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Impugnazione compensi CTU: quando si usa l’opposizione

Il caso analizza la corretta modalità di impugnazione dei compensi CTU quando la liquidazione è inserita nella sentenza di merito anziché in un decreto autonomo. La Corte di Cassazione, rilevando l’importanza della questione per l’uniformità del diritto e l’assenza di precedenti specifici, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la causa a pubblica udienza. La decisione finale chiarirà se debba prevalere il rito speciale dell’opposizione, fondato sulla sostanza dell’atto, o se le parti debbano procedere con l’appello ordinario.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione compensi CTU: Opposizione o Appello se la Liquidazione è in Sentenza?

Una questione procedurale di fondamentale importanza pratica arriva all’attenzione della Corte di Cassazione: qual è lo strumento corretto per l’impugnazione compensi CTU quando il giudice, invece di emettere un decreto separato, inserisce la liquidazione direttamente nella sentenza che definisce il giudizio? La risposta a questa domanda incide sul diritto di difesa delle parti e sull’economia processuale. Con l’ordinanza interlocutoria in commento, la Suprema Corte non fornisce una soluzione definitiva, ma sottolinea la rilevanza della questione, rinviandola a una pubblica udienza per una decisione ponderata.

I Fatti di Causa

All’origine della vicenda vi è una decisione del Tribunale di Asti che, nel definire una causa civile, liquidava anche i compensi dovuti a diversi Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU). Anziché utilizzare l’apposito decreto di liquidazione previsto dalla legge (art. 168 d.P.R. 115/2002), il giudice inseriva tali statuizioni all’interno della sentenza di merito.

Le parti soccombenti, ritenendo eccessivo l’importo liquidato, proponevano opposizione secondo il rito speciale previsto dall’art. 170 dello stesso d.P.R. e dall’art. 15 del d.lgs. 150/2011. A sorpresa, il Tribunale dichiarava le opposizioni inammissibili. La motivazione? Poiché la liquidazione era contenuta in una sentenza, l’unico rimedio esperibile sarebbe stato l’appello ordinario, da proporre secondo le regole generali che disciplinano l’impugnazione delle sentenze.

La questione dell’impugnazione compensi CTU davanti alla Cassazione

Contro questa decisione, le parti hanno proposto ricorso per cassazione, articolando tre motivi principali:

1. Violazione di legge: I ricorrenti sostengono che il Tribunale abbia erroneamente disapplicato le norme specifiche che regolano l’opposizione al decreto di pagamento (artt. 168 e 170 d.P.R. 115/2002), le quali prevedono un rito sommario e rapido.
2. Prevalenza della sostanza sulla forma: Il secondo motivo si basa sul principio secondo cui la natura di un atto giuridico dipende dal suo contenuto effettivo, non dalla forma che assume. La decisione sui compensi, anche se inserita in una sentenza, rimane sostanzialmente un atto di liquidazione e come tale dovrebbe essere soggetta al rimedio specifico previsto dalla legge.
3. Principio di economia processuale: Dichiarare inammissibile l’opposizione e costringere le parti a un più lungo e complesso giudizio di appello viola il principio costituzionale della ragionevole durata del processo (art. 111 Cost.), negando di fatto il diritto a uno strumento di censura rapido ed efficace.

I ricorrenti hanno richiamato una giurisprudenza consolidata in un ambito analogo, quello della revoca dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, dove la Cassazione ha già chiarito che il rimedio dell’opposizione è esperibile indipendentemente dal fatto che la decisione sia contenuta in un decreto o in una sentenza.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto di non poter decidere il caso in camera di consiglio. Gli Ermellini hanno osservato che, sebbene i precedenti citati in materia di patrocinio a spese dello Stato offrano un’importante analogia, non esistono pronunce specifiche che applichino lo stesso principio direttamente all’impugnazione compensi CTU.

L’applicazione di tale principio anche a questa fattispecie integra una “questione di diritto avente particolare rilevanza nomofilattica”. In altre parole, la Corte ha riconosciuto che la decisione avrà un impatto significativo su innumerevoli procedimenti futuri, stabilendo una regola chiara per tutti i tribunali d’Italia. Una decisione errata o superficiale potrebbe creare incertezza e confusione processuale.

Per questa ragione, la Corte ha ritenuto opportuno rinviare la causa a una nuova udienza, questa volta pubblica, per consentire un dibattito più approfondito e una riflessione collegiale più ampia prima di emanare un principio di diritto definitivo.

Le Conclusioni: Un Principio in Attesa di Conferma

L’ordinanza interlocutoria lascia quindi la questione aperta, ma lancia un segnale chiaro: il principio della prevalenza della sostanza sulla forma è al centro del dibattito. La futura decisione della Corte di Cassazione in pubblica udienza è attesa con grande interesse, poiché stabilirà in modo definitivo se l’impugnazione compensi CTU debba sempre seguire il rito speciale e accelerato dell’opposizione, a prescindere dal veicolo processuale (decreto o sentenza) utilizzato dal giudice per la liquidazione. Una conferma in tal senso rafforzerebbe la coerenza del sistema e garantirebbe alle parti uno strumento di tutela specifico, rapido ed efficace, in linea con i principi di economia processuale e del giusto processo.

Qual è lo strumento giuridico standard per contestare i compensi liquidati a un CTU?
La legge prevede un apposito procedimento di opposizione, regolato dall’art. 170 del d.P.R. 115/2002 e dall’art. 15 del d.lgs. 150/2011, che si svolge con un rito sommario e più rapido rispetto a un giudizio ordinario.

Cosa succede se il giudice liquida i compensi del CTU all’interno della sentenza finale invece che con un decreto separato?
Questa è la questione al centro dell’ordinanza. Secondo il Tribunale, in questo caso si dovrebbe impugnare l’intera sentenza con l’appello. Tuttavia, la Corte di Cassazione sta valutando se, in base al principio della prevalenza della sostanza sulla forma, debba essere comunque utilizzato il procedimento speciale di opposizione. La risposta definitiva sarà data dopo la trattazione in pubblica udienza.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione a una pubblica udienza?
La Corte ha rinviato la decisione perché la questione ha “particolare rilevanza nomofilattica”. Ciò significa che la soluzione del caso creerà un precedente importante per tutti i futuri casi simili, garantendo un’interpretazione uniforme della legge. Data l’assenza di precedenti specifici in materia di compensi CTU, la Corte ha ritenuto necessario un esame più approfondito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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