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Impugnazione lodo arbitrale: quando è inammissibile?

Una società edilizia ha tentato l’impugnazione di un lodo arbitrale sfavorevole, lamentando vizi procedurali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio chiave: le eccezioni sulla natura dell’arbitrato (rituale o irrituale) devono essere sollevate durante il procedimento arbitrale stesso, non per la prima volta in sede di impugnazione. Eventuali irregolarità nella comunicazione del lodo, se non ledono il diritto di difesa, non ne comportano la nullità.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione Lodo Arbitrale: Quando l’Eccezione è Tardiva?

L’istituto dell’arbitrato rappresenta una via alternativa e spesso più rapida per la risoluzione delle controversie. Tuttavia, la decisione degli arbitri, il cosiddetto lodo, può essere contestata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti e le tempistiche per una corretta impugnazione lodo arbitrale, sottolineando l’importanza della tempestività nel sollevare determinate eccezioni procedurali. Analizziamo insieme questo caso per capire quali sono le insidie da evitare.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia legata a un contratto d’appalto tra una società cooperativa edilizia e una S.R.L. In virtù di una clausola compromissoria presente nel contratto, la questione è stata deferita a un collegio arbitrale. Quest’ultimo, con un lodo, ha condannato la società cooperativa al pagamento di oltre 1,7 milioni di euro.

Ritenendo il lodo viziato, la cooperativa ha promosso un’impugnazione per nullità davanti alla Corte d’Appello, lamentando diverse violazioni procedurali. La Corte territoriale, però, ha dichiarato l’impugnazione inammissibile. Di conseguenza, la società soccombente ha proposto ricorso per cassazione, basando le proprie doglianze su quattro motivi principali.

L’Impugnazione Lodo Arbitrale in Cassazione

I motivi del ricorso vertevano su presunti errori procedurali commessi durante l’arbitrato e sulla loro valutazione da parte della Corte d’Appello. Nello specifico, la ricorrente denunciava:

1. Violazione delle norme sulla comunicazione del lodo: il collegio arbitrale aveva inviato ai difensori una bozza del lodo in formato word, priva di firme, anziché una copia firmata del provvedimento.
2. Violazione del principio del contraddittorio: la modalità di comunicazione avrebbe leso il diritto di difesa.
3. Erronea qualificazione dell’arbitrato: si sosteneva che l’arbitrato fosse stato erroneamente considerato ‘rituale’ mentre avrebbe dovuto essere ‘irrituale’, con conseguenze sulla validità della procedura seguita.
4. Nullità della sentenza d’appello: di conseguenza, la sentenza che aveva ritenuto l’arbitrato rituale e non censurabile nel merito era da considerarsi nulla.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato in ogni suo punto. Le motivazioni offrono importanti chiarimenti sulla disciplina dell’impugnazione lodo arbitrale.

Irregolarità nella Comunicazione del Lodo

Sul primo motivo, la Corte ha stabilito che la modalità di comunicazione del lodo, sebbene non perfettamente conforme alle previsioni, costituisce una mera irregolarità e non una causa di nullità. La nullità, infatti, si verifica solo nei casi espressamente previsti dalla legge o dalla convenzione arbitrale, e in questo caso non vi era alcuna sanzione di questo tipo. Inoltre, non è stata dimostrata alcuna lesione concreta del diritto di difesa.

La Tempestività nell’Eccezione sulla Natura dell’Arbitrato

Il punto cruciale della decisione riguarda il terzo e quarto motivo, relativi alla natura dell’arbitrato. La Suprema Corte, richiamando un suo precedente orientamento (Cass. 2066/2022), ha affermato un principio fondamentale: l’eccezione relativa alla natura rituale o irrituale dell’arbitrato deve essere sollevata nel corso del giudizio arbitrale stesso. Proporla per la prima volta in sede di impugnazione lodo arbitrale è tardivo e, pertanto, inammissibile. Le parti hanno il dovere di contestare immediatamente eventuali vizi procedurali di cui vengono a conoscenza, senza attendere l’esito del giudizio per poi farli valere solo in caso di soccombenza.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce la necessità di una condotta processuale diligente e tempestiva da parte dei difensori nel corso dei procedimenti arbitrali. La decisione della Cassazione cristallizza il principio secondo cui non è possibile ‘conservare’ le eccezioni procedurali per giocarle solo in un secondo momento, durante l’impugnazione del lodo. Questa regola mira a garantire la stabilità delle decisioni arbitrali e a prevenire tattiche dilatorie, rafforzando l’efficacia dell’arbitrato come strumento di risoluzione delle controversie. Per le parti coinvolte, la lezione è chiara: ogni potenziale vizio procedurale deve essere contestato subito, pena la perdita del diritto di farlo valere in futuro.

L’invio di una bozza non firmata del lodo arbitrale via PEC è motivo di nullità?
No. Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di una mera irregolarità che non comporta la nullità del lodo, a meno che la legge o la convenzione arbitrale non prevedano espressamente tale sanzione e non venga dimostrato un concreto pregiudizio al diritto di difesa.

Quando va sollevata l’eccezione sulla natura rituale o irrituale di un arbitrato?
L’eccezione sulla natura dell’arbitrato deve essere sollevata durante lo svolgimento del procedimento arbitrale stesso. Secondo la Corte, proporla per la prima volta in sede di impugnazione del lodo è tardivo e rende la contestazione inammissibile.

La violazione delle norme sulla comunicazione del lodo lede sempre il principio del contraddittorio?
Non necessariamente. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che il principio del contraddittorio non fosse stato violato, poiché ciò che rileva ai fini dell’impugnazione è che sia stabilito un identico termine iniziale (‘dies a quo’) per entrambe le parti, garantendo così pari opportunità di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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