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Improcedibilità ricorso: sentenza non depositata

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso presentato da una procedura fallimentare a causa del mancato deposito della sentenza impugnata. Nonostante i molteplici tentativi di deposito telematico da parte del legale, il documento essenziale non è mai stato reso disponibile alla Corte, né dalla parte ricorrente né dalla controparte. L’ordinanza sottolinea come tale omissione, in assenza di una valida istanza di rimessione in termini, impedisca al giudice di esaminare il merito dell’impugnazione, confermando la rigidità dei requisiti procedurali.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità ricorso: cosa accade se non si deposita la sentenza?

Nel complesso mondo della giustizia, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma pilastri che garantiscono ordine e certezza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto sia cruciale rispettarle, evidenziando come una semplice omissione possa portare alla drastica conseguenza dell’improcedibilità del ricorso. Il caso in esame riguarda il mancato deposito della sentenza impugnata, un requisito fondamentale previsto dall’art. 369 c.p.c., la cui assenza impedisce ai giudici di procedere con la valutazione del merito.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine dal ricorso per cassazione proposto dalla curatela fallimentare di una società a responsabilità limitata contro una sentenza della Corte d’Appello. La società ricorrente si opponeva a una decisione che la vedeva contrapposta a una nota società per azioni. Tuttavia, un vizio procedurale ha interrotto l’iter giudiziario prima ancora che si potesse discutere delle ragioni del contendere.

Il legale della società ricorrente ha effettuato diversi depositi telematici presso la cancelleria della Corte di Cassazione. Ciononostante, in nessuno di questi depositi era presente la copia della sentenza della Corte d’Appello, ovvero il provvedimento che si intendeva impugnare. In un caso, un file denominato genericamente ‘Copia provvedimento’ risultava illeggibile e privo di un’estensione valida che ne consentisse l’apertura. Di conseguenza, la Corte Suprema si è trovata nell’impossibilità materiale di conoscere il contenuto della decisione contestata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione si fonda sull’applicazione rigorosa dell’art. 369, comma 2, n. 2, del codice di procedura civile, che impone al ricorrente di depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza o della decisione impugnata.

I giudici hanno constatato che né la parte ricorrente né la parte controricorrente avevano provveduto a depositare il documento. L’assenza totale del provvedimento impugnato dal fascicolo processuale ha reso impossibile per il collegio giudicante procedere con l’esame dei motivi di ricorso.

Le Motivazioni della Decisione e l’improcedibilità del ricorso

La motivazione della Corte si articola su un punto centrale: l’improcedibilità del ricorso per mancato deposito della sentenza è una sanzione processuale che non può essere superata se il documento non è in alcun modo disponibile per il giudice. La Corte ha chiarito che non si può procedere a una ricostruzione, neppure sintetica, della vicenda processuale o delle ragioni della decisione impugnata in assenza del testo originale.

I giudici hanno inoltre distinto il caso di specie da altre situazioni in cui l’improcedibilità può essere evitata. Ad esempio, la giurisprudenza (Cass. n. 4370/2019) ha affermato che il ricorso non è improcedibile se la sentenza, pur non depositata dal ricorrente, viene prodotta dalla parte resistente. Questo per non creare un ingiustificato diniego di accesso alla giustizia. Nel caso in esame, però, nessuno ha depositato il documento.

Allo stesso modo, la Corte ha ricordato un altro precedente (Cass. n. 2473/2023) secondo cui il ricorrente può evitare l’improcedibilità se dimostra che il mancato deposito è dovuto a un malfunzionamento del sistema informatico e formula tempestivamente un’istanza di rimessione in termini. Anche questa circostanza non si è verificata: il ricorrente non ha mai allegato un problema tecnico né ha richiesto di essere rimesso in termini per sanare l’omissione.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la diligenza dell’avvocato nel compimento degli adempimenti processuali è essenziale. Il mancato deposito della sentenza impugnata costituisce una negligenza che non ammette sanatorie, se non nei casi eccezionali e specifici previsti dalla legge e interpretati dalla giurisprudenza. La decisione serve da monito: il principio di effettività della tutela giurisdizionale non può prevalere sulle norme che disciplinano, in modo inderogabile, le condizioni di ammissibilità del ricorso per cassazione. La conseguenza per la parte ricorrente è stata non solo la chiusura del processo senza un esame nel merito, ma anche la condanna al pagamento delle spese legali a favore della controparte, oltre al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Cosa succede se non si deposita la sentenza impugnata nel ricorso per cassazione?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile, come stabilito dall’art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c. Ciò significa che la Corte di Cassazione non può esaminare le ragioni dell’impugnazione e il processo si conclude senza una decisione nel merito.

L’improcedibilità del ricorso può essere sanata se la controparte deposita la sentenza?
Sì. La Corte cita un precedente (Cass. n. 4370 del 2019) secondo cui, se la sentenza impugnata viene depositata dalla parte resistente (controricorrente), il ricorso può procedere. Questo per evitare un formalismo eccessivo che negherebbe il diritto alla giustizia. Tuttavia, nel caso specifico analizzato, nessuna delle parti ha depositato il documento.

È possibile chiedere la ‘rimessione in termini’ per il mancato deposito della sentenza?
Sì, è possibile, ma solo a determinate condizioni. Il ricorrente deve dimostrare che l’omissione è dovuta a una causa a lui non imputabile, come un malfunzionamento tecnico del sistema di deposito telematico, e deve presentare un’apposita istanza entro un termine ragionevole. In questo caso, il ricorrente non ha formulato tale istanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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