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Inadempimento grave locazione: il caso in Cassazione

La Cassazione conferma la risoluzione di un contratto di locazione per inadempimento grave locazione, nonostante il pagamento tardivo dei canoni da parte del conduttore. La tolleranza passata del locatore non modifica gli obblighi contrattuali. Il ricorso del conduttore è stato dichiarato inammissibile, ribadendo principi consolidati in materia.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Inadempimento Grave Locazione: Pagare in Ritardo Non Salva il Contratto

Il pagamento dei canoni di locazione è l’obbligazione principale del conduttore. Ma cosa succede se il pagamento avviene in ritardo, dopo che il proprietario ha già avviato le procedure di sfratto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: il pagamento tardivo non sana un inadempimento grave locazione, specialmente nei contratti ad uso commerciale. Analizziamo questa decisione per capire perché la tolleranza del locatore non deve essere interpretata come un via libera ai ritardi.

I Fatti del Caso: Sei Mesi di Canoni non Pagati

Il caso riguarda un immobile ad uso commerciale, adibito a panificio. La conduttrice aveva accumulato un debito corrispondente a sei canoni di locazione, da febbraio a luglio 2019. Di fronte a questo mancato pagamento, la proprietaria (locatrice) ha avviato un procedimento di sfratto per morosità.

In risposta, la conduttrice, pur non presentandosi in udienza, ha provveduto a saldare l’intero importo dovuto, comprensivo delle maggiorazioni per l’imposta di registro. Tuttavia, questo pagamento è avvenuto solo dopo l’avvio dell’azione legale da parte della locatrice.

Il Percorso Giudiziario e l’Inadempimento Grave Locazione

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla proprietaria. I giudici hanno dichiarato la risoluzione del contratto di locazione a causa dell’inadempimento grave della conduttrice. La tesi difensiva di quest’ultima, basata su una presunta tolleranza della locatrice verso ritardi passati, non ha trovato accoglimento.

Secondo i giudici di merito, il mancato pagamento protratto per sei mesi costituiva una violazione contrattuale di notevole importanza, tale da ledere l’interesse della locatrice e giustificare la fine del rapporto contrattuale. Il pagamento tardivo, avvenuto solo come reazione all’azione giudiziaria, non era sufficiente a cancellare la gravità del comportamento pregresso. La conduttrice ha quindi deciso di ricorrere alla Corte di Cassazione, contestando la valutazione dei giudici.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti e ribadendo alcuni principi giuridici consolidati.

1. Irrilevanza del Pagamento Tardivo: Per i contratti di locazione ad uso diverso da quello abitativo (come in questo caso), il pagamento dei canoni scaduti effettuato dopo l’intimazione di sfratto non preclude al giudice la valutazione della gravità dell’inadempimento. Il giudice deve considerare il comportamento complessivo del conduttore, e un ritardo di sei mesi è stato ritenuto un fattore decisivo.

2. La Tolleranza non è un Diritto Acquisito: La Corte ha chiarito che l’eventuale inerzia del locatore nel richiedere puntualmente il pagamento non può essere interpretata come un consenso a modificare i termini del contratto. Una condotta tollerante non autorizza il conduttore a ritenere di poter adempiere secondo la propria disponibilità. Si tratta di una condotta “equivoca” che non crea un nuovo accordo tacito.

3. Inammissibilità per “Doppia Conforme”: Il ricorso è stato giudicato inammissibile anche sulla base del principio della “doppia conforme”. Poiché la Corte d’Appello aveva confermato la sentenza del Tribunale basandosi sulla stessa valutazione dei fatti, la ricorrente avrebbe dovuto dimostrare che le due decisioni si basavano su presupposti fattuali diversi, onere che non è stato assolto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza della Cassazione offre importanti spunti sia per i locatori che per i conduttori di immobili commerciali.

* Per i conduttori: È fondamentale rispettare le scadenze di pagamento. Confidare nella tolleranza passata del locatore è un rischio, poiché non modifica legalmente gli obblighi contrattuali. Un inadempimento protratto può portare alla risoluzione del contratto, anche se il debito viene saldato in un secondo momento.
* Per i locatori: Sebbene la tolleranza non pregiudichi il diritto a richiedere la risoluzione per inadempimento grave, è sempre consigliabile agire tempestivamente per tutelare i propri interessi ed evitare che si creino situazioni di incertezza.

Il pagamento dei canoni di affitto dopo l’avvio della causa di sfratto sana l’inadempimento del conduttore?
No, specialmente nelle locazioni a uso diverso da quello abitativo. Il giudice ha comunque il potere di valutare la gravità dell’inadempimento passato, e un pagamento tardivo non esclude automaticamente la possibilità che il contratto venga risolto.

La precedente tolleranza del proprietario verso i ritardi nei pagamenti modifica i termini del contratto di locazione?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che la semplice tolleranza del locatore è una condotta equivoca e non costituisce una modifica contrattuale. Non autorizza il conduttore a ritenere di poter pagare quando preferisce.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché la decisione della Corte d’Appello era conforme a quella del Tribunale sui fatti di causa (c.d. doppia conforme) e perché le argomentazioni della ricorrente si limitavano a chiedere una nuova valutazione del merito della vicenda, attività preclusa alla Corte di Cassazione. Inoltre, i motivi erano in contrasto con la giurisprudenza consolidata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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