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Impugnazione spese processuali e competenza: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2424/2024, chiarisce le modalità di impugnazione delle sentenze che dichiarano l’incompetenza del giudice e condannano alle spese. Viene stabilito che l’impugnazione spese processuali non può avvenire tramite appello ordinario se la critica è indirettamente rivolta alla decisione sulla competenza. In questi casi, lo strumento corretto è il regolamento di competenza, al fine di evitare contraddizioni nel sistema giudiziario. L’appello è ammesso solo se contesta autonomamente la liquidazione delle spese.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione Spese Processuali: L’Errore da Evitare in Caso di Incompetenza

Quando un giudice si dichiara incompetente a decidere una causa, la parte soccombente si trova di fronte a una condanna al pagamento delle spese legali. La tentazione di contestare tale condanna è forte, ma come farlo nel modo corretto? La recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale della procedura: l’errata impugnazione spese processuali tramite appello, quando in realtà si sta mettendo in discussione la decisione sulla competenza. Analizziamo insieme questo caso per capire quale sia lo strumento processuale corretto e quali rischi si corrono scegliendo la via sbagliata.

I Fatti del Caso: Dalla Causa Iniziale al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da una causa societaria intentata presso il Tribunale di Milano. Quest’ultimo, accogliendo l’eccezione delle controparti, dichiara la propria incompetenza per territorio, indicando come foro competente il Tribunale di Ancona. Contestualmente, condanna gli attori a rimborsare le spese processuali a ciascuna delle parti convenute, aggiungendo anche una condanna per lite temeraria ai sensi dell’art. 96 c.p.c.

Uno degli attori originali, ritenendo ingiusta la condanna alle spese, propone appello avverso la sentenza di primo grado. La Corte d’Appello di Milano, tuttavia, dichiara l’impugnazione inammissibile. La ragione? I motivi di appello, pur essendo formalmente diretti contro la statuizione sulle spese, erano in realtà fondati sulla presunta erroneità della decisione sulla competenza. Secondo la corte territoriale, una simile censura doveva essere sollevata attraverso lo specifico rimedio del regolamento necessario di competenza, e non con un appello ordinario.

La questione giunge così all’attenzione della Corte di Cassazione, chiamata a stabilire se sia legittimo utilizzare l’appello per ottenere una riforma della condanna alle spese, quando questa è una diretta conseguenza di una declaratoria di incompetenza.

La Decisione della Cassazione sull’Impugnazione Spese Processuali

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e consolidando un importante principio procedurale. Gli Ermellini hanno chiarito che non è possibile utilizzare un mezzo di impugnazione ordinario, come l’appello, per contestare le spese processuali se il vero obiettivo è rimettere in discussione la statuizione sulla competenza.

L’impugnazione spese processuali è certamente possibile, ma solo se le censure sono autonome e non dipendenti dalla questione pregiudiziale della competenza. In altre parole, si può appellare la condanna alle spese se si contesta, ad esempio, l’ammontare liquidato dal giudice o la violazione della regola della soccombenza, ma non se si afferma che le spese non sono dovute perché il giudice ha sbagliato a dichiararsi incompetente.

Le Motivazioni: Perché l’Appello Non è lo Strumento Corretto

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su ragioni logiche e sistemiche volte a preservare la coerenza dell’ordinamento giuridico.

La Distinzione Cruciale: Impugnare le Spese vs. Impugnare la Competenza

Il cuore del ragionamento risiede nella distinzione tra il capo della sentenza relativo alla competenza e quello accessorio relativo alle spese. L’articolo 336 del codice di procedura civile stabilisce che la riforma o la cassazione di una parte della sentenza si estende anche alle parti dipendenti. La condanna alle spese è, per sua natura, dipendente dalla decisione principale (in questo caso, sulla competenza).

Se si impugnano le spese sostenendo che la decisione sulla competenza era sbagliata, si sta chiedendo al giudice d’appello di pronunciarsi, anche se indirettamente, proprio sulla competenza. Questo, però, è un ambito riservato a uno strumento specifico e necessario: il regolamento di competenza. Permettere l’appello in questi casi significherebbe eludere un rimedio processuale obbligatorio.

Il Rischio di una ‘Contraddizione Intollerabile’ nell’Ordinamento

Consentire un appello per questi motivi creerebbe una situazione paradossale. La sentenza d’appello, riformando le spese sulla base di una riconsiderazione della competenza, produrrebbe un accertamento con efficacia di cosa giudicata sulla questione della competenza stessa. Questo potrebbe entrare in conflitto con gli sviluppi del processo di merito, che nel frattempo dovrebbe essere riassunto davanti al giudice dichiarato competente. Si verificherebbe così una ‘intollerabile contraddizione’ con un provvedimento giurisdizionale sulla competenza reso da un giudice (quello d’appello) che non era legittimato a pronunciarsi in quella forma.

Le Conclusioni: Il Principio di Diritto e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: ‘non è impugnabile nei modi ordinari, ai fini della esclusiva riforma del capo sulle spese, un provvedimento giurisdizionale che abbia pronunciato soltanto sulla competenza e sulle spese di lite, se il motivo di censura si basi sulla illegittimità della statuizione sulla competenza e non sul mancato rispetto della disciplina sulle spese processuali’.

In conclusione, questa ordinanza offre un’indicazione chiara per gli operatori del diritto. La scelta del mezzo di impugnazione non è libera ma vincolata alla natura della censura che si intende sollevare. Se il problema è la competenza, la strada è quella del regolamento. Se il problema è solo la quantificazione o l’imputazione delle spese, allora si può procedere con l’appello. Confondere i due percorsi porta a una declaratoria di inammissibilità, con ulteriore dispendio di tempo e risorse.

Posso usare un normale appello per contestare la condanna alle spese se il giudice si è dichiarato incompetente?
No, non è possibile utilizzare l’appello se la ragione della contestazione delle spese è basata sulla presunta erroneità della decisione sulla competenza. In questo caso, lo strumento obbligatorio è il regolamento di competenza.

In quali casi è possibile appellare solo la parte della sentenza relativa alle spese processuali?
È possibile quando le critiche sono rivolte esclusivamente alla statuizione sulle spese, indipendentemente dalla questione della competenza. Ad esempio, si può contestare l’ammontare liquidato dal giudice o una violazione del principio di soccombenza.

Perché non si può usare l’appello per criticare la competenza in via indiretta, attraverso la contestazione delle spese?
Perché ciò eluderebbe il rimedio specifico previsto dalla legge (il regolamento di competenza) e porterebbe a una decisione sulla competenza con efficacia di giudicato da parte di un giudice non preposto a farlo in quella sede. Questo creerebbe una potenziale e ‘intollerabile contraddizione’ all’interno del sistema giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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