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Improcedibilità ricorso per cassazione: i termini

Un’Azienda Sanitaria Locale ha impugnato una sentenza della Corte d’Appello sfavorevole in una causa di lavoro. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso per cassazione perché depositato oltre il termine perentorio di 20 giorni dalla notifica, ribadendo che tale vizio procedurale deve essere rilevato d’ufficio dal giudice.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità Ricorso per Cassazione: Le Conseguenze del Deposito Tardivo

Nel processo civile, il rispetto dei termini è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto possa essere fatale un ritardo, focalizzandosi sull’improcedibilità del ricorso per cassazione depositato oltre la scadenza prevista dalla legge. Questo principio, apparentemente una mera formalità, è in realtà un pilastro della certezza del diritto e della corretta amministrazione della giustizia.

I fatti di causa

La vicenda trae origine da una controversia di lavoro. Una professionista sanitaria aveva ottenuto dalla Corte d’Appello il riconoscimento del proprio diritto a differenze retributive nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale. La Corte territoriale aveva accertato la continuità di un rapporto lavorativo e condannato l’ente pubblico al pagamento di somme derivanti dall’applicazione di una tariffa oraria superiore.

L’Azienda Sanitaria, soccombente in appello, decideva di presentare ricorso presso la Corte di Cassazione per ottenere la riforma della sentenza.

La decisione sull’improcedibilità del ricorso per cassazione

Nonostante le ragioni di merito che l’Azienda Sanitaria intendeva far valere, il suo ricorso si è arenato su un ostacolo puramente procedurale. La Suprema Corte, infatti, non è nemmeno entrata nell’analisi del merito della questione, ma si è fermata a una verifica preliminare: il rispetto dei termini per il deposito dell’atto.

La difesa della controricorrente aveva sollevato un’eccezione di improcedibilità, sostenendo che il ricorso fosse stato depositato tardivamente. Dagli atti è emerso che il ricorso era stato notificato alla controparte il 2 novembre 2022, ma depositato nella cancelleria della Corte solo il 21 dicembre 2022, ben oltre il termine di venti giorni stabilito dall’art. 369, primo comma, del codice di procedura civile.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto l’eccezione e dichiarato l’improcedibilità del ricorso. Le motivazioni si fondano su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Il termine di venti giorni per il deposito del ricorso è definito perentorio, ovvero non ammette deroghe o proroghe. La sua violazione comporta una sanzione processuale grave: l’improcedibilità, che impedisce al giudice di esaminare la fondatezza dell’impugnazione.

Un aspetto cruciale sottolineato dalla Corte è che tale vizio deve essere rilevato d’ufficio. Questo significa che il giudice ha l’obbligo di verificare il rispetto del termine anche se la controparte non solleva alcuna obiezione. Nel caso di specie, l’eccezione era stata sollevata, ma la decisione sarebbe stata la medesima anche in sua assenza. La Corte ha inoltre ribadito, citando un precedente (Cass. n. 22914/2013), che l’improcedibilità non può essere ‘sanata’ nemmeno dalla circostanza che la parte resistente abbia notificato un proprio controricorso senza eccepire il ritardo.

Le conclusioni

La decisione finale è stata la declaratoria di improcedibilità del ricorso e la condanna dell’Azienda Sanitaria ricorrente al pagamento delle spese legali del giudizio di cassazione. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel processo, la forma è sostanza. Il mancato rispetto di un termine perentorio come quello per il deposito del ricorso ha conseguenze irrimediabili, vanificando qualsiasi ragione di merito. Per gli operatori del diritto, ciò serve da monito sull’importanza di una gestione scrupolosa delle scadenze processuali, il cui mancato rispetto può determinare l’esito di un intero giudizio.

Qual è il termine per depositare il ricorso per cassazione dopo la notifica?
Il ricorso per cassazione deve essere depositato nella cancelleria della Corte entro il termine perentorio di venti giorni dalla data della sua notificazione alla controparte, come stabilito dall’art. 369, comma 1, del codice di procedura civile.

Cosa accade se il deposito del ricorso per cassazione avviene oltre il termine di venti giorni?
Se il ricorso viene depositato oltre il termine di venti giorni, viene dichiarato improcedibile. Ciò significa che la Corte non può esaminare il merito delle questioni sollevate e il ricorso viene rigettato per una ragione puramente procedurale.

L’improcedibilità per tardivo deposito deve essere eccepita dalla controparte per essere valida?
No. La Corte di Cassazione ha l’obbligo di rilevare d’ufficio la tardività del deposito, poiché il termine è perentorio. L’improcedibilità non può essere sanata neanche se la parte resistente notifica un controricorso senza sollevare l’eccezione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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