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Impugnazione incidentale tardiva: Cassazione rinvia

Una società agricola chiede i danni allo Stato e a un’Azienda Sanitaria per contaminazione da diossina. In appello, l’impugnazione incidentale tardiva dell’Azienda Sanitaria viene dichiarata inammissibile perché la sua responsabilità e quella dello Stato derivano da “titoli diversi”. La Cassazione, ritenendo la questione di particolare importanza, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la causa a pubblica udienza per un esame approfondito.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione incidentale tardiva tra coobbligati: la Cassazione fa il punto

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, Sezione Terza Civile, n. 27861 del 2025, affronta una complessa questione processuale relativa all’ammissibilità dell’impugnazione incidentale tardiva tra coobbligati solidali. La vicenda, nata da una richiesta di risarcimento danni per contaminazione da diossina, pone un interrogativo fondamentale: quando la responsabilità solidale deriva da cause diverse, è ancora possibile per un convenuto appellare tardivamente la sentenza dopo l’impugnazione di un altro? La Corte, riconoscendo la rilevanza del tema, ha deciso di non risolvere subito il caso, ma di rinviarlo a una pubblica udienza per una discussione più approfondita.

I fatti di causa

Una società agricola ha citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e un’Azienda Sanitaria Locale (ASL), chiedendo un ingente risarcimento per i danni subiti a causa della chiusura della propria attività. La colpa attribuita allo Stato era l’omessa e tardiva trasposizione di una direttiva comunitaria sui limiti di diossina nei mangimi. All’ASL, invece, veniva contestata l’omessa e tardiva comunicazione dei risultati di analisi che avevano rilevato un’elevata presenza di diossina, fatto che aveva portato al sequestro e all’abbattimento dell’intera mandria.
Il Tribunale di primo grado ha accolto la domanda, condannando entrambi gli enti in solido al pagamento di oltre 36 milioni di euro. La Presidenza del Consiglio ha proposto appello principale, mentre l’ASL ha presentato un’impugnazione incidentale tardiva. La Corte d’Appello ha accolto l’appello principale dello Stato, rigettando la domanda risarcitoria, e ha dichiarato inammissibile l’appello incidentale dell’ASL.

La questione dell’impugnazione incidentale tardiva

Il cuore della controversia processuale giunta in Cassazione riguarda proprio la decisione della Corte d’Appello sull’impugnazione incidentale tardiva dell’ASL. I giudici di secondo grado hanno ritenuto che, sebbene l’impugnazione tardiva sia generalmente ammessa tra coobbligati solidali, essa “resta inammissibile quando la solidarietà deriva da titoli diversi”.
Nel caso specifico, la responsabilità della Presidenza del Consiglio derivava dalla mancata attuazione di una normativa europea, mentre quella dell’ASL da una condotta omissiva nella comunicazione di dati sanitari. Trattandosi di due fonti di responsabilità distinte (due “titoli diversi”), secondo la Corte d’Appello, l’ASL non poteva beneficiare della possibilità di impugnare tardivamente la sentenza, una volta ricevuto l’appello principale dello Stato.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, investita del ricorso principale dell’ASL contro la statuizione di inammissibilità, non ha emesso una decisione definitiva sul punto. Ha invece optato per un’ordinanza interlocutoria. La Corte ha rilevato che la questione sollevata dal ricorso “involge questioni processuali di particolare rilievo”.
In sostanza, i giudici di legittimità ritengono che stabilire i confini esatti dell’ammissibilità dell’impugnazione incidentale tardiva in casi di solidarietà atipica (cioè derivante da titoli diversi) meriti un approfondimento che non può essere esaurito nella procedura più snella della camera di consiglio. Pertanto, la Corte ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza, dove le difese delle parti potranno essere esposte oralmente e dove il Procuratore Generale potrà presentare le proprie richieste. Questa scelta procedurale sottolinea l’importanza del principio di diritto che la Corte si appresta a enunciare.

Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione sospende il giudizio sul caso specifico per concentrarsi su una questione di diritto processuale di vasta portata. La futura sentenza, che verrà emessa dopo la pubblica udienza, è destinata a fare chiarezza su un punto cruciale del diritto processuale civile: i limiti dell’impugnazione incidentale tardiva quando più soggetti sono condannati in solido, ma per ragioni giuridiche differenti. La decisione avrà importanti implicazioni pratiche per tutti i processi con una pluralità di convenuti, definendo in modo più netto le strategie difensive e le facoltà processuali a loro disposizione.

Perché l’appello dell’Azienda Sanitaria è stato considerato un’impugnazione incidentale tardiva inammissibile?
La Corte d’Appello ha ritenuto l’impugnazione inammissibile perché la solidarietà tra l’Azienda Sanitaria e la Presidenza del Consiglio dei Ministri derivava da “titoli diversi”, cioè da cause di responsabilità distinte. Secondo i giudici di secondo grado, in questi casi non è permessa l’impugnazione incidentale tardiva.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il merito della questione. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha riconosciuto che il problema dell’ammissibilità dell’impugnazione incidentale tardiva in caso di coobbligati solidali per titoli diversi è una questione processuale di particolare rilievo. Per questo motivo, ha disposto che la causa venga trattata in una pubblica udienza per un esame più approfondito.

L’impugnazione incidentale tardiva è sempre ammessa tra coobbligati solidali?
Secondo la sentenza di appello citata nel provvedimento, no. La Corte d’Appello ha distinto i casi in cui la solidarietà deriva dallo stesso titolo (e l’impugnazione è ammessa) da quelli in cui deriva da titoli diversi (e non sarebbe ammessa). La Corte di Cassazione, rinviando a pubblica udienza, si appresta a chiarire definitivamente questo importante principio processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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