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Improcedibilità ricorso Cassazione: onere del deposito

La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito, entro i termini di legge, della relata di notifica della sentenza impugnata. L’ordinanza sottolinea come tale adempimento sia essenziale per permettere alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione basata sul termine breve, ribadendo il rigore formale richiesto. L’improcedibilità del ricorso per Cassazione non può essere sanata da un deposito tardivo né dalla mancata contestazione della controparte.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità Ricorso Cassazione: L’Importanza del Deposito della Relata di Notifica

Nel complesso mondo della procedura civile, il rispetto dei termini e degli oneri formali è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto possa essere perentorio questo principio, soprattutto nel giudizio di legittimità. Il caso in esame ha portato a una declaratoria di improcedibilità del ricorso per Cassazione a causa di una specifica omissione: il mancato deposito della relata di notifica della sentenza impugnata. Questo articolo analizza la decisione, evidenziando le ragioni del rigore della Corte e le conseguenze per i ricorrenti.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un istituto bancario per un debito derivante da un saldo passivo di conto corrente e anticipi su fatture non rientrati. I garanti del debitore principale si opponevano al decreto, ma la loro opposizione veniva rigettata sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello.

Decisi a far valere le proprie ragioni, i garanti proponevano ricorso per Cassazione. Nel loro atto, affermavano che la sentenza d’appello era stata loro notificata in una data specifica, facendo così scattare il cosiddetto “termine breve” per l’impugnazione. Tuttavia, commettevano un errore procedurale decisivo: non depositavano, insieme al ricorso e alla copia della sentenza, anche la prova di tale notifica, ovvero la relata.

L’improcedibilità del ricorso per Cassazione secondo la Corte

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione si fonda sull’articolo 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile, che impone al ricorrente di depositare, a pena di improcedibilità, la copia della decisione impugnata con la relazione di notificazione, se questa è avvenuta.

Questo onere non è un mero formalismo. La sua funzione è cruciale: consentire alla Corte di Cassazione di verificare d’ufficio la tempestività dell’impugnazione. Se un ricorrente si avvale del termine breve, che decorre appunto dalla notifica, deve fornire alla Corte lo strumento per controllare che tale termine sia stato rispettato. Senza la relata, questo controllo è impossibile.

L’irrilevanza del deposito tardivo

I ricorrenti avevano tentato di rimediare depositando la relata di notifica in un momento successivo, ma la Corte ha chiarito che tale deposito era tardivo. La legge prevede un termine perentorio (venti giorni dall’ultima notificazione del ricorso) per completare i depositi. Un adempimento successivo a tale scadenza non può sanare la violazione originaria. Consentire un recupero a tempo indeterminato, secondo la Corte, vanificherebbe il senso stesso del meccanismo processuale e del principio di certezza dei tempi.

Il rigore sull’onere del ricorrente e l’improcedibilità del ricorso Cassazione

La Corte ha passato in rassegna la propria giurisprudenza, comprese le pronunce delle Sezioni Unite che in passato hanno temperato questo rigore. Tuttavia, ha concluso che nessuna delle eccezioni previste fosse applicabile al caso di specie. L’improcedibilità può essere evitata, ad esempio, se la controparte deposita il documento mancante o se questo è già presente nel fascicolo d’ufficio per disposizione di legge. Nel caso in esame, nessuna di queste condizioni si era verificata entro i termini.

Inoltre, la Corte ha osservato che la notifica del ricorso era avvenuta oltre 60 giorni dopo la pubblicazione della sentenza. Questo rendeva ancora più essenziale la prova della notifica della sentenza per dimostrare di aver rispettato il termine breve, prova che, come detto, non è stata fornita tempestivamente.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si concentrano sul principio di auto-responsabilità della parte processuale e sulla necessità di tutelare l’esigenza pubblicistica del rispetto delle norme che garantiscono la tempestività dell’impugnazione e la formazione del giudicato. L’onere di cui all’art. 369 c.p.c. è posto a carico esclusivo del ricorrente. La sua omissione determina una sanzione, l’improcedibilità, che non può essere superata se non nei casi tassativamente previsti dalla giurisprudenza, nessuno dei quali ricorreva nel caso specifico. Il deposito tardivo della documentazione è stato considerato irrilevante, in quanto avvenuto ben oltre il termine perentorio stabilito dalla legge. La Corte ha inoltre respinto nel merito gli altri motivi di ricorso, ritenendoli inammissibili per aspecificità o perché relativi a questioni coperte da giudicato interno formatosi in appello. Infine, constatata la conformità della decisione finale con la proposta di definizione accelerata, ha condannato i ricorrenti anche per abuso del processo ai sensi dell’art. 96 c.p.c.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel giudizio di Cassazione, la diligenza processuale è massima. L’omissione di un adempimento apparentemente formale come il deposito della relata di notifica può avere conseguenze fatali per l’esito del ricorso, precludendo qualsiasi esame nel merito delle questioni sollevate. Questa decisione serve da monito per i professionisti legali sull’importanza di verificare scrupolosamente tutti gli oneri di deposito entro i termini perentori previsti dalla legge, per non incorrere nella grave sanzione dell’improcedibilità del ricorso per Cassazione.

Cosa succede se il ricorrente in Cassazione omette di depositare la relata di notifica della sentenza impugnata entro i termini?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. Questo adempimento è obbligatorio, ai sensi dell’art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c., per consentire alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione quando si invoca il termine breve decorrente dalla notifica.

Il deposito tardivo della relata di notifica può sanare l’omissione iniziale?
No. La Corte ha stabilito che il deposito deve avvenire entro il termine perentorio previsto dalla legge (venti giorni dall’ultima notificazione del ricorso). Un deposito successivo è inefficace e non può sanare la già maturata improcedibilità.

L’improcedibilità può essere evitata se la controparte non la contesta o la deposita essa stessa?
L’improcedibilità può essere evitata se la controparte produce il documento mancante entro il termine per il deposito del controricorso. Tuttavia, non rileva la semplice mancata contestazione, poiché la verifica della tempestività è un controllo che la Corte svolge d’ufficio a tutela di un interesse pubblicistico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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