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Improcedibilità ricorso Cassazione: Analisi Ord. 10812

La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito della relata di notifica della sentenza impugnata. Il caso, originato da una disputa su forniture commerciali, evidenzia come il rigore formale sia essenziale per la verifica della tempestività dell’impugnazione, confermando la piena compatibilità della norma con il diritto a un equo processo. La decisione sottolinea che l’omissione di tale adempimento procedurale non è sanabile e conduce inevitabilmente alla declaratoria di improcedibilità ricorso Cassazione.

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Improcedibilità Ricorso Cassazione: La Lezione sulla Notifica della Sentenza

Nel complesso mondo del diritto processuale, la forma è spesso sostanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda questa fondamentale verità, dichiarando l’improcedibilità ricorso Cassazione per un’omissione che potrebbe sembrare un mero cavillo: il mancato deposito della prova di notifica della sentenza impugnata. Questa decisione, tuttavia, riafferma un principio cardine per la certezza del diritto e il corretto funzionamento della giustizia.

Analizziamo insieme i dettagli di questa ordinanza per comprendere le ragioni dietro una sanzione così severa e le sue importanti implicazioni pratiche per chiunque si appresti a navigare le complesse acque del giudizio di legittimità.

La Vicenda Processuale: Dalla Fattura al Ricorso

Tutto ha inizio da una controversia commerciale tra due società. Una S.R.L. fornitrice di pezzi di ricambi per auto ottiene un decreto ingiuntivo contro una S.R.L. cliente per il pagamento di circa 3.500 Euro. La società cliente si oppone, sostenendo di aver già saldato il debito. Il Giudice di Pace, in primo grado, respinge l’opposizione.

In appello, il Tribunale accoglie parzialmente le ragioni della società cliente, revocando il decreto ingiuntivo ma condannandola comunque a pagare una somma inferiore, pari a circa 2.350 Euro. Non soddisfatta, la società fornitrice decide di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, notificando il ricorso il 18 ottobre 2021 avverso la sentenza d’appello.

L’Improcedibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi della Decisione

Il cuore della decisione della Suprema Corte non risiede nel merito della disputa commerciale, ma in un aspetto puramente procedurale. Il ricorrente, pur avendo dichiarato nel proprio atto di impugnare una sentenza notificata in una data specifica (20 luglio 2021), ha omesso di depositare, insieme al ricorso, la relata di notifica della sentenza stessa.

Secondo l’articolo 369 del codice di procedura civile, questo adempimento è obbligatorio a pena di improcedibilità. La norma impone al ricorrente di depositare, entro venti giorni dall’ultima notifica del ricorso, una copia autentica della sentenza impugnata, munita della relazione di notificazione, se questa è avvenuta.

La mancanza di tale documento impedisce alla Corte di Cassazione di svolgere una verifica fondamentale e preliminare: controllare se il ricorso è stato proposto entro il termine breve di sessanta giorni dalla notifica della sentenza, come previsto dalla legge. Questo controllo è posto a tutela di un interesse pubblico, quello della stabilità delle decisioni giudiziarie e della formazione del cosiddetto “giudicato formale”.

Le Motivazioni della Corte: Rigore Formale e Diritto Europeo

La Corte, nel motivare la propria decisione, si appoggia a consolidati principi giurisprudenziali, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite (n. 21349/2022). Quest’ultima ha stabilito in modo inequivocabile che l’omissione del deposito della relata di notifica comporta l’improcedibilità, senza che la mancata contestazione da parte del controricorrente possa sanare il vizio.

È interessante notare come la Corte affronti anche il profilo della compatibilità di questa regola con il diritto a un equo processo, sancito dall’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Viene citata una recente sentenza della Corte Europea (CEDU) nel caso Patricolo e altri c. Italia, la quale, in una fattispecie analoga, ha escluso che tale requisito costituisca un “eccessivo formalismo”. La CEDU ha riconosciuto che le procedure davanti alle corti supreme possono essere più formali e che assicurare il rapido svolgimento del procedimento è un fine legittimo. Pertanto, la sanzione dell’improcedibilità è stata ritenuta proporzionata e non lesiva del diritto di accesso a un tribunale.

La Suprema Corte esamina e scarta anche un’altra possibile eccezione, elaborata dalla giurisprudenza, che esclude l’improcedibilità se la sentenza è stata pubblicata nei sessanta giorni precedenti la notifica del ricorso. Nel caso di specie, la sentenza era stata pubblicata il 12 luglio 2021 e il ricorso notificato il 18 ottobre 2021, ben oltre tale lasso temporale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Avvocati e Parti

La pronuncia in esame è un monito severo sull’importanza della diligenza processuale. L’improcedibilità del ricorso in Cassazione per un vizio formale come quello descritto non è un’ipotesi remota, ma una conseguenza concreta e inappellabile di un’omissione.

Per gli avvocati, ciò significa che la preparazione del deposito del ricorso deve essere meticolosa, prestando la massima attenzione a tutti i documenti richiesti dalla legge, in particolare alla prova della tempestività dell’impugnazione. Per le parti, la decisione sottolinea come l’esito di un contenzioso possa dipendere non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni nel merito, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole che governano il processo. In ultima analisi, la forma, nel giudizio di legittimità, è la garanzia stessa della funzione nomofilattica della Corte e della certezza del diritto.

Perché il ricorso per Cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché la società ricorrente ha omesso di depositare, unitamente al ricorso, la relata di notifica della sentenza impugnata. Questo adempimento è richiesto a pena di improcedibilità dall’art. 369 del codice di procedura civile per consentire alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione.

La mancata contestazione da parte del controricorrente può sanare il difetto di deposito della relata di notifica?
No. Secondo la Corte, la mancata contestazione da parte del controricorrente circa l’osservanza del termine breve di impugnazione è irrilevante. Il controllo sulla tempestività del ricorso risponde a un’esigenza pubblicistica di rispetto del vincolo della cosa giudicata formale, che la Corte deve verificare d’ufficio.

Il requisito di deposito della relata di notifica viola il diritto a un equo processo secondo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo?
No. L’ordinanza cita una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Patricolo e altri c. Italia) che, in un caso analogo, ha escluso che tale requisito costituisca un eccessivo formalismo o una violazione dell’articolo 6 della Convenzione. La misura è stata considerata adeguata per realizzare il legittimo fine di assicurare il rapido svolgimento del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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