivo di tali beni da parte di quest’ultimo.

Il Tribunale rigettava le domande riconvenzionali della sorella, procedeva allo scioglimento della comunione e fissava le quote e i relativi conguagli. La decisione si basava in modo significativo sulle risultanze di una CTU. Insoddisfatta, la sorella impugnava la sentenza dinanzi alla Corte di Appello, la quale, tuttavia, confermava in toto la decisione di primo grado, condannandola anche al pagamento delle spese legali.

L’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione

Contro la sentenza d’appello, la sorella proponeva ricorso per Cassazione, articolando un unico motivo suddiviso in tre profili. La Suprema Corte, però, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, basando la sua decisione su argomentazioni procedurali nette e rigorose.

Genericità delle Censure e Mancanza di Specificità

Il primo punto del ricorso era una mera narrazione dei fatti, priva di specifiche censure contro la sentenza impugnata. Il secondo e il terzo punto, pur lamentando un vizio di motivazione, si limitavano a contestare genericamente le conclusioni della CTU, senza specificare quali critiche erano state mosse all’operato del perito nei gradi di merito e senza dimostrare di averle sollevate tempestivamente.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: le contestazioni a una CTU sono eccezioni che devono essere sollevate, a pena di decadenza, nella prima difesa utile successiva al deposito della perizia. È onere del ricorrente in Cassazione non solo indicare con precisione le critiche mosse, ma anche documentare di averle riproposte in appello qualora non accolte in primo grado.

La Preclusione della “Doppia Conforme”

Un elemento decisivo è stata l’applicazione del principio della cosiddetta “doppia conforme”. Poiché la Corte di Appello aveva confermato la sentenza del Tribunale, basandosi sulla medesima valutazione dei fatti e sulle stesse conclusioni della CTU, era preclusa la possibilità di denunciare in Cassazione il vizio di omesso esame di un fatto decisivo, come previsto dall’art. 360, n. 5, c.p.c. La stessa ricorrente, nel suo atto, ammetteva che la sentenza di secondo grado si era uniformata a quella di primo grado, confermando così la sussistenza della “doppia conforme”.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione evidenziando che il ricorso non può trasformarsi in una terza istanza di merito. Il ruolo della Suprema Corte non è quello di riesaminare i fatti o di sostituire la propria valutazione delle prove a quella del giudice di merito, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge. Nel caso di specie, la ricorrente proponeva una lettura alternativa delle prove e delle risultanze peritali, un’operazione non consentita in sede di legittimità.
Il giudice di merito è libero di scegliere le fonti di prova che ritiene più attendibili, inclusa la CTU, a condizione che motivi adeguatamente la sua decisione. La motivazione della Corte d’Appello, seppur sintetica, è stata ritenuta sufficiente e non meramente apparente o illogica, in quanto ha dato atto di aver seguito un percorso logico-argomentativo coerente per giungere alla sua conclusione, aderendo alle valutazioni del consulente tecnico.

Le conclusioni

In definitiva, l’ordinanza sancisce che per contestare efficacemente una sentenza basata su una CTU non è sufficiente un generico dissenso. È necessario formulare censure specifiche, tecniche e tempestive già nei gradi di merito. In assenza di ciò, e in presenza di una “doppia conforme”, le possibilità di successo di un ricorso per Cassazione si riducono drasticamente. La decisione rappresenta un monito sull’importanza del rigore processuale e della specificità dei motivi di impugnazione, confermando che l’inammissibilità del ricorso è la sanzione per un’impugnazione che mira a una non consentita rivalutazione del fatto.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per tre ragioni: 1) le critiche mosse alla Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) erano generiche e non specifiche; 2) la ricorrente non ha dimostrato di aver sollevato tempestivamente tali critiche nei precedenti gradi di giudizio; 3) si era verificata l’ipotesi di “doppia conforme”, ovvero due sentenze conformi nei primi due gradi di giudizio, che preclude l’appello in Cassazione per vizi di motivazione sui fatti.

Cosa si intende per “doppia conforme” e come ha influito sul caso?
La “doppia conforme” si ha quando la sentenza della Corte di Appello conferma integralmente la decisione del Tribunale di primo grado basandosi sulla stessa ricostruzione dei fatti. In questo caso, la legge preclude la possibilità di presentare ricorso in Cassazione per il vizio di “omesso esame circa un fatto decisivo”. Poiché la Corte d’Appello aveva confermato la decisione del Tribunale, che a sua volta si fondava sulla CTU, questa preclusione era pienamente operativa.

Qual è il modo corretto per contestare una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) durante un processo?
Secondo la Corte, le contestazioni a una CTU devono essere sollevate in modo specifico e tempestivo. Devono essere formulate nella prima udienza o nella prima difesa scritta successiva al deposito della relazione peritale. Se queste contestazioni non vengono accolte dal giudice di primo grado, è onere della parte riproporle specificamente nei motivi di appello e, successivamente, dimostrare in Cassazione di aver seguito questo iter procedurale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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