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Impugnazione spese di giudizio: la Cassazione chiarisce

Un’azienda vince una causa per incompetenza territoriale ma contesta la compensazione delle spese. La Cassazione chiarisce che l’impugnazione spese di giudizio, in questo caso, deve avvenire con appello ordinario e non con regolamento di competenza. La Corte ha prima annullato una propria ordinanza viziata da errore materiale e poi deciso il ricorso nel merito.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione Spese di Giudizio: La Cassazione Annulla un Proprio Errore e Fa Chiarezza

L’impugnazione spese di giudizio rappresenta un momento cruciale del contenzioso, specialmente quando la decisione principale riguarda una questione puramente processuale come la competenza territoriale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione non solo sul merito della questione, ma anche sulla capacità del sistema giudiziario di correggere i propri errori, persino quelli più radicali.

I Fatti del Caso: Dalla Giurisdizione alle Spese

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da un fondo pensione contro un’azienda di servizi ambientali per il recupero di contributi previdenziali. L’azienda si opponeva al decreto, sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale: sosteneva che il giudice adito non fosse quello corretto e che la causa dovesse essere trattata presso il tribunale della città in cui aveva sede il fondo pensione.

Il Tribunale di primo grado accoglieva l’eccezione, dichiarava la propria incompetenza e revocava il decreto ingiuntivo. Tuttavia, decideva di compensare integralmente le spese di lite tra le parti, motivando la scelta con la novità della questione trattata.

L’azienda, pur avendo vinto sulla questione principale della competenza, decideva di appellare la sentenza limitatamente alla statuizione sulle spese. La Corte d’Appello, però, dichiarava l’appello inammissibile. Secondo i giudici di secondo grado, una decisione sulla competenza, anche per la parte relativa alle spese, deve essere impugnata esclusivamente con lo strumento specifico del regolamento di competenza, previsto dall’art. 42 c.p.c.

L’Errore della Cassazione e la Necessaria Correzione

Giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, la causa ha avuto un percorso accidentato. Inizialmente, la Corte ha emesso un’ordinanza che, pur riportando correttamente i nomi delle parti, conteneva motivazioni e dispositivo appartenenti a un caso completamente diverso. Questo tipo di errore, definito ‘svista evidente’, ha generato una ‘nullità insanabile’ del provvedimento, rendendolo di fatto inesistente.

La stessa Corte, riconoscendo l’errore, ha dovuto avviare un procedimento di correzione d’ufficio, che ha portato all’annullamento della prima, errata ordinanza. Solo a questo punto è stato possibile procedere a un nuovo esame del ricorso originale.

La corretta via per l’impugnazione spese di giudizio

Nel riesaminare il caso, la Suprema Corte ha affrontato il nodo centrale della questione: qual è lo strumento corretto per contestare la sola decisione sulle spese quando questa è accessoria a una pronuncia di incompetenza? Contrariamente a quanto stabilito dalla Corte d’Appello, la Cassazione ha affermato che lo strumento da utilizzare è l’appello ordinario e non il regolamento di competenza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale, rafforzato dopo le riforme legislative del 2009. I giudici hanno spiegato che il regolamento di competenza è uno strumento ‘necessario’ solo quando si contesta la decisione sulla giurisdizione o sulla competenza in sé. Quando, invece, la parte soccombente sulla competenza o, come in questo caso, la parte vittoriosa sulla competenza intende contestare esclusivamente la statuizione sulle spese (ad esempio, perché compensate ingiustamente), la questione non riguarda più la competenza, ma il merito della ripartizione degli oneri processuali. Di conseguenza, si deve ricorrere ai mezzi di impugnazione ordinari.

Citando una pronuncia delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che imporre il regolamento di competenza in questi casi creerebbe una lacuna legislativa, poiché tale strumento non avrebbe alcuna ragione correlata alla sua funzione. La decisione sulle spese è una decisione di merito, seppur accessoria, e come tale deve essere soggetta alle regole generali di impugnazione.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione svolge una duplice funzione. In primo luogo, dimostra trasparenza e rigore nell’annullare un proprio provvedimento affetto da un vizio radicale, assicurando la corretta amministrazione della giustizia. In secondo luogo, ribadisce un principio fondamentale in materia di impugnazione spese di giudizio: la scelta del mezzo di impugnazione dipende dall’oggetto della doglianza. Se si contesta la competenza, si usa il regolamento; se si contesta solo la liquidazione delle spese, si usa l’appello. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa a una diversa sezione della stessa Corte d’Appello, che dovrà ora decidere nel merito la controversia sulle spese, attenendosi al principio di diritto enunciato.

Quando una decisione riguarda solo la competenza e le spese, come si contesta la parte relativa alle spese?
Se si intende contestare esclusivamente la decisione sulle spese processuali, anche se legata a una pronuncia di incompetenza, si deve utilizzare il mezzo di impugnazione ordinario (l’appello), non il regolamento di competenza.

Un’ordinanza della Cassazione con motivazione di un’altra causa è valida?
No, un’ordinanza che, per un errore materiale, riporta l’intestazione corretta ma la motivazione e il dispositivo di un’altra causa è affetta da nullità insanabile, ovvero un vizio così grave da renderla del tutto inesistente e non correggibile.

La parte che vince sulla questione di competenza può impugnare la decisione sulle spese legali?
Sì, la parte che risulta vittoriosa sulla questione di competenza ha il diritto di impugnare la decisione sulle spese (ad esempio, se il giudice le ha compensate anziché porle a carico della controparte) utilizzando i mezzi di impugnazione ordinari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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