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Impugnazione delibera condominiale: i termini

Una società costruttrice ha presentato ricorso contro la sentenza che confermava il rigetto della sua opposizione a un decreto ingiuntivo per spese condominiali. L’impugnazione della delibera condominiale si basava sulla presunta violazione delle tabelle millesimali contrattuali. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo la distinzione tra delibere nulle e annullabili. La delibera che ripartisce le spese in violazione dei criteri legali o convenzionali è solo annullabile e deve essere impugnata entro il termine di decadenza previsto, cosa non avvenuta nel caso di specie. Anche le ulteriori domande di risarcimento danni sono state respinte per mancanza di prove adeguate.

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Impugnazione Delibera Condominiale: Termini e Differenza tra Nullità e Annullabilità

L’impugnazione di una delibera condominiale è un argomento cruciale per chi vive in un condominio. Non tutte le delibere irregolari sono uguali: alcune sono nulle, altre solo annullabili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questa distinzione fondamentale, specialmente per quanto riguarda la ripartizione delle spese e i termini per agire. Capire questa differenza è essenziale per tutelare i propri diritti senza incorrere in decadenze.

I Fatti di Causa

Una società costruttrice, proprietaria di alcune unità immobiliari, si opponeva a un decreto ingiuntivo emesso dal condominio per il pagamento di oneri condominiali. La società sosteneva che la delibera di ripartizione delle spese fosse illegittima, in quanto non rispettava le tabelle millesimali di natura “contrattuale” che essa stessa aveva predisposto e allegato ai singoli atti di vendita.

Oltre a contestare il pagamento, la società avanzava altre richieste in via riconvenzionale:
1. Risarcimento per danni da infiltrazioni d’acqua nelle sue proprietà.
2. Risarcimento per danni causati da alberi piantati dal condominio che limitavano l’uso di alcuni posti auto.
3. Lamentava una violazione di una servitù di passaggio.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste della società. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione.

L’impugnazione della delibera condominiale secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società costruttrice, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio. La decisione si fonda su principi giuridici consolidati, in particolare sulla distinzione tra delibere condominiali nulle e annullabili e sulle regole relative all’onere della prova.

Nullità vs Annullabilità della Delibera

Il cuore della questione era stabilire se la delibera che ripartiva le spese in modo difforme dalle tabelle millesimali fosse nulla o semplicemente annullabile.
– Sono nulle le delibere che, a maggioranza, stabiliscono o modificano i criteri generali di ripartizione delle spese per il futuro.
– Sono annullabili le delibere che, pur violando i criteri esistenti (legali o contrattuali), si limitano a ripartire in concreto le spese per un determinato esercizio.

Nel caso specifico, la delibera contestata rientrava nella seconda categoria. Pertanto, era solo annullabile e doveva essere impugnata nel termine di decadenza di 30 giorni previsto dall’art. 1137 c.c. Poiché la società non aveva rispettato tale termine, la sua impugnazione era tardiva e la delibera era divenuta definitiva.

La gestione delle altre domande di risarcimento

La Cassazione ha respinto anche le altre lamentele della società per motivi processuali.
Danni da infiltrazioni: La società non aveva fornito prove sufficienti. Le fotografie prodotte non erano state ritenute adeguate a dimostrare né l’esistenza del danno né il nesso causale con le parti comuni del condominio.
Danni da alberi: La Corte ha rilevato che la società non aveva contestato l’affermazione del condominio secondo cui era stata la stessa costruttrice a piantare gli alberi in questione.
Servitù di passaggio: La domanda è stata giudicata inammissibile perché mal posta e perché non era stato contestato che il condominio avesse mai effettivamente chiuso l’accesso.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si basano su principi chiari. In primo luogo, viene ribadito l’orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 9839/2021) secondo cui nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo per oneri condominiali, il giudice può esaminare la validità della delibera. Tuttavia, se il vizio lamentato è di annullabilità, il condomino deve proporre una specifica domanda riconvenzionale di annullamento entro il termine perentorio di 30 giorni. Non è sufficiente sollevare una semplice eccezione.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che un uso prolungato di un criterio di ripartizione diverso da quello previsto dalle tabelle, se non formalizzato in una nuova delibera assembleare, non modifica le tabelle stesse. Non sono ammesse modifiche “per fatti concludenti”.

Infine, per quanto riguarda le richieste di risarcimento, la Corte ha applicato il principio dell’onere della prova (art. 2697 c.c.): chi agisce in giudizio per ottenere un risarcimento deve dimostrare i fatti che ne costituiscono il fondamento. La società ricorrente non è riuscita in questo intento, basando le sue pretese su allegazioni generiche e prove insufficienti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre importanti lezioni pratiche per i condomini:
1. Agire tempestivamente: Se si ritiene che una delibera di ripartizione delle spese sia illegittima perché viola i criteri vigenti, è fondamentale impugnarla entro 30 giorni dalla sua adozione (o dalla comunicazione, per gli assenti). Superato questo termine, la delibera diventa inattaccabile.
2. Distinguere i vizi: La nullità è un’eccezione, riservata ai vizi più gravi che incidono sui diritti individuali o sulle regole fondamentali del condominio. La maggior parte delle irregolarità procedurali o di merito rende la delibera solo annullabile.
3. Provare ciò che si afferma: In qualsiasi causa, e a maggior ragione per le richieste di risarcimento danni, non basta lamentare un problema. È necessario fornire prove concrete e specifiche (perizie, testimonianze, documenti) che dimostrino l’esistenza del danno, la sua causa e l’entità.

Quando una delibera di ripartizione spese è nulla e quando annullabile?
È nulla se, a maggioranza, modifica i criteri generali di ripartizione delle spese per il futuro. È invece solo annullabile se, violando i criteri esistenti (legali o convenzionali), si limita a ripartire le spese di un singolo esercizio.

Entro quale termine va impugnata una delibera annullabile?
Una delibera annullabile deve essere impugnata nel termine di decadenza di 30 giorni, come previsto dall’articolo 1137 del codice civile. Superato tale termine, la delibera diventa definitiva e non può più essere contestata per quel vizio.

Per ottenere un risarcimento danni in condominio, è sufficiente presentare fotografie?
No. Secondo la Corte, le riproduzioni fotografiche da sole possono non essere sufficienti a dimostrare l’esistenza delle infiltrazioni e, soprattutto, il nesso di causalità con un bene in custodia al Condominio. Chi chiede il risarcimento ha l’onere di provare in modo rigoroso i fatti costitutivi della sua pretesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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