LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Improcedibilità ricorso Cassazione: onere prova notifica

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità di un ricorso in una causa per distanze tra costruzioni. La decisione si fonda su un vizio puramente procedurale: i ricorrenti, pur avendo dichiarato nel loro atto di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello, non hanno depositato la copia autentica della stessa munita della relata di notifica, violando un onere previsto a pena di improcedibilità dal codice di procedura civile. L’ordinanza sottolinea il principio di autoresponsabilità della parte, che subisce le conseguenze della propria dichiarazione processuale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Improcedibilità ricorso Cassazione: l’onere di depositare la sentenza notificata

Nel processo civile, e in particolare nel giudizio di legittimità, la forma è sostanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il mancato rispetto di un onere processuale può determinare l’esito del giudizio, a prescindere dalle ragioni di merito. La vicenda analizzata riguarda un caso di improcedibilità del ricorso in cassazione dovuto alla mancata produzione della copia notificata della sentenza impugnata, un errore che si è rivelato fatale per le aspirazioni dei ricorrenti.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine da una questione di diritto immobiliare, specificamente legata al mancato rispetto delle distanze legali tra costruzioni. Un proprietario aveva citato in giudizio i vicini, i quali avevano prima realizzato un piano terra non conforme alle distanze e, successivamente, avevano sopraelevato l’edificio con altri tre piani.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda dell’attore, ordinando l’arretramento delle porzioni di edificio costruite in violazione delle normative. La Corte d’Appello, adita dagli eredi dei costruttori originali, aveva confermato integralmente la decisione di primo grado.

Contro la sentenza di secondo grado, gli eredi hanno quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, senza entrare nel merito della questione sulle distanze tra edifici, ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione non si basa sulla fondatezza o meno dei motivi di ricorso, ma su un aspetto puramente formale e procedurale che ha precluso l’esame della controversia.

Le Motivazioni: Deposito e Improcedibilità del Ricorso in Cassazione

La chiave di volta della decisione risiede nell’articolo 369, secondo comma, numero 2, del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che, insieme al ricorso, il ricorrente deve depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza impugnata munita della relazione di notificazione (relata di notifica), se avvenuta.

Nel caso di specie, i ricorrenti avevano essi stessi dichiarato nel loro atto di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello in una data specifica. Questa dichiarazione, secondo la Corte, costituisce un ‘fatto processuale’ che fa scattare due conseguenze immediate:

1. Decorrenza del termine ‘breve’: La notifica fa partire il termine breve per l’impugnazione.
2. Onere di deposito: La dichiarazione impegna la parte, in base al principio di ‘autoresponsabilità’, a subire le conseguenze di quanto affermato. Di conseguenza, sorge per essa l’onere inderogabile di depositare la copia della sentenza con la relativa relata di notifica.

I ricorrenti non hanno adempiuto a questo onere. La Corte ha sottolineato che tale mancanza non è sanabile e conduce inevitabilmente alla declaratoria di improcedibilità del ricorso. Gli Ermellini hanno inoltre precisato che non poteva trovare applicazione il principio che esenta da tale onere nei casi in cui l’intervallo tra la pubblicazione della sentenza e la notifica del ricorso sia inferiore al termine breve, poiché nella fattispecie tale intervallo era ampiamente superiore.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza del rigore formale nel processo di Cassazione. Le parti e i loro difensori devono prestare la massima attenzione agli adempimenti procedurali previsti dalla legge. La pronuncia evidenzia che la dichiarazione di un fatto processuale, come l’avvenuta notifica, ha conseguenze giuridiche non trascurabili e fa sorgere oneri specifici. L’omissione di un adempimento, anche se apparentemente solo formale come il deposito di un documento, può precludere definitivamente la possibilità che le proprie ragioni di merito vengano esaminate, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali e al versamento di un ulteriore contributo unificato.

Perché il ricorso per Cassazione è stato dichiarato improcedibile?
È stato dichiarato improcedibile perché i ricorrenti non hanno depositato la copia autentica della sentenza d’appello con la relativa relata di notifica, un adempimento richiesto a pena di improcedibilità dall’art. 369, comma 2, n. 2, del codice di procedura civile.

Quale principio ha applicato la Corte per giustificare la sua decisione?
La Corte ha applicato il principio di ‘autoresponsabilità’, secondo cui una parte deve subire le conseguenze delle proprie dichiarazioni processuali. Avendo i ricorrenti dichiarato nell’atto di aver ricevuto la notifica della sentenza, si sono auto-imposti l’onere di depositare il documento notificato.

Esistono eccezioni all’obbligo di depositare la sentenza notificata?
Sì, la giurisprudenza ammette un’eccezione quando l’intervallo di tempo tra la pubblicazione della sentenza e la notifica del ricorso è inferiore al termine ‘breve’ per impugnare. Tuttavia, nel caso specifico, questo intervallo era molto più lungo, quindi l’eccezione non era applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati