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Impugnazione delibera assembleare: diritti del socio

La Corte di Cassazione respinge il ricorso di una S.r.l., confermando l’annullamento di una delibera di approvazione del bilancio. L’impugnazione delibera assembleare è legittima per i soci, anche in caso di quote in pegno o di contestata qualifica di socio. La Corte ribadisce come fondamentale il diritto all’informazione tramite il preventivo deposito del progetto di bilancio presso la sede sociale.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione delibera assembleare: Diritti del Socio e Doveri della Società

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato temi cruciali in materia di diritto societario, fornendo chiarimenti fondamentali sull’impugnazione delibera assembleare da parte dei soci di una S.r.l. La pronuncia si concentra sulla legittimazione ad agire del socio, anche quando la sua qualifica è contestata o le sue quote sono soggette a pegno, e ribadisce l’importanza del diritto all’informazione come presupposto per un voto consapevole in assemblea.

I Fatti di Causa

Due socie di una società a responsabilità limitata (S.r.l.) impugnavano la delibera assembleare con cui era stato approvato il bilancio d’esercizio. La società si opponeva, contestando la legittimazione di entrambe le socie a promuovere l’azione.

Nello specifico, la società sosteneva che:
1. Una socia non avesse titolo per agire, poiché il suo acquisto di quote non aveva ricevuto il gradimento degli altri soci, come previsto dallo statuto.
2. L’altra socia non potesse impugnare la delibera perché le sue quote erano state date in pegno e il creditore pignoratizio, che aveva esercitato il diritto di voto, si era espresso favorevolmente all’approvazione del bilancio.

La Corte d’Appello aveva dato ragione alle socie, annullando la delibera. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Legittimazione dei Soci all’Impugnazione della Delibera Assembleare

La Cassazione ha esaminato in dettaglio le eccezioni sollevate dalla società, confermando la piena legittimazione di entrambe le socie a contestare la delibera.

Il Consenso Tacito all’Ingresso del Nuovo Socio

Per quanto riguarda la prima socia, la Corte ha stabilito che il gradimento degli altri soci al suo ingresso nella compagine sociale era stato manifestato attraverso fatti concludenti. In particolare, i soci avevano accettato senza contestazioni la sua partecipazione a precedenti assemblee. Questo comportamento inequivocabile equivale a un’accettazione tacita, rendendo irrilevante una successiva e tardiva manifestazione di mancato gradimento. La natura negoziale dell’atto di gradimento lo rende vincolante una volta espresso, anche in forma implicita.

Il Diritto di Impugnazione del Socio con Quote Pignorate

Ancor più significativo è il principio affermato riguardo alla seconda socia. La Corte ha chiarito che il socio, la cui quota è oggetto di pegno, conserva il diritto di impugnare la deliberazione assembleare, anche se il creditore pignoratizio ha votato in suo luogo. La legge (artt. 2471-bis e 2352 c.c.) stabilisce che il pegno trasferisce al creditore il solo diritto di voto, ma non tutti gli altri diritti amministrativi connessi alla qualità di socio. Tra questi diritti residui rientra pienamente quello di contestare le delibere ritenute illegittime. La posizione del socio è equiparabile a quella di un socio assente o dissenziente.

L’Obbligo di Deposito del Bilancio nelle S.r.l.

Il motivo principale che ha portato all’annullamento della delibera è stata la violazione del diritto all’informazione dei soci. La Corte ha confermato che l’obbligo, previsto dall’art. 2429 c.c. per le S.p.A., di depositare il progetto di bilancio e la relativa documentazione presso la sede sociale almeno quindici giorni prima dell’assemblea, si applica anche alle S.r.l.

Questo obbligo discende dal richiamo che l’art. 2478-bis c.c. fa all’intera Sezione IX del codice, che include appunto la norma sul procedimento di approvazione del bilancio. Negare questo diritto ai soci di S.r.l. sarebbe in contrasto con la riforma del 2003, che ha mirato a valorizzare i diritti partecipativi in questa forma societaria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, ritenendo infondati tutti i motivi proposti. I giudici hanno sottolineato che il diritto del socio a un “consenso informato” è un pilastro del diritto societario. Questo diritto si concretizza nella possibilità di esaminare preventivamente tutta la documentazione contabile. Senza questo accesso, lo spatium deliberandi (il tempo per riflettere e decidere) concesso al socio verrebbe frustrato, rendendo il suo voto non consapevole. La mancata messa a disposizione della documentazione contabile a supporto del progetto di bilancio costituisce un vizio che porta all’annullamento della delibera di approvazione.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza in modo significativo la tutela dei soci di minoranza nelle S.r.l. Le conclusioni pratiche sono rilevanti:
– Il consenso all’ingresso di un nuovo socio può essere dimostrato da comportamenti concludenti, e una volta manifestato, non può essere ritrattato.
– Il socio che ha dato in pegno le proprie quote non perde il diritto di agire in giudizio per l’impugnazione delibera assembleare, tutelando così i propri interessi patrimoniali e amministrativi.
– Gli amministratori di S.r.l. hanno il preciso dovere di depositare il progetto di bilancio e i suoi allegati presso la sede sociale nei quindici giorni antecedenti l’assemblea, pena l’annullabilità della delibera di approvazione.

Il consenso all’ingresso di un nuovo socio in una S.r.l. può essere tacito?
Sì, secondo la Corte il consenso può manifestarsi anche attraverso ‘fatti concludenti’, come l’accettare senza obiezioni la partecipazione del nuovo socio a un’assemblea. Tale consenso, una volta prestato, è vincolante e non può essere ritrattato.

Un socio le cui quote sono date in pegno può impugnare una delibera assembleare?
Sì. La Cassazione ha stabilito che il socio conserva il diritto di impugnare la delibera. La costituzione del pegno trasferisce al creditore pignoratizio solo il diritto di voto (salvo patto contrario), ma non gli altri diritti amministrativi, tra cui quello di contestare giudizialmente una delibera illegittima.

L’obbligo di depositare il progetto di bilancio 15 giorni prima dell’assemblea si applica anche alle S.r.l.?
Sì, la Corte ha confermato che l’obbligo previsto dall’art. 2429 c.c. si estende anche alle S.r.l. in virtù del rinvio operato dall’art. 2478-bis c.c. Questo adempimento è essenziale per garantire il diritto dei soci a un ‘consenso informato’ e la sua omissione rende la delibera annullabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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