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Improcedibilità ricorso Cassazione: relata mancante

Un imprenditore ha impugnato in Cassazione una decisione della Corte d’Appello che aveva confermato la tardività della sua opposizione a un decreto ingiuntivo. La Suprema Corte ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso in Cassazione non per questioni di merito, ma perché il ricorrente non ha depositato la relata di notifica della sentenza impugnata, documento indispensabile per verificare la tempestività del ricorso stesso.

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Improcedibilità Ricorso Cassazione: Il Caso della Relata Mancante

L’esito di un giudizio può dipendere da cavilli procedurali che, se ignorati, possono precludere l’esame del merito di una controversia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza cruciale del rispetto degli oneri formali, evidenziando come la mancata produzione di un documento possa determinare l’improcedibilità del ricorso in Cassazione. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso: da un decreto ingiuntivo al ricorso per Cassazione

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Firenze, con cui una società e un imprenditore ottenevano il pagamento di ingenti provvigioni per un’attività di mediazione nell’ambito di un’operazione immobiliare. Il debitore ingiunto proponeva opposizione, sostenendo sia l’inefficacia del decreto per notifica tardiva, sia l’infondatezza della pretesa creditoria.

Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano l’opposizione, ritenendola a loro volta tardiva. Secondo i giudici di merito, la notifica del decreto ingiuntivo, eseguita nel Principato di Monaco, si era perfezionata correttamente e l’opposizione era stata presentata oltre il termine di 50 giorni (ridotto rispetto ai 60 ordinari) fissato nel provvedimento.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, il debitore proponeva quindi ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali: l’errata individuazione del momento perfezionativo della notifica internazionale e la nullità della riduzione del termine per l’opposizione.

I motivi del ricorso: notifica e termini di opposizione

Il ricorrente contestava due aspetti cruciali della decisione d’appello:

1. Violazione delle norme sulla notifica: Si sosteneva che la notifica all’estero non si fosse perfezionata con la semplice spedizione della raccomandata, ma che fosse necessario attendere un ulteriore termine di dieci giorni per garantire il pieno diritto di difesa, come stabilito dalla Corte Costituzionale.
2. Nullità della riduzione dei termini: Il ricorrente lamentava che la riduzione del termine per opporsi al decreto ingiuntivo da 60 a 50 giorni fosse illegittima, poiché non richiesta né motivata. Di conseguenza, applicando il termine ordinario, la sua opposizione sarebbe risultata tempestiva.

Le motivazioni della Corte: l’improcedibilità del ricorso in Cassazione

Nonostante le argomentazioni di merito sollevate, la Corte di Cassazione non è entrata nel vivo della questione. La decisione si è arrestata su un piano puramente processuale. I controricorrenti, infatti, avevano sollevato un’eccezione preliminare di improcedibilità, rivelatasi decisiva.

La Corte ha rilevato che il ricorrente non aveva depositato, tra i suoi documenti, la relata di notifica della sentenza d’appello impugnata. Ai sensi dell’art. 369, n. 2, del codice di procedura civile, la produzione di tale documento è un onere imprescindibile quando il ricorso non è proposto nel termine “lungo” dalla pubblicazione della sentenza, ma in quello “breve” che decorre proprio dalla sua notificazione.

Senza la relata di notifica, la Corte non era in grado di verificare un presupposto fondamentale: la tempestività del ricorso. Non potendo accertare se il ricorso fosse stato presentato entro il termine di legge, i giudici non hanno potuto fare altro che dichiararne l’improcedibilità, senza esaminare i motivi di diritto sollevati.

Conclusioni: l’importanza degli oneri processuali

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza del rigore formale nel processo civile e, in particolare, nel giudizio di Cassazione. Dimostra come la sorte di un ricorso, anche se potenzialmente fondato nel merito, possa essere segnata dalla mancata osservanza di un onere documentale. La produzione della relata di notifica non è una mera formalità, ma l’unico strumento che consente al giudice di legittimità di verificare l’ammissibilità stessa dell’impugnazione. La conseguenza di tale omissione è drastica: il ricorso viene chiuso in rito, precludendo ogni possibilità di ottenere una revisione della decisione e condannando il ricorrente al pagamento delle spese legali.

Perché il ricorso per Cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché il ricorrente non ha depositato la relata di notifica della sentenza impugnata, documento richiesto dall’art. 369, n. 2, c.p.c. per consentire alla Corte di verificare la tempestività del ricorso stesso.

La Corte ha esaminato i motivi di merito sollevati dal ricorrente?
No, la Corte di Cassazione non ha esaminato nel merito le questioni relative alla notifica del decreto ingiuntivo o alla riduzione dei termini. La declaratoria di improcedibilità ha impedito qualsiasi valutazione sul fondo della controversia.

Qual è la conseguenza principale di questa decisione per il ricorrente?
La conseguenza è che la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. Il ricorrente, oltre a non poter ottenere una revisione della decisione, è stato condannato al pagamento delle spese del giudizio di cassazione in favore delle controparti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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