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Imputazione pagamento: onere della prova del creditore

A seguito di un sinistro mortale, un erede ha contestato la detrazione di un acconto dal suo risarcimento, sostenendo che dovesse coprire spese stragiudiziali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in tema di imputazione pagamento, è onere del creditore dimostrare l’esistenza del credito specifico a cui vorrebbe imputare la somma. Non avendo l’erede provato il suo credito per le spese stragiudiziali, la detrazione dell’acconto dal risarcimento principale è stata ritenuta corretta.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Imputazione Pagamento: A Chi Spetta la Prova?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nelle obbligazioni pecuniarie: l’imputazione pagamento. La decisione chiarisce in modo netto a chi spetti l’onere della prova quando un debitore effettua un pagamento e il creditore vanta più crediti. La questione nasce da una tragica vicenda di risarcimento danni, ma il principio affermato ha una portata generale e offre importanti spunti pratici.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un incidente stradale mortale in cui un pedone veniva investito da un autoarticolato. Il Tribunale, in primo grado, accertava la responsabilità del conducente e condannava l’Ufficio Centrale Italiano (UCI), in rappresentanza dell’assicuratore estero, a risarcire i congiunti della vittima. Uno degli eredi, tuttavia, riteneva che la somma liquidatagli fosse inferiore al dovuto. In particolare, lamentava che dal suo risarcimento fosse stata erroneamente detratta una somma di 18.000 euro, versata dall’assicurazione a titolo di acconto, che egli sosteneva dovesse essere imputata a copertura di specifiche spese legali stragiudiziali.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello rigettava la richiesta dell’erede. I giudici di secondo grado osservavano che il Tribunale aveva semplicemente detratto la somma versata come acconto generico, senza che venisse specificata una precisa imputazione. Poiché l’appellante non aveva fornito prova di un suo specifico e distinto credito per le spese stragiudiziali, la detrazione dall’importo complessivo del risarcimento era stata considerata legittima.

La Regola sull’Imputazione Pagamento secondo la Cassazione

Insoddisfatto, l’erede proponeva ricorso in Cassazione, lamentando sia un vizio di motivazione (definita “apparente”) sia la violazione delle norme sull’imputazione pagamento (art. 1193 c.c.). La Suprema Corte ha respinto entrambi i motivi, cogliendo l’occasione per ribadire un principio fondamentale in materia di onere della prova.

Le motivazioni

La Corte ha innanzitutto escluso che la motivazione della sentenza d’appello fosse “apparente”. I giudici di merito avevano chiaramente spiegato il loro ragionamento: in assenza di una prova su un credito specifico per spese stragiudiziali, l’acconto versato era stato correttamente sottratto dal credito principale per il risarcimento del danno. La decisione era stata rigettata non per un’errata applicazione delle regole di imputazione, ma perché non era stato provato un maggior credito dell’appellante.

Sul punto centrale, quello relativo all’imputazione pagamento, la Cassazione ha chiarito che le norme del codice civile (art. 1193 c.c.) si applicano quando è accertata l’esistenza di più debiti. In questo caso, il problema era a monte: l’esistenza stessa di un debito autonomo per il rimborso delle spese stragiudiziali non era stata dimostrata. Citando un proprio precedente (Cass. n. 10322/2020), la Corte ha ribadito il principio secondo cui, se il debitore dimostra di aver versato somme idonee a estinguere il debito per cui è stato citato in giudizio, spetta al creditore (in questo caso l’erede) che vuole imputare quel pagamento a un altro credito, dimostrare sia l’esistenza di quest’altro debito, sia i presupposti per applicare i criteri di imputazione.

Le conclusioni

La pronuncia è di estrema importanza pratica. Essa stabilisce che un creditore che riceve un acconto non può arbitrariamente decidere di imputarlo a un credito secondario (come quello per spese stragiudiziali) se non è in grado di provare in giudizio l’esistenza e l’esigibilità di tale credito. L’onere della prova grava interamente su di lui. In mancanza di tale dimostrazione, il pagamento viene correttamente detratto dal debito principale e provato in giudizio. Questa regola garantisce chiarezza e certezza nei rapporti tra debitore e creditore, evitando che pagamenti effettuati a titolo di acconto possano essere imputati a crediti non sufficientemente dimostrati.

Se un debitore ha più debiti verso lo stesso creditore ed effettua un pagamento, come si stabilisce quale debito viene saldato?
Secondo l’art. 1193 del Codice Civile, spetta innanzitutto al debitore dichiarare quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, la scelta spetta al creditore. Se nessuno dei due si esprime, la legge stabilisce criteri sussidiari (es. prima il debito scaduto, poi quello meno garantito, ecc.).

Cosa deve fare un creditore per imputare un pagamento a un credito diverso da quello principale oggetto di causa?
Il creditore deve prima di tutto dimostrare in giudizio l’esistenza di questo credito alternativo. Secondo la sentenza, non basta affermare di avere un altro credito (es. per spese stragiudiziali); è necessario fornire la prova concreta della sua esistenza, del suo ammontare e della sua esigibilità. Questo è un’applicazione diretta del principio dell’onere della prova (art. 2697 c.c.).

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello non fosse ‘apparente’?
La Corte ha stabilito che la motivazione non era apparente perché i giudici d’appello avevano esposto un ragionamento logico e comprensibile: avevano rigettato la richiesta dell’appellante non per una questione di imputazione del pagamento, ma perché egli non aveva provato di avere un credito maggiore rispetto a quanto già liquidato. La decisione era basata sulla mancanza di prova del credito per spese stragiudiziali, un argomento chiaro e non generico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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