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Impugnazione COA: dove depositare il ricorso?

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha chiarito che l’impugnazione di un provvedimento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) deve essere depositata presso la segreteria dello stesso COA e non direttamente al Consiglio Nazionale Forense (CNF). Un avvocato, cancellato dall’albo, aveva presentato ricorso direttamente al CNF, vedendoselo dichiarare inammissibile. La Suprema Corte ha confermato la decisione, specificando che la procedura, pur essendo datata, è stata esplicitamente richiamata dalla nuova legge professionale forense. Tale modalità è essenziale per garantire il corretto avvio del contraddittorio. L’errato deposito rende l’impugnazione COA proceduralmente viziata e quindi inammissibile.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Impugnazione COA: la Cassazione chiarisce dove depositare il ricorso

Una recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ribadito un principio procedurale fondamentale per gli avvocati: l’impugnazione COA avverso un provvedimento di cancellazione dall’albo va depositata presso la segreteria del Consiglio dell’Ordine che ha emesso l’atto, e non direttamente presso il Consiglio Nazionale Forense (CNF). Questa pronuncia sottolinea l’importanza del rispetto delle forme procedurali, la cui violazione può portare a conseguenze irreparabili come l’inammissibilità del ricorso.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla delibera con cui il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) di una città italiana disponeva la cancellazione di un legale dal proprio albo. La decisione era motivata dalla pendenza di numerosi procedimenti penali a carico dell’avvocato, ritenuti incompatibili con i requisiti di onorabilità richiesti per l’esercizio della professione.

Ritenendo illegittima la delibera, l’avvocato la impugnava presentando ricorso direttamente presso il Consiglio Nazionale Forense (CNF), chiedendone l’annullamento. Il CNF, tuttavia, dichiarava il ricorso inammissibile, non per questioni di merito, ma per un vizio puramente procedurale: il ricorso era stato presentato presso l’organo sbagliato. Secondo il CNF, la normativa imponeva il deposito dell’atto presso la segreteria del COA che aveva emesso la delibera.

Contro questa decisione, il legale proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che le norme procedurali invocate dal CNF (risalenti al 1934) dovessero considerarsi superate dalla nuova legge professionale forense (L. 247/2012).

La corretta procedura di impugnazione COA

Il cuore della questione giuridica verteva sull’interpretazione coordinata di due norme. Da un lato, l’art. 17 della L. 247/2012, che stabilisce genericamente la possibilità per l’interessato di ‘presentare ricorso al CNF’. Dall’altro, l’art. 36 della stessa legge, che per la disciplina del procedimento giurisdizionale davanti al CNF richiama esplicitamente gli articoli dal 59 al 65 del R.D. n. 37 del 1934.

L’art. 59 di tale Regio Decreto prevede in modo inequivocabile che il ricorso ‘è presentato negli Uffici del […] Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che ha emesso la pronuncia’.

L’avvocato ricorrente sosteneva che la norma più recente (L. 247/2012) dovesse prevalere su quella più datata, e che la natura del ricorso fosse quella di un’impugnazione gerarchica, per cui il deposito presso l’autorità superiore (il CNF) non avrebbe dovuto comportare alcuna nullità o inammissibilità.

La natura giurisdizionale del ricorso al CNF

La Suprema Corte ha respinto categoricamente la tesi del ricorrente. In primo luogo, ha chiarito che il ricorso al CNF in materia di albi professionali non ha natura di ricorso amministrativo-gerarchico, bensì di un vero e proprio procedimento giurisdizionale. In questo giudizio, il COA che ha emesso l’atto non è un organo inferiore, ma una vera e propria parte processuale, che ha interesse a difendere la legittimità del proprio operato.

Le motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite hanno fondato la loro decisione su diversi pilastri argomentativi. La Corte ha stabilito che non esiste alcun contrasto tra le norme. L’art. 17 della legge professionale si limita a individuare l’organo competente a decidere l’impugnazione (il CNF), mentre l’art. 36, richiamando l’art. 59 del R.D. 37/1934, stabilisce le modalità procedurali per la sua proposizione.

La scelta del legislatore di mantenere in vita la vecchia procedura non è casuale, ma risponde a una precisa logica processuale: garantire il corretto avvio del contraddittorio. Depositare il ricorso presso il COA consente a quest’ultimo, in qualità di parte, di avere immediata conoscenza dell’impugnazione e di predisporre le proprie difese. Successivamente, è compito dello stesso COA trasmettere l’intero fascicolo, comprensivo del ricorso e delle eventuali controdeduzioni, al CNF.

Questo meccanismo, hanno osservato i giudici, è simile a quello previsto nel processo penale, dove l’appello non si deposita direttamente in Corte d’Appello, ma presso la cancelleria del giudice che ha emesso la sentenza. Depositare l’atto direttamente presso l’organo decidente scavalca una fase essenziale del procedimento, viziandolo insanabilmente.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l’inammissibilità dell’impugnazione. La sentenza riafferma un principio di fondamentale importanza pratica: il rispetto delle regole procedurali non è un mero formalismo. La procedura per l’impugnazione COA è chiaramente delineata dalla legge e prevede il deposito del ricorso presso l’Ordine che ha emesso il provvedimento. Qualsiasi deviazione da questo percorso, come il deposito diretto al CNF, comporta l’inammissibilità del gravame, impedendo un esame nel merito delle ragioni dell’appellante. Gli operatori del diritto devono quindi prestare la massima attenzione non solo al ‘cosa’ si impugna, ma anche al ‘come’ e al ‘dove’ si impugna.

Dove deve essere depositato il ricorso contro un provvedimento di cancellazione dall’albo emesso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA)?
Il ricorso deve essere depositato presso gli uffici del Consiglio dell’Ordine (COA) che ha emesso il provvedimento, e non direttamente presso il Consiglio Nazionale Forense (CNF).

Perché è necessario depositare il ricorso presso il COA e non direttamente al CNF?
Perché la legge (art. 36 della L. n. 247/2012) richiama esplicitamente la vecchia procedura (art. 59 del R.D. n. 37/1934) che prevede questo adempimento. Tale deposito è fondamentale per instaurare correttamente il contraddittorio, permettendo al COA e alle altre parti di essere informate e di difendersi.

Cosa succede se il ricorso viene depositato direttamente presso il Consiglio Nazionale Forense?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. L’errato deposito è un vizio procedurale che impedisce l’esame del merito dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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