Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 3893 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 3893 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 12/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 18412/2020 R.G. proposto da:
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore Generale, domiciliata ex lege in ROMA, INDIRIZZO presso la CANCELLERIA RAGIONE_SOCIALE CORTE di CASSAZIONE, rappresentata e difesa dagli avvocati COGNOME NOME, COGNOME NOME;
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE, (già RAGIONE_SOCIALE) in persona degli Amministratori Unici del Socio Accomandatario, domiciliata ex lege in ROMA, INDIRIZZO presso la CANCELLERIA RAGIONE_SOCIALE CORTE di CASSAZIONE, rappresentata e difesa dall’avvocato COGNOME NOME;
avverso SENTENZA RAGIONE_SOCIALE CORTE D’APPELLO di RAGIONE_SOCIALE n. 262/2020 depositata il 03/03/2020.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 19/10/2023 dal Consigliere NOME COGNOME.
Rilevato che
Con decreto n. 4727/2011 il Tribunale di RAGIONE_SOCIALE ingiunse alla RAGIONE_SOCIALE il pagamento RAGIONE_SOCIALE somma di euro 19.471,17 in favore RAGIONE_SOCIALE società RAGIONE_SOCIALE a titolo di saldo per il rimborso di prestazioni farmaceutiche maturate per le mensilità da marzo ad agosto 2011, oltre a interessi moratori ex art. d.lgs. 231/2002.
Avverso il decreto propose opposizione l’RAGIONE_SOCIALE, eccependo di aver provveduto al pagamento dei crediti anteriormente al deposito del ricorso monitorio nei termini di cui al D.P.R. 371/1998, con ordinativi di pagamento e relativi bonifici specificamente indicati nell’atto di opposizione, nei quali era contenuta la specifica indicazione dei debiti che la RAGIONE_SOCIALE intendeva estinguere, ai sensi dell’art. 1193 c.c., con la conseguenza che l’imputazione di tali pagamenti agli interessi, effettuata dalla farmacia creditrice, era priva di efficacia.
Inoltre, nel caso di specie non era applicabile l’art. 1194 c.c., che si riferisce al pagamento parziale del debitore nel caso vi sia un debito da soddisfare comprensivo di capitale, spese ed interessi.
Nel caso di specie l’RAGIONE_SOCIALE aveva pagato integralmente i debiti relativi alle distinte contabili da marzo 2011 ad agosto 2011, sicché tali debiti non comprendevano interessi o spese.
Si costituì l’opposta RAGIONE_SOCIALE, chiedendo il rigetto dell’opposizione.
Il Tribunale di RAGIONE_SOCIALE, con la sentenza n. 3464/2014, accolse l’opposizione, revocando il decreto ingiuntivo opposto.
Il giudice prime cure ritenne applicabile, al caso di specie l’art. 1193 c.c. sul presupposto che i crediti vantati dall’appellante nei confronti RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, annoverati nelle distinte contabili prodotte in giudizio, inerenti ciascuna ad una distinta mensilità, fossero diversi l’uno dall’altro, avendo ciascuno una autonoma causa petendi .
La decisione è stata riformata dalla Corte d’appello di RAGIONE_SOCIALE con la sentenza n. 262/2020, depositata il 3 marzo 2020.
La Corte territoriale, premesso che il servizio di erogazione dei farmaci è riconducibile all’unico originario rapporto di durata che ogni farmacia instaura con il RAGIONE_SOCIALE, ha ritenuto che la RAGIONE_SOCIALE non avrebbe potuto imputare i pagamenti effettuati, secondo la sua discrezionalità, alle mensilità non adempiute, ostandovi il criterio previsto dall’art. 1194 comma 1 c.c., in virtù del quale l’imputazione sarebbe dovuta avvenire prima con riferimento agli interessi e alle spese e poi al capitale.
Ha quindi condannato la RAGIONE_SOCIALE appellata al pagamento RAGIONE_SOCIALE somma richiesta con il ricorso monitorio, provato dagli atti di imputazione di pagamento inviati dalla RAGIONE_SOCIALE all’RAGIONE_SOCIALE appellata in seguito alla ricezione di ciascuno dei bonifici con i quali l’RAGIONE_SOCIALE medesima aveva ritenuto di estinguere i debiti.
