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Improcedibilità ricorso: omesso deposito sentenza

Un ente pubblico territoriale ricorre in Cassazione contro una condanna al risarcimento danni a favore di un motociclista. La Corte dichiara l’improcedibilità del ricorso perché l’ente non ha depositato, insieme al ricorso stesso, copia autentica della sentenza impugnata, violando un requisito formale essenziale. La decisione sottolinea l’importanza degli adempimenti procedurali, che prevalgono sull’esame del merito.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso in Cassazione: Attenzione al Deposito della Sentenza Impugnata

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: il mancato deposito della copia autentica della sentenza impugnata determina l’improcedibilità del ricorso. Questo caso, nato da un incidente stradale, si conclude non per una valutazione nel merito delle ragioni, ma per una fatale dimenticanza formale. L’analisi di questa decisione offre spunti cruciali sull’importanza del rigore processuale nel giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Un Incidente e il Lungo Iter Giudiziario

La vicenda ha origine da un sinistro stradale avvenuto nel 2010, quando un motociclista subiva gravi danni a seguito della caduta provocata dall’improvviso attraversamento della carreggiata da parte di un capriolo. Il motociclista citava in giudizio l’Ente Pubblico territoriale responsabile della gestione della strada, chiedendo il risarcimento.

L’iter giudiziario è stato complesso: dopo una prima sconfitta in Tribunale e in Corte d’Appello, il motociclista otteneva l’annullamento della sentenza d’appello da parte della Corte di Cassazione, con rinvio del caso a un’altra sezione della Corte territoriale. Quest’ultima, in riforma della prima pronuncia, condannava l’Ente Pubblico a un cospicuo risarcimento di oltre 800.000 euro.

I Motivi del Ricorso e la Sorpresa Processuale

L’Ente Pubblico, non accettando la condanna, proponeva un nuovo ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali:
1. Vizio di motivazione: si lamentava che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente spiegato perché non fosse stata attribuita una corresponsabilità al motociclista.
2. Violazione di legge: si contestava l’errato riconoscimento e la liquidazione dei danni biologico e morale.
3. Incomprensibilità del calcolo: si denunciava una violazione di legge e una difficoltà nel comprendere come si fosse giunti alla somma finale del danno non patrimoniale.

Tuttavia, prima ancora di poter analizzare questi punti, la Corte di Cassazione ha rilevato un vizio preliminare che ha chiuso la partita.

Le Motivazioni della Cassazione: La Decisiva Improcedibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si fonda su un unico, ma insormontabile, errore procedurale commesso dalla parte ricorrente.

La Violazione dell’Art. 369 c.p.c.

Il cuore della decisione risiede nella violazione dell’articolo 369, secondo comma, numero 2, del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che, a pena di improcedibilità, il ricorrente deve depositare, insieme al ricorso, una copia autentica della sentenza o della decisione impugnata, completa della relazione di notificazione, se avvenuta. Nel caso di specie, l’Ente Pubblico ha notificato il ricorso ma ha omesso di depositare la copia autentica della sentenza d’appello che intendeva contestare. Questo adempimento non è una mera formalità, ma un presupposto essenziale per consentire alla Corte di Cassazione di avere piena e certa conoscenza del provvedimento oggetto del suo giudizio.

La Valutazione “Ad Abundantiam” sui Motivi di Merito

Pur avendo già decretato l’improcedibilità del ricorso, la Corte ha aggiunto, ‘ad abundantiam’, che i motivi presentati dall’Ente sarebbero stati comunque infondati. In particolare, ha specificato che la motivazione della sentenza d’appello non era affatto ‘apparente’ o ‘mancante’, come sostenuto dal ricorrente. Al contrario, i giudici di merito avevano chiaramente esposto l’iter logico seguito per escludere una colpa del motociclista, basandosi sulle risultanze istruttorie emerse durante il processo. Pertanto, il ricorso si sarebbe comunque tradotto in un inammissibile tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti.

Le Conclusioni: La Regola Processuale Prevale sul Merito

Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale del rispetto delle norme procedurali nel giudizio di Cassazione. La sanzione dell’improcedibilità del ricorso per il mancato deposito della sentenza impugnata è perentoria e non ammette sanatorie. Dimostra come un errore formale possa vanificare un intero percorso giudiziario, precludendo l’esame nel merito delle proprie ragioni, anche se potenzialmente fondate. La precisione e la diligenza negli adempimenti processuali si confermano, quindi, requisiti indispensabili per chiunque si approcci al giudizio di legittimità.

Perché il ricorso dell’ente pubblico è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché la parte ricorrente ha violato l’articolo 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile, omettendo di depositare, unitamente al ricorso, la copia autentica della sentenza impugnata con la relativa relazione di notificazione.

Qual è la conseguenza del mancato deposito della sentenza impugnata in Cassazione?
La conseguenza diretta, prevista dalla legge, è l’improcedibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non può esaminare il merito delle questioni sollevate e il procedimento si chiude con una decisione di rito che rende definitiva la sentenza del grado precedente.

Se l’errore procedurale non ci fosse stato, il ricorso avrebbe avuto successo?
No. La Corte di Cassazione ha specificato, ‘ad abundantiam’, che anche nel merito il ricorso sarebbe stato infondato, in quanto le motivazioni della Corte d’Appello sulla mancata corresponsabilità del danneggiato erano logiche e sufficienti, e il ricorso rappresentava un tentativo inammissibile di rivalutare i fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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