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Improcedibilità ricorso: onere deposito notifica

La Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito della prova di notifica della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che questo adempimento è un onere inderogabile del ricorrente per dimostrare la tempestività dell’impugnazione, specialmente quando il termine lungo è già scaduto.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità Ricorso: l’Onere di Depositare la Notifica della Sentenza

Nel complesso mondo della procedura civile, il rispetto dei termini e delle formalità è cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale che può determinare il destino di un’impugnazione: l’improcedibilità del ricorso per il mancato deposito della prova di notificazione della sentenza impugnata. Questo adempimento, apparentemente burocratico, è in realtà un presidio di certezza giuridica e di efficienza del processo, come vedremo analizzando il caso concreto.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello, depositata il 20 dicembre 2022. Alcuni soggetti, soccombenti in secondo grado, decidevano di presentare ricorso per cassazione. Nel loro atto, dichiaravano che la sentenza d’appello era stata loro notificata in data 4 gennaio 2023. Successivamente, notificavano il proprio ricorso alla controparte, una società in fallimento, in data 2 marzo 2023.

Tuttavia, al momento di depositare il ricorso in Cassazione, i ricorrenti omettevano un passaggio cruciale: allegavano la copia autentica della sentenza impugnata, ma non la relazione di notificazione (la cosiddetta “relata”) che provava la data in cui avevano effettivamente ricevuto tale sentenza. Questo dettaglio si è rivelato fatale.

La Decisione della Corte e l’Improcedibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione si fonda su una rigorosa applicazione dell’articolo 369 del codice di procedura civile. Questa norma impone al ricorrente di depositare, a pena di improcedibilità, una serie di documenti, tra cui la copia autentica della sentenza impugnata con la relazione della notificazione, se avvenuta.

L’omissione non era sanabile, né si poteva attendere che la controparte, con il suo controricorso, producesse la documentazione mancante. La Corte ha sottolineato che l’onere di provare la tempestività del ricorso grava unicamente sulla parte che lo propone.

La Tempistica è Tutto: Il Nesso tra Notifica e Termini

Per comprendere appieno la decisione, è necessario ricordare la differenza tra “termine breve” e “termine lungo” per impugnare. Il termine lungo è di sei mesi dalla pubblicazione della sentenza. Il termine breve, invece, è di 60 giorni e decorre dalla notifica della sentenza.
Nel caso di specie, la sentenza era stata pubblicata il 20/12/2022 e il ricorso notificato il 2/3/2023, ben oltre i 60 giorni. I ricorrenti, dichiarando di aver ricevuto la notifica il 4/1/2023, si erano di fatto assoggettati al termine breve. Per dimostrare di averlo rispettato, avrebbero dovuto produrre la relata di notifica. Senza quella prova, il giudice non poteva verificare la tempestività del ricorso, e l’unica conseguenza possibile era dichiararne l’improcedibilità.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono un compendio di principi procedurali consolidati. In primo luogo, la dichiarazione del ricorrente di aver ricevuto la notifica della sentenza impugnata costituisce un “fatto processuale” che fa scattare l’onere di depositare la relativa prova. È una manifestazione di “autoresponsabilità”: la parte si impegna a subire le conseguenze di quanto dichiarato.

La Corte ha specificato che il difetto di produzione della copia autentica della sentenza e della relata di notifica non comporta l’improcedibilità solo se la notifica del ricorso si è perfezionata entro 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza. In tal caso, il collegamento tra le date (pubblicazione sentenza e notifica ricorso) è sufficiente a garantire la tempestività. Ma nel caso esaminato, questo intervallo era stato ampiamente superato.

Infine, i giudici hanno respinto l’idea che tale sanzione processuale possa essere in contrasto con il diritto di difesa (art. 24 e 111 Cost.) o con i principi del giusto processo (art. 6 CEDU). L’adempimento richiesto non è né oneroso né complesso. Al contrario, è finalizzato a un interesse pubblico: verificare celermente il passaggio in giudicato delle decisioni e selezionare le procedure più adeguate, garantendo così l’ordinato svolgimento del giudizio di legittimità.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza un messaggio chiaro per tutti gli operatori del diritto: nel processo civile, la forma è sostanza. L’onere di depositare la prova della notifica della sentenza impugnata non è una mera formalità, ma un presupposto indispensabile per l’ammissibilità del ricorso per cassazione quando si invoca il termine breve. L’omissione di questo adempimento, per il principio di autoresponsabilità, conduce direttamente alla declaratoria di improcedibilità del ricorso, senza possibilità di sanatoria successiva. Una lezione severa sull’importanza della diligenza e della precisione nella gestione degli atti processuali.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché i ricorrenti, pur avendo dichiarato che la sentenza d’appello era stata loro notificata, non hanno depositato in Cassazione la prova di tale notificazione (la relata di notifica) insieme alla copia della sentenza, come richiesto dall’art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c.

È sempre necessario depositare la prova della notifica della sentenza impugnata?
No, non sempre. La Corte chiarisce che il mancato deposito non causa l’improcedibilità solo se il ricorso per cassazione viene notificato entro il sessantesimo giorno dalla pubblicazione della sentenza. Se questo termine viene superato, come nel caso di specie, il deposito della prova di notifica diventa un onere indispensabile per dimostrare la tempestività dell’impugnazione rispetto al termine breve di 60 giorni.

Il mancato deposito della relata di notifica può essere sanato in un secondo momento?
No. Secondo la giurisprudenza costante richiamata nell’ordinanza, l’omissione non può essere recuperata mediante una produzione successiva e tardiva di documenti. Si tratta di un onere che deve essere assolto al momento del deposito del ricorso, in virtù del principio di autoresponsabilità della parte impugnante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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