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Improcedibilità ricorso Cassazione: onere del deposito

Un Comune ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza di secondo grado. Tuttavia, ha depositato solo la sentenza di primo grado, omettendo quella impugnata. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso per Cassazione, sottolineando l’importanza di adempiere all’onere di deposito previsto dal codice di procedura civile, a pena di inammissibilità.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità Ricorso Cassazione: L’Errore Fatale dell’Omesso Deposito

Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e, come tale, è caratterizzato da un rigido formalismo. Un errore procedurale, anche se apparentemente di poco conto, può avere conseguenze drastiche, come la dichiarazione di improcedibilità del ricorso in Cassazione. Con l’ordinanza n. 4584/2024, la Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: l’onere per il ricorrente di depositare la sentenza impugnata, un adempimento non sanabile che, se omesso, preclude l’esame nel merito del ricorso.

I Fatti del Caso

Un ente comunale proponeva ricorso per Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo vedeva contrapposto a una società di gestione del servizio idrico e alla curatela fallimentare di un’altra impresa. L’obiettivo del Comune era ottenere la riforma della decisione di secondo grado.

Tuttavia, nell’atto di costituzione in giudizio, il legale del Comune commetteva un errore cruciale: depositava la sentenza di primo grado del Tribunale, ma ometteva di depositare la sentenza della Corte d’Appello, ovvero il provvedimento che era oggetto specifico dell’impugnazione. Le parti intimate, dal canto loro, non svolgevano alcuna attività difensiva.

La Decisione della Corte e l’Improcedibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nell’analisi dei motivi del ricorso, ha rilevato d’ufficio la causa di inammissibilità. La decisione è netta e si fonda sull’articolo 369, secondo comma, n. 4 del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che, a pena di improcedibilità, insieme al ricorso deve essere depositata copia autentica della sentenza o della decisione impugnata.

Il Collegio ha sottolineato che il ricorrente aveva depositato la sentenza di primo grado, ma non quella del grado di appello contro cui il ricorso era stato “dichiaratamente proposto”. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato improcedibile, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi discussione sul merito della controversia.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è lineare e si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale. L’onere di depositare la decisione impugnata non è una mera formalità, ma un presupposto processuale essenziale. Esso consente alla Corte di Cassazione di avere una conoscenza diretta e completa del provvedimento che è chiamata a giudicare, verificando la fondatezza delle censure mosse dal ricorrente.

La Corte ha specificato che questo adempimento è posto a carico esclusivo della parte ricorrente e la sua omissione non può essere sanata in alcun modo, nemmeno con il deposito da parte del controricorrente o con la produzione successiva.

In aggiunta, la Corte ha rilevato, sebbene ad abundantiam (cioè come argomento ulteriore e non decisivo), che mancavano anche le relate di notifica del ricorso e la procura speciale, confermando la negligenza nella gestione degli adempimenti processuali. Infine, data l’improcedibilità, il ricorrente è stato condannato a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come previsto dalla legge in caso di reiezione integrale o di inammissibilità del ricorso.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza del rigore formale nel processo civile, specialmente nel giudizio di legittimità. L’improcedibilità del ricorso in Cassazione per omesso deposito della sentenza impugnata è una sanzione severa che vanifica l’intero sforzo difensivo e preclude alla parte la possibilità di far valere le proprie ragioni. Per gli avvocati, emerge la necessità di una meticolosa attenzione nella preparazione del fascicolo da depositare, controllando scrupolosamente la presenza di tutti i documenti richiesti dalla legge. Per le parti, la conseguenza non è solo la perdita della causa, ma anche un aggravio di costi, con la condanna al raddoppio del contributo unificato.

Cosa succede se non si deposita la sentenza che si intende impugnare in Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. Ciò significa che la Corte non esamina i motivi dell’impugnazione e la richiesta viene respinta per un vizio di procedura, senza alcuna valutazione sul merito della questione.

È sufficiente depositare la sentenza di primo grado se si impugna quella di appello?
No, non è sufficiente. L’articolo 369 c.p.c. richiede specificamente il deposito della “sentenza o decisione impugnata”. Se il ricorso è contro la decisione della Corte d’Appello, è quella sentenza che deve essere obbligatoriamente depositata.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di improcedibilità del ricorso?
Oltre a non poter proseguire nel giudizio, la parte ricorrente è tenuta al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già dovuto per il ricorso, come sanzione per aver proposto un’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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