Con riferimento a ciascun bonifico di pagamento, infatti, la RAGIONE_SOCIALE aveva contestato l’imputazione operata dalla RAGIONE_SOCIALE e riconteggiato le somme da imputare ad interessi e al capitale, allegando ad ogni atto di imputazione i prospetti aggiornati, rispetto ai quali l’appellata aveva prestato acquiescienza, non avendo sollevato alcuna contestazione.
Avverso tale sentenza propone ricorso per cassazione, sulla base di due motivi, l’RAGIONE_SOCIALE.
Resiste con controricorso la RAGIONE_SOCIALE, che ha depositato anche memoria.
Considerato che
4.1. Con il primo motivo la ricorrente denunzia <> degli artt. 1193 e 1994 c.c., in relazione all’art. 360, n. 3, c.p.c.
Si duole non essersi considerato che i crediti vantati dalle farmacie sono omogenei ma con titolo e causa diversi, costituiti dalla convenzione e dalle singole prestazioni farmaceutiche effettuate in ciascun mese, come si evince anche da precedente pronuncia RAGIONE_SOCIALE S.C. ove si è escluso che ai crediti delle farmacie nei confronti del SSN si applichi la prescrizione quinquennale di cui all’art. 2948 c.c., non trattandosi di un’obbligazione con periodicità imposta da cadenze obbligate, ma solo da esigenze di rendiconto.
Lamenta che il diritto di credito RAGIONE_SOCIALE farmacia è un diritto eterodeterminato, individuabile da fatti costitutivi diversi da mese a mese, essendo pertanto le prestazioni di cui si chiede il pagamento diverse ogni mese.
Pertanto, trattandosi di una pluralità di crediti, ricorrerebbero i presupposti per l’applicazione dell’art. 1193 c.c., primo comma, mentre non rileverebbe l’eccezione prevista dall’art. 1194 c.c., limitata al caso di pagamento parziale di un unico credito.
L’RAGIONE_SOCIALE pertanto avrebbe provveduto al pagamento integrale e nei termini previsti dal d.p.r. 371/ 98 dei debiti portati nelle distinte contabili riepilogative relative alle mensilità di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio e agosto 2011, anteriormente al deposito del provvedimento monitorio.
La RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE avrebbe inoltre esercitato tempestivamente la propria facoltà di imputazione dei pagamenti, in maniera contestuale agli stessi, indicando nei mandati di pagamento e nei relativi bonifici la causale idonea ad individuare i debiti che aveva inteso adempiere.
4.2. Con il secondo motivo, la ricorrente denunzia, in relazione all’art. 360, n. 3, c.p.c., la violazione e falsa applicazione degli artt.
1193 e 2697 c.c., per aver la Corte di appello omesso di valutare se il creditore avesse provato l’esistenza e l’esigibilità dell’asserito credito pregresso.
5. Il ricorso è sotto plurimi profili inammissibile.
Va anzitutto osservato che non risulta osservato il requisito RAGIONE_SOCIALE esposizione sommaria dei fatti prescritto a pena di inammissibilità all’art. 366, primo comma n. 3, cod. proc. civ., che, essendo considerato come uno specifico requisito di contenuto-forma del ricorso, deve consistere in una esposizione capace di garantire alla Corte di cassazione una chiara e completa cognizione del fatto sostanziale che ha originato la controversia e del fatto processuale, senza dover ricorrere ad altre fonti o atti in suo possesso, compresa la RAGIONE_SOCIALE sentenza impugnata (Cass. sez. un. 18/05/2006, n. 11653).
La prescrizione del requisito non soddisfa un’esigenza di mero formalismo, ma è votata a consentire una conoscenza chiara e completa dei fatti di causa, sostanziali e o processuali, che permetta di bene intendere il significato e la portata delle censure rivolte al provvedimento impugnato (Cass. sez. un. n. 2602 del 2003).
Stante tale funzione, per soddisfare il requisito imposto dall’articolo 366 comma primo n. 3 cod. proc. civ. è necessario che il ricorso per cassazione contenga, sia pure in modo non analitico o particolareggiato, l’indicazione sommaria delle reciproche pretese delle parti, con i presupposti di fatto e le ragioni di diritto che le hanno giustificate, delle eccezioni, delle difese e delle deduzioni di ciascuna parte in relazione alla posizione avversaria, dello svolgersi RAGIONE_SOCIALE vicenda processuale nelle sue articolazioni e, dunque, delle argomentazioni essenziali, in fatto e in diritto, su cui si è fondata la sentenza di primo grado, delle difese svolte dalle parti in appello, ed in fine del tenore RAGIONE_SOCIALE sentenza impugnata.
Poiché il ricorso, nell’esposizione del fatto, non rispetta tali contenuti è inammissibile.
5.1 . Il primo motivo è, invece, inammissibile perché è inidonea la censura formulata nel ricorso a pag. 8 con cui impugna la ratio decidendi RAGIONE_SOCIALE sentenza impugnata.
Né tantomeno rispetta le prescrizioni dettate dall’art. 366 c.p.c., comma 1, nn. 4 e 6 c.p.c., stante l’inosservanza dei principi di specificità. anche declinato secondo le indicazioni RAGIONE_SOCIALE sentenza CEDU 28 ottobre 2021, COGNOME e altri c/ Italia, la quale ha ribadito, in sintesi, che il fine legittimo, in linea generale ed astratta, del principio di autosufficienza del ricorso è la semplificazione dell’attività del giudice di legittimità unitamente alla garanzia RAGIONE_SOCIALE certezza del diritto e alla corretta amministrazione RAGIONE_SOCIALE giustizia, (ai p. ti 74 e 75 in motivazione), investendo questa Corte del compito di non farne una interpretazione troppo formale che limiti il diritto di accesso ad un organo giudiziario (al p.to 81 in motivazione), esso (il principio di autosufficienza) può dirsi soddisfatto solo se la parte riproduce il contenuto del documento o degli atti processuali su cui si fonda il ricorso e se sia specificamente segnalata la loro presenza negli atti del giudizio di merito (così Cass., Sez. Un., 18/03/2022, n. 8950): requisito che può essere concretamente soddisfatto ‘anche’ fornendo nel ricorso, in ottemperanza dell’art. 369, comma 2°, n. 4 cod. proc. civ., i riferimenti idonei ad identificare la fase del processo di merito in cui siano stati prodotti o formati rispettivamente, i documenti e gli atti processuali su cui il ricorso si fonda’ (Cass. 19/04/2022, n. 12481);
Qualunque sia il tipo di errore denunciato (in procedendo o in iudicando), il ricorrente ha l’onere di indicare specificatamente, a pena di inammissibilità, i motivi di impugnazione, esplicandone il contenuto e individuando, in modo puntuale, gli atti processuali e i documenti sui quali il ricorso si fonda, oltre ai fatti che potevano
condurre, se adeguatamente considerati, ad una diversa decisione. E ciò perché il ricorso deve ‘contenere, in sé, tutti gli elementi che diano al giudice di legittimità la possibilità di provvedere al diretto controllo RAGIONE_SOCIALE decisività dei punti controversi e RAGIONE_SOCIALE correttezza e sufficienza RAGIONE_SOCIALE motivazione RAGIONE_SOCIALE decisione impugnata’ (v. Cass. civ., Sez. III, Ord., 8/08/2023, n. 24179; Cass. civ., Sez. III, Ord., 13/07/2023, n. 20139; Cass. civ., Sez. V, Ord., 10/07/2023, n. 19524; Cass. civ., Sez. V, Ord., 22/06/2023, n. 17983; Cass. civ., Sez. I, Ord., 25/05/2023, n. 14595; Cass. civ., Sez. III, Ord., 14/02/2023, n. 4571; Cass. civ., Sez. V, 20/07/2022, n. 22680; Cass. civ., Sez. 1, 19/04/2022, n. 12481; Cass. civ., Sez. V, Ord., 13/01/2021, n. 342; Cass. civ., Sez. 1, 10/12/2020, n. 28184; Cass. civ., SS. UU., 27/12/2019, n. 34469).
