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Inadempimento Locazione: quando i vizi non bastano

La Corte d’Appello di Venezia ha respinto il ricorso di un’azienda conduttrice, confermando la risoluzione del contratto per inadempimento locazione. La sentenza ha chiarito che i vizi dell’immobile, se non impediscono totalmente il godimento del bene, non legittimano la sospensione totale del pagamento del canone, specialmente se il conduttore ha continuato a utilizzare e persino a sublocare i locali. La condotta del conduttore è stata ritenuta contraria a buona fede e la sua inadempienza nel pagamento del canone è stata giudicata grave.

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Inadempimento Locazione: Vizi dell’Immobile e Sospensione del Canone

Il tema dell’inadempimento locazione è una delle questioni più dibattute nel diritto immobiliare. Un conduttore può legittimamente sospendere il pagamento del canone di fronte a vizi dell’immobile? Una recente sentenza della Corte di Appello di Venezia fornisce chiarimenti cruciali, sottolineando come la sospensione del canone debba essere proporzionata alla gravità dei difetti e non possa essere invocata in modo contrario a buona fede. Analizziamo il caso per comprendere le implicazioni pratiche per locatori e conduttori.

I Fatti di Causa: Un Contratto di Locazione Controverso

La vicenda ha origine da un contratto di locazione ad uso commerciale. L’azienda conduttrice, dopo un certo periodo, interrompeva il pagamento dei canoni, lamentando la presenza di diversi vizi nell’immobile, tra cui problemi all’impianto elettrico, idraulico e alla copertura. Di contro, la società locatrice, a fronte del mancato pagamento, avviava una procedura di sfratto per morosità.

Il Tribunale di primo grado, dopo aver disposto una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), accoglieva la domanda della locatrice. Dichiarava risolto il contratto per grave inadempimento del conduttore e lo condannava al pagamento dei canoni arretrati e al rilascio dell’immobile. Secondo il primo giudice, i vizi riscontrati non erano tali da compromettere totalmente il godimento del bene e, pertanto, non giustificavano la totale sospensione del pagamento del canone. L’azienda conduttrice decideva quindi di appellare la decisione.

La Decisione della Corte d’Appello sull’inadempimento locazione

La Corte di Appello di Venezia ha rigettato integralmente l’appello, confermando la sentenza di primo grado. La Corte ha ribadito che l’inadempimento locazione da parte del conduttore era grave e tale da giustificare la risoluzione del contratto. La decisione si fonda su un’attenta valutazione del principio di buona fede e della proporzionalità tra l’inadempimento del locatore (i vizi) e la reazione del conduttore (la sospensione del canone).

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato la sua decisione sulla base di diversi punti chiave, che meritano un’analisi approfondita.

La Proporzionalità tra Vizi e Sospensione del Canone

Il cuore della motivazione risiede nell’applicazione dell’art. 1460 c.c. (eccezione di inadempimento). I giudici hanno chiarito che il conduttore può sospendere il pagamento del canone solo se la prestazione del locatore viene a mancare completamente, ovvero se i vizi rendono l’immobile totalmente inutilizzabile. Nel caso di specie, la CTU aveva accertato che, sebbene presenti, i difetti non impedivano l’uso commerciale del bene. L’azienda conduttrice, infatti, aveva continuato a svolgere la propria attività nei locali. La sospensione totale del canone è stata quindi ritenuta una reazione sproporzionata e contraria a buona fede.

L’onere della Prova e la Valutazione della CTU

La Corte ha sottolineato che molti dei vizi lamentati erano già percepibili al momento della stipula del contratto o comunque non erano stati adeguatamente provati nella loro incidenza sull’attività. Il conduttore non ha fornito la prova concreta dell’impossibilità di godere pienamente dell’immobile. Le risultanze della CTU, che avevano ridimensionato la gravità dei difetti, sono state pienamente accolte dai giudici d’appello, i quali hanno ritenuto non necessarie ulteriori indagini o una nuova perizia.

La Condotta del Conduttore: Sublocazione e Buona Fede

Un elemento decisivo è stato il comportamento del conduttore. Questi, infatti, aveva stipulato un contratto di sublocazione con un’altra società, dichiarando nel contratto che l’immobile si trovava in “ottimo stato di manutenzione” ed era esente da difetti. Tale comportamento è stato interpretato dalla Corte come una palese contraddizione, che minava la credibilità delle lamentele e confermava la possibilità di un pieno godimento del bene. La condotta è stata quindi giudicata come un chiaro indizio della strumentalità dell’eccezione di inadempimento sollevata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Locatori e Conduttori

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’autotutela del conduttore tramite la sospensione del canone è un rimedio eccezionale e rischioso. Per evitare di incorrere in un grave inadempimento locazione, il conduttore deve agire con cautela. Se i vizi non rendono l’immobile completamente inagibile, la strada maestra è quella di agire in giudizio per ottenere la riduzione del canone o la condanna del locatore all’esecuzione dei lavori, continuando nel frattempo a pagare, seppur potenzialmente in misura ridotta e concordata o accertata giudizialmente. Per i locatori, la sentenza conferma l’importanza di poter contare sulla principale obbligazione del conduttore, il pagamento del canone, che può essere sospesa solo in circostanze di eccezionale gravità.

Un conduttore può sospendere il pagamento del canone se l’immobile presenta dei difetti?
No, non può sospendere totalmente il pagamento se i difetti non rendono l’immobile completamente inutilizzabile. La sospensione, secondo il principio di buona fede (art. 1460 c.c.), deve essere proporzionata alla riduzione del godimento. Una sospensione totale a fronte di un godimento solo parzialmente ridotto costituisce un grave inadempimento da parte del conduttore.

Come valuta il giudice la gravità dei vizi dell’immobile locato?
Il giudice valuta la gravità basandosi su prove oggettive, come una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), e sulla condotta delle parti. Si considera se i vizi erano già noti al conduttore, se impediscono effettivamente l’uso pattuito nel contratto e se il conduttore ha continuato a utilizzare l’immobile nonostante i difetti lamentati.

Sublocare l’immobile, dichiarandolo in ottimo stato, influisce sulla richiesta di risoluzione per vizi?
Sì, in modo decisivo. La Corte ha ritenuto che sublocare l’immobile attestandone l’ottimo stato di manutenzione sia una condotta contraddittoria che smentisce la lamentela sulla sostanziale inidoneità del bene. Questo comportamento mina la buona fede del conduttore e rafforza la posizione del locatore che chiede la risoluzione per mancato pagamento del canone.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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