LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Improcedibilità ricorso Cassazione: guida completa

Un’amministrazione pubblica ricorre in Cassazione contro i proprietari di un hotel per violazioni edilizie, ma il ricorso viene respinto. La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità del ricorso Cassazione a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza d’appello entro i termini di legge. La decisione sottolinea il rigore formale richiesto dall’art. 369 c.p.c., evidenziando come l’omissione di questo adempimento procedurale sia un errore fatale che preclude l’esame del merito della controversia.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Improcedibilità Ricorso Cassazione: Quando un Errore Formale Diventa Fatale

Nel complesso mondo del diritto processuale, la forma è spesso sostanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come il mancato rispetto di un adempimento formale possa portare a una declaratoria di improcedibilità del ricorso in Cassazione, precludendo ogni discussione sul merito della controversia. Questa ordinanza evidenzia l’importanza cruciale del deposito della copia notificata della sentenza impugnata, un onere inderogabile per chi intende portare le proprie ragioni dinanzi al massimo organo della giustizia civile.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tra un’Amministrazione Pubblica e i proprietari di una storica residenza adibita ad albergo, situata sulle rive di un lago. L’Amministrazione sosteneva che un ampliamento dell’edificio violasse le distanze legali e di veduta rispetto a un’area demaniale, data in concessione agli stessi proprietari dell’hotel. Per tale motivo, aveva avviato un’azione legale per ottenere il risarcimento del danno.
Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda, ma la Corte d’Appello, pur riconoscendo la demanialità dell’area e l’effettiva violazione delle norme sulle distanze, aveva respinto la richiesta di risarcimento per mancanza di prova del danno subito.

Lo Svolgimento del Processo e l’Improcedibilità del Ricorso in Cassazione

Insoddisfatta della decisione di secondo grado, l’Amministrazione Pubblica ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge nella valutazione del danno, che a suo dire doveva considerarsi in re ipsa, ovvero implicito nella stessa violazione. Tuttavia, il giudizio di legittimità si è arrestato prima ancora di poter analizzare tale motivo. La Corte ha infatti rilevato, in via assorbente, una criticità procedurale insuperabile.
Nonostante l’Amministrazione avesse dichiarato nel proprio atto di ricorso di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello in una certa data, non ha poi provveduto a depositare, insieme al ricorso, la copia autentica della sentenza munita della relativa relazione di notificazione. Questo adempimento è prescritto a pena di improcedibilità dall’articolo 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso improcedibile, basando la sua decisione sulla chiarezza della norma processuale. L’art. 369 c.p.c. impone in modo inequivocabile che, unitamente al ricorso, venga depositata la copia autentica della sentenza impugnata con la relazione di notificazione, se avvenuta. Tale deposito deve avvenire entro venti giorni dall’ultima notificazione.
I giudici hanno spiegato che questa formalità non è un mero cavillo, ma un requisito essenziale per consentire alla Corte di verificare tempestivamente la procedibilità del ricorso stesso. Nel caso di specie, la parte ricorrente aveva solo menzionato l’avvenuta notifica, senza però fornire la prova documentale richiesta dalla legge.
La Corte ha inoltre precisato che non potevano trovare applicazione le eccezioni elaborate dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite. Sebbene sia vero che il ricorso è procedibile se la copia notificata viene depositata dall’altra parte o è già presente nel fascicolo d’ufficio, nessuna di queste circostanze si era verificata. L’ordinanza ha anche citato la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la quale ha stabilito che l’obbligo di deposito della relazione di notificazione non costituisce un impedimento sproporzionato al diritto di accesso a un tribunale, in quanto mira a garantire una procedura accelerata ed efficiente.

Le Conclusioni

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale per chi opera nel contenzioso di legittimità: il rigore formale previsto per il ricorso in Cassazione è inderogabile. L’onere di depositare la copia notificata della sentenza impugnata entro il termine perentorio di venti giorni non ammette deroghe o equipollenti, salvo le specifiche eccezioni individuate dalla giurisprudenza. La mancata osservanza di tale prescrizione determina l’improcedibilità del ricorso, una sanzione severa che impedisce alla Corte di esaminare le censure, anche se potenzialmente fondate. Questo caso serve da monito sulla necessità di una meticolosa attenzione a ogni singolo adempimento procedurale per evitare che un errore formale possa vanificare l’intero percorso giudiziario.

Qual è la ragione principale per cui il ricorso è stato dichiarato improcedibile?
La ragione è la violazione dell’art. 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile, poiché la parte ricorrente, pur avendo dato atto dell’avvenuta notifica della sentenza impugnata, non ha depositato la copia autentica della stessa sentenza completa della relazione di notificazione entro il termine di legge.

È sufficiente menzionare nel ricorso la data di notifica della sentenza per renderlo procedibile?
No, non è sufficiente. La norma richiede il deposito materiale dell’atto, ovvero la copia autentica della sentenza con la prova della notifica. La semplice dichiarazione nell’atto di ricorso non sostituisce l’onere del deposito documentale.

La mancata produzione della copia notificata da parte del ricorrente può essere sanata?
Sì, ma solo in alcune circostanze. Secondo le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 10648/2017), il ricorso è procedibile se la copia notificata viene depositata dall’altra parte (il controricorrente) o se è già presente nel fascicolo d’ufficio. Nel caso specifico, queste condizioni non si sono verificate, rendendo l’improcedibilità inevitabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati