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Improcedibilità ricorso cassazione: l’onere del deposito

La Cassazione dichiara l’improcedibilità del ricorso per cassazione a causa del mancato deposito della copia autentica della sentenza impugnata e della relativa notifica. Il caso riguardava un’azione revocatoria contro l’amministratrice di una società fallita. La Corte ha sottolineato che la tardiva produzione documentale non può sanare il vizio procedurale iniziale.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità Ricorso Cassazione: L’Importanza del Deposito della Sentenza Notificata

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulla disciplina processuale del giudizio di legittimità, ribadendo il rigore formale richiesto ai fini della procedibilità. Il tema centrale è l’improcedibilità ricorso cassazione derivante dal mancato deposito, entro i termini di legge, della copia autentica della sentenza impugnata corredata dalla relazione di notificazione. Questa pronuncia sottolinea come un vizio formale possa precludere l’esame nel merito delle questioni sollevate, con conseguenze definitive per l’esito della lite.

I Fatti del Contendere: Dall’Azione Revocatoria al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un’azione revocatoria (o pauliana) promossa dalla curatela di una società a responsabilità limitata dichiarata fallita. L’azione era rivolta contro l’ex amministratrice della società, il marito e il figlio. La curatela sosteneva che l’amministratrice, consapevole di un ingente debito verso la società derivante da una sua presunta mala gestio, avesse donato ai familiari la nuda proprietà e l’usufrutto di diversi immobili al solo scopo di sottrarli alla garanzia patrimoniale dei creditori.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano accolto le ragioni del Fallimento, ritenendo fondata l’azione revocatoria. Contro la sentenza di secondo grado, l’ex amministratrice e i suoi familiari proponevano ricorso per cassazione.

La Questione di Procedibilità e l’Onere della Prova

Il nodo cruciale su cui si è pronunciata la Suprema Corte non riguarda il merito della vicenda (la fondatezza o meno dell’azione revocatoria), bensì un aspetto puramente procedurale. I ricorrenti, pur avendo dichiarato nel loro atto di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello, avevano omesso di depositare, unitamente al ricorso, la copia autentica della sentenza stessa munita della relazione di notificazione, come prescritto dall’articolo 369, secondo comma, del codice di procedura civile.

Questo adempimento è fondamentale perché la notifica della sentenza fa decorrere il cosiddetto ‘termine breve’ per impugnare. La mancata produzione dei documenti richiesti ha quindi innescato una questione pregiudiziale sull’improcedibilità ricorso cassazione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso improcedibile, fondando la sua decisione su principi consolidati in materia di oneri processuali a carico della parte che impugna.

L’Onere del Deposito della Sentenza Notificata

Il Collegio ha ribadito che la parte che propone ricorso per cassazione ha l’onere di depositare, nel termine previsto, la copia autentica della sentenza impugnata con la relata di notifica. Nel caso di specie, i ricorrenti si erano limitati a depositare una semplice copia informatica del provvedimento, priva di attestazione di conformità, e non avevano allegato la prova dell’avvenuta notifica.

Il tentativo di sanare tale mancanza attraverso un deposito successivo, avvenuto molto tempo dopo la presentazione del ricorso, è stato ritenuto inefficace. La Corte ha richiamato un autorevole precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 21349/2022), secondo cui la tardiva produzione documentale non può sanare l’omissione originaria.

Il Principio di Autoresponsabilità della Parte Ricorrente

Un altro punto cardine della motivazione risiede nel principio di ‘autoresponsabilità’. Nel momento in cui i ricorrenti hanno dichiarato nel loro atto che la sentenza era stata loro notificata, hanno attestato un fatto processuale che imponeva loro precise conseguenze. Essi si sono assunti la responsabilità di rispettare gli oneri connessi a tale dichiarazione, primo fra tutti il deposito dei documenti comprovanti la notifica. Non averlo fatto costituisce una negligenza procedurale non sanabile, che conduce inevitabilmente alla declaratoria di improcedibilità ricorso cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma il rigore con cui la Corte di Cassazione valuta i presupposti di procedibilità dei ricorsi. La decisione insegna che gli adempimenti formali, come il corretto e tempestivo deposito dei documenti, non sono mere formalità, ma requisiti essenziali per garantire il corretto svolgimento del processo e la certezza del diritto. La parte che impugna una sentenza deve agire con la massima diligenza, poiché un errore procedurale può avere l’effetto drastico di precludere l’accesso al giudizio di merito, rendendo vana ogni argomentazione sulla fondatezza delle proprie ragioni.

Perché il ricorso è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché i ricorrenti non hanno depositato, entro il termine di legge previsto dall’art. 369 c.p.c., la copia autentica della sentenza impugnata completa della relazione di notificazione, pur avendo dichiarato nel ricorso stesso che la sentenza era stata loro notificata.

È possibile sanare il mancato deposito dei documenti obbligatori presentandoli in un secondo momento?
No. Secondo la Suprema Corte, il deposito tardivo della documentazione richiesta non può sanare l’omissione iniziale. Una volta scaduto il termine per il deposito, il vizio di improcedibilità si consolida e non è più emendabile.

Quali sono le conseguenze pratiche della dichiarazione di improcedibilità?
La dichiarazione di improcedibilità comporta che la Corte di Cassazione non esamini il merito del ricorso. Di conseguenza, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) passa in giudicato, diventando definitiva. I ricorrenti, inoltre, vengono condannati al pagamento delle spese legali del giudizio di cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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