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Improcedibilità ricorso Cassazione: il termine perentorio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2475/2024, ha dichiarato l’improcedibilità di un ricorso in materia condominiale. La decisione si fonda sul mancato rispetto del termine perentorio di venti giorni per il deposito dell’atto, a decorrere dall’ultima notificazione. L’ordinanza chiarisce che tale vizio procedurale è rilevabile d’ufficio e non sanabile dalla costituzione della controparte, confermando il rigoroso orientamento sull’improcedibilità ricorso Cassazione per vizi formali.

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Improcedibilità Ricorso Cassazione: il Termine di 20 Giorni è Invalicabile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: il rispetto dei termini perentori. La decisione sottolinea come il deposito tardivo di un ricorso determini la sua irrimediabile improcedibilità ricorso Cassazione, anche se la controparte si costituisce in giudizio. Questo caso, nato da una controversia condominiale, offre una lezione cruciale sull’importanza del rigore formale nel processo.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’impugnazione di una delibera condominiale da parte di un proprietario. Oggetto del contendere era la costituzione di un condominio e l’assegnazione di spazi esclusivi su una corte comune, avvenuta, a dire del proprietario, senza il necessario consenso unanime di tutti i condomini. Dopo aver visto respinte le proprie ragioni sia in primo grado che in Corte d’Appello, il proprietario decideva di presentare ricorso per Cassazione.

La Questione dell’Improcedibilità Ricorso Cassazione

Il fulcro della decisione della Suprema Corte non risiede nel merito della disputa condominiale, bensì in un aspetto puramente procedurale. Il controricorrente (il Condominio) ha eccepito l’improcedibilità del ricorso a causa del suo deposito tardivo. Secondo l’art. 369, comma 1, del codice di procedura civile, il ricorso deve essere depositato nella cancelleria della Corte entro venti giorni dall’ultima notificazione alle parti contro cui è proposto.

Il Deposito Tardivo dell’Atto

Dall’analisi degli atti processuali è emerso che il ricorso era stato notificato via PEC al legale del Condominio in data 27 giugno 2018. Tuttavia, il deposito telematico in cancelleria era avvenuto solo il 26 luglio 2018, ben oltre il termine perentorio di venti giorni prescritto dalla legge.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto l’eccezione, dichiarando il ricorso improcedibile. Le motivazioni si basano su principi consolidati:

1. Natura Perentoria del Termine: Il termine di venti giorni per il deposito è definito perentorio. La sua violazione comporta, senza eccezioni, l’improcedibilità del ricorso.
2. Irrilevanza della Costituzione della Controparte: L’improcedibilità è rilevabile anche d’ufficio dal giudice. La costituzione in giudizio del resistente non sana il vizio. Il principio secondo cui la nullità di un atto non può essere pronunciata se l’atto ha raggiunto il suo scopo (art. 156 c.p.c.) si applica solo alle violazioni di forme in senso stretto, non ai termini perentori, per i quali vigono norme specifiche.
3. Mancanza di Eccezione Apposita: La Corte ha specificato che la dichiarazione di improcedibilità ricorso Cassazione non è esclusa nemmeno se il controricorrente non formula un’apposita eccezione, poiché il vizio è talmente grave da poter essere rilevato direttamente dal collegio giudicante.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito severo sull’importanza della diligenza processuale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese legali. La decisione conferma che nel giudizio di Cassazione le regole procedurali, e in particolare il rispetto dei termini perentori, sono applicate con estremo rigore. Un errore, come il deposito tardivo di un atto, può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito, indipendentemente dalla loro fondatezza. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato improcedibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Cosa succede se il ricorso per Cassazione viene depositato oltre il termine di 20 giorni dalla notifica?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. Si tratta di una conseguenza automatica che impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione, a prescindere dalla fondatezza delle ragioni dell’appellante.

La costituzione in giudizio della controparte può sanare il deposito tardivo del ricorso?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’improcedibilità derivante dal mancato rispetto di un termine perentorio è un vizio insanabile. La costituzione del controricorrente non ha alcun effetto sanante.

Il giudice può dichiarare l’improcedibilità anche se la controparte non la eccepisce?
Sì. L’improcedibilità per deposito tardivo è rilevabile d’ufficio dalla Corte. Ciò significa che il giudice può e deve dichiararla autonomamente, una volta accertata la violazione del termine, anche in assenza di una specifica richiesta della parte resistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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