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Inadempimento contratto di fornitura: no danni se è in corso

Un fornitore di bevande ha citato in giudizio un cliente per inadempimento di un contratto di fornitura, chiedendo un risarcimento danni per il mancato acquisto di una quantità minima di prodotti. Il Tribunale ha respinto la domanda, poiché il contratto era ancora in vigore e il termine per l’adempimento non era ancora scaduto. La richiesta di risarcimento è stata quindi considerata prematura, dato che il cliente aveva ancora tempo per onorare i suoi obblighi contrattuali.

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Pubblicato il 18 aprile 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Inadempimento Contratto di Fornitura: Quando è Troppo Presto per Chiedere i Danni?

L’analisi di un recente caso giudiziario offre spunti cruciali sulla gestione dell’inadempimento contratto di fornitura. Una sentenza del Tribunale di Milano ha chiarito un punto fondamentale: non si può chiedere un risarcimento per inadempimento definitivo se il contratto è ancora pienamente efficace e il termine per adempiere non è scaduto. Esaminiamo questa decisione per capire le logiche giuridiche e le implicazioni pratiche per le imprese.

I Fatti di Causa: Un Accordo di Fornitura e un Acquisto Minimo Mancato

Una società operante nel settore delle bevande stipulava un contratto di somministrazione con un esercizio commerciale (una pizzeria). L’accordo, della durata di 36 mesi a partire dal 1° giugno 2022, prevedeva che la pizzeria si impegnasse ad acquistare un quantitativo minimo complessivo di 210 ettolitri di bevande.
A fronte di questo impegno, la società fornitrice aveva corrisposto alla pizzeria una somma a titolo di ‘sconto anticipato’. Tuttavia, a un certo punto, la fornitrice contestava al cliente di aver acquistato solo una minima parte della quantità pattuita (28,9 ettolitri), risultando inadempiente per la quota residua.

La Domanda della Società Fornitrice

Sentendosi lesa, la società fornitrice ha adito il Tribunale per ottenere la condanna della pizzeria al pagamento di oltre 11.000 euro. Tale somma era calcolata come risarcimento del danno, moltiplicando la quantità di prodotto non acquistata per un valore unitario stabilito nel contratto. La pizzeria, pur regolarmente citata, non si è presentata in giudizio, rimanendo contumace.

L’Inadempimento Contratto di Fornitura e la Decisione del Tribunale

Nonostante la mancata difesa della convenuta, il Tribunale ha rigettato integralmente la domanda della società fornitrice. La decisione si basa su un’osservazione dirimente: al momento della causa, il contratto di fornitura non era ancora scaduto. Il termine di 36 mesi sarebbe infatti giunto a compimento solo il 1° giugno 2025. Di conseguenza, l’obbligazione della pizzeria di acquistare il totale di 210 ettolitri non poteva considerarsi definitivamente violata.

Le Motivazioni della Sentenza

Il Giudice ha spiegato che, essendo il rapporto contrattuale ancora in corso, la pretesa risarcitoria della ricorrente era prematura. La pizzeria aveva ancora tempo a disposizione per raggiungere il target minimo di acquisto pattuito prima della scadenza naturale del contratto. Il Tribunale ha sottolineato che la società fornitrice non aveva né allegato cause di cessazione anticipata del contratto (come un recesso) né richiesto in giudizio la risoluzione del contratto per inadempimento. In assenza di una richiesta di scioglimento del vincolo contrattuale, il rapporto tra le parti doveva considerarsi pienamente efficace. Pertanto, la possibilità per la convenuta di adempiere era ancora concreta, e non sussisteva il presupposto per una richiesta di risarcimento del danno da inadempimento totale. Per le stesse ragioni, è stata rigettata anche la potenziale richiesta di restituzione dello ‘sconto anticipato’, poiché la causa che ne giustificava l’erogazione (l’impegno all’acquisto futuro) non era ancora venuta meno.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Aziende

Questa sentenza offre una lezione importante per le imprese che stipulano contratti a lungo termine con obblighi di risultato. Agire in giudizio per l’inadempimento contratto di fornitura richiede una strategia attenta. Se il termine per l’adempimento non è ancora spirato, una semplice richiesta di risarcimento del danno rischia di essere respinta come prematura. L’azienda che si ritiene danneggiata dovrebbe prima valutare se esistono i presupposti per chiedere la risoluzione del contratto, dimostrando che l’inadempimento della controparte è talmente grave da compromettere la fiducia nella futura esecuzione del rapporto. In caso contrario, la via più prudente è attendere la scadenza del contratto per poi agire, a quel punto con solide basi, per il risarcimento del danno derivante dal mancato raggiungimento degli obiettivi pattuiti.

È possibile chiedere il risarcimento dei danni per inadempimento se il contratto è ancora in corso?
No, la sentenza chiarisce che se il termine contrattuale per adempiere all’obbligazione non è ancora scaduto, la domanda di risarcimento del danno per inadempimento definitivo è prematura e viene rigettata.

Cosa avrebbe dovuto fare la società fornitrice per tutelarsi in modo efficace?
Invece di chiedere solo il risarcimento, la società fornitrice avrebbe potuto domandare in giudizio la risoluzione del contratto per grave inadempimento. In alternativa, avrebbe dovuto attendere la scadenza naturale del contratto prima di agire per il risarcimento dei danni.

Perché è stata respinta anche l’eventuale richiesta di restituzione dello ‘sconto anticipato’?
La richiesta è stata respinta perché, essendo il contratto ancora valido e l’adempimento ancora possibile, non era venuta meno la ‘causa giustificatrice’ dello spostamento patrimoniale. Lo sconto era stato concesso in vista di futuri acquisti che, teoricamente, potevano ancora avvenire entro la scadenza del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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