Infine, non può non sottacersi che diversamente da quanto sostiene la RAGIONE_SOCIALE ricorrente, dall’ordinanza RAGIONE_SOCIALE sesta sezione di questa Corte n. 30546 del 20 dicembre 2017, non è possibile desumere un principio generale secondo cui i crediti vantati dalle farmacie nei confronti del RAGIONE_SOCIALE per l’erogazione dei farmaci, riportati nelle distinte contabili riepilogative relative a ciascuna diversa mensilità, sarebbero una pluralità crediti distinti tra loro, con titolo e causa diversi.
L’ordinanza richiamata, infatti, si è limitata ad affermare che le obbligazioni nascenti dal rapporto convenzionale tra farmacie e SSN non rientrano tra quelle il cui adempimento deve avvenire periodicamente a cadenze obbligate, in quanto le prestazioni di consegna dei farmaci e il conseguente rimborso da parte del SSN hanno cadenza mensile per esigenze di rendiconto e possono eventualmente mancare ove la farmacia in una mensilità non abbia consegnato i farmaci.
Da ciò consegue che, per tali prestazioni, non è giustificata la prescrizione breve di cui all’art. 2948 c.c., la quale riguarda prestazioni che maturano con il decorso del tempo e che, pertanto,
divengono esigibili solo alle scadenze convenute, giacché costituiscono corrispettivo RAGIONE_SOCIALE controprestazione resa per i periodi ai quali i singoli pagamenti si riferiscono (Cass. civ., Sez. III, 30 gennaio 2008, n. 2086).
La non applicabilità RAGIONE_SOCIALE prescrizione quinquennale non comporta invece quale conseguenza l’esclusione del carattere unitario dell’obbligazione. Al contrario, l’applicazione dell’art. 2948 c.c. è esclusa dalla giurisprudenza quando il corrispettivo contrattuale consiste in una prestazione unitaria, pur eseguibile frazionatamente nel tempo, come nel caso del contratto di leasing in cui è dilazionata l’esigibilità delle singole rate del finanziamento, ma l’utilizzatore è tenuto a restituirne l’intero, essendo unitaria la prestazione che egli si impegna ad eseguire (Cass. civ., Sez. III, 30 gennaio 2008, n. 2086).
Peraltro, questa Corte ha di recente confermato la natura unitaria delle prestazioni di erogazione dei farmaci, affermando che le stesse costituiscono ‘adempimento parziale dell’unico rapporto obbligatorio, sorto tra le Aziende sanitarie e le farmacie e disciplinato dall’accordo collettivo trasfuso nel D.P.R, 371 del 1998’ (Cass. civ., Sez. III, 12 febbraio 2019, n. 3968).
Alla luce di ciò, trattandosi nel caso di specie di obbligazioni di pagamento facenti riferimento ad un’unica causa, deve ritenersi non applicabile la disciplina di cui all’art. 1193 c.c., che ha come necessario presupposto la sussistenza di più crediti di uno stesso creditore nei confronti del medesimo debitore (Cass. civ., Sez. III, 14 settembre 2022, n. 27076).
5.3. Il terzo motivo è inammissibile per difetto di autosufficienza, poiché la RAGIONE_SOCIALE omette di indicare in quale sede, nel corso del presente giudizio, avrebbe contestato l’esistenza di debiti diversi da quelli a cui aveva imputato i pagamenti, con la conseguenza che a questa Corte non è consentito verificare se il tema sia stato sollevato per la prima volta nell’ambito del giudizio di legittimità.
6. Le spese del giudizio di legittimità seguono la soccombenza.
P.Q.M.
la Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese del presente giudizio di legittimità in favore RAGIONE_SOCIALE controricorrente che liquida in complessivi Euro 3.200 di cui 200 per esborsi, accessori di legge e spese generali.
Ai sensi dell’art. 13, comma 1 -quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, inserito dall’art. 1, comma 17 RAGIONE_SOCIALE l. n. 228 del 2012, dà atto RAGIONE_SOCIALE sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente principale, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello, ove dovuto, per il ricorso principale, a norma del comma 1-bis del citato art. 13.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio RAGIONE_SOCIALE Sezione Terza