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Improcedibilità ricorso: deposito notifica e termini

La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità del ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il caso riguardava la risoluzione di un contratto di vendita di un fondo agricolo. L’acquirente, soccombente in appello, ha proposto ricorso in Cassazione tardivamente, superando il termine breve di 60 giorni dalla notifica della sentenza da lei stessa allegata. Inoltre, non ha depositato la relata di notifica della sentenza impugnata, un adempimento richiesto a pena di improcedibilità del ricorso. La Corte ha ribadito che il mancato rispetto di questo onere procedurale impedisce l’esame del merito.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità ricorso: deposito notifica e termini

Nel complesso mondo della giustizia, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma pilastri che garantiscono l’ordine e la certezza del diritto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato questo principio, dichiarando l’improcedibilità del ricorso di un’acquirente a causa del mancato rispetto di oneri processuali fondamentali. Questo caso serve da monito sull’importanza di adempiere scrupolosamente ai requisiti di legge per non vedere vanificate le proprie ragioni di merito.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contratto di vendita di un vasto fondo agricolo, stipulato tra un ente pubblico e la titolare di un’azienda agricola. Il contratto prevedeva un patto di riservato dominio, una clausola che mantiene la proprietà in capo al venditore fino al completo pagamento del prezzo.

A seguito dell’inadempimento dell’acquirente, l’ente venditore si è rivolto al Tribunale di Roma, che ha dichiarato la risoluzione del contratto e ha condannato l’acquirente alla restituzione del fondo. In questo primo grado di giudizio, l’acquirente era rimasta contumace, ovvero non si era costituita in giudizio.

Successivamente, l’acquirente ha impugnato la decisione davanti alla Corte d’Appello di Roma, lamentando, tra le altre cose, la nullità della notifica dell’atto di citazione iniziale. La Corte d’Appello ha però respinto l’impugnazione, confermando la sentenza di primo grado. Contro questa decisione, l’acquirente ha infine proposto ricorso per cassazione.

La questione dell’improcedibilità del ricorso in Cassazione

L’unico motivo di ricorso presentato in Cassazione verteva sulla presunta violazione di norme procedurali relative alla notificazione degli atti. Tuttavia, la Suprema Corte non è mai entrata nel merito di tale questione. L’attenzione dei giudici si è infatti concentrata su due vizi procedurali commessi dalla stessa ricorrente nella proposizione del ricorso, che ne hanno determinato l’improcedibilità del ricorso.

Superamento del Termine Breve per l’Impugnazione

La ricorrente aveva affermato nel suo stesso atto di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello il 18 maggio 2022, lo stesso giorno della sua pubblicazione. Tale notifica fa scattare il cosiddetto “termine breve” di 60 giorni per proporre ricorso in Cassazione, come previsto dagli artt. 325 e 326 del codice di procedura civile.

Nonostante ciò, il ricorso è stato notificato solo il 19 dicembre 2022, ben oltre la scadenza del termine breve. Questo ha reso il ricorso tardivo e, come tale, inammissibile.

Il Mancato Deposito della Relata di Notifica

Il vizio più dirimente, tuttavia, è stato un altro. L’articolo 369 del codice di procedura civile impone al ricorrente, a pena di improcedibilità del ricorso, di depositare, insieme al ricorso stesso, una copia autentica della sentenza impugnata con la relazione di notificazione (la cosiddetta relata), se avvenuta.

Nel caso di specie, la ricorrente, pur avendo allegato l’avvenuta notifica, non ha depositato la relativa prova documentale. Ha depositato unicamente la comunicazione di cancelleria, che non è un atto idoneo a far decorrere il termine breve per l’impugnazione. La Corte ha sottolineato che l’onere di depositare la relata di notifica è inderogabile e la sua omissione porta inevitabilmente a dichiarare il ricorso improcedibile.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione ribadendo la gerarchia tra i vizi processuali. Il riscontro dell’improcedibilità, che attiene alla mancanza di un presupposto per la prosecuzione stessa del giudizio, precede e assorbe l’esame dell’inammissibilità (come la tardività). Il mancato deposito della relata di notifica della sentenza impugnata costituisce una violazione di un onere fondamentale che impedisce al giudice di procedere con l’esame del ricorso.

I giudici hanno chiarito che la condizione di procedibilità non è stata soddisfatta né dal tempestivo deposito da parte della ricorrente, né aliunde, ovvero tramite la produzione del documento da parte del controricorrente. Di conseguenza, il ricorso, notificato oltre il termine di 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza, in assenza della prova che giustificasse l’applicazione del termine lungo, è stato dichiarato improcedibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un chiaro esempio di come il rigore formale della procedura civile non sia fine a se stesso. Le norme sui termini e sui depositi obbligatori sono poste a garanzia della certezza del diritto e del corretto svolgimento del processo. La decisione evidenzia che un errore procedurale, come l’omesso deposito di un documento essenziale, può avere conseguenze fatali per l’esito di una controversia, precludendo l’esame nel merito delle ragioni, anche se potenzialmente fondate. Per gli operatori del diritto, questo caso ribadisce la necessità di una cura meticolosa nella gestione degli adempimenti processuali, specialmente nel delicato giudizio di legittimità.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene notificato oltre il termine breve di 60 giorni?
Se il ricorso viene notificato dopo la scadenza del termine breve di 60 giorni, decorrente dalla notifica della sentenza impugnata, esso è considerato tardivo e, di conseguenza, inammissibile.

Qual è la conseguenza del mancato deposito della relata di notifica della sentenza impugnata insieme al ricorso?
Il mancato deposito della relata di notificazione della sentenza impugnata, richiesto dall’art. 369 c.p.c., comporta l’improcedibilità del ricorso. Questo significa che la Corte di Cassazione non può esaminare il merito della questione e deve dichiarare il ricorso improcedibile.

Tra improcedibilità e inammissibilità del ricorso, quale viene valutata per prima dalla Corte?
La Corte di Cassazione valuta prima l’improcedibilità del ricorso. Se rileva la mancanza di un presupposto processuale essenziale (come il deposito di un documento obbligatorio), dichiara il ricorso improcedibile senza passare a valutare altri profili di inammissibilità, come la tardività o la fondatezza dei motivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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