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Improcedibilità del ricorso: l’onere della prova

Una società holding ha impugnato un decreto di omologazione di un concordato preventivo. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso perché la parte ricorrente, pur avendo menzionato la data di comunicazione del provvedimento impugnato, non ha depositato la copia di tale comunicazione, violando un onere processuale fondamentale per la verifica della tempestività dell’impugnazione.

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Improcedibilità del Ricorso: L’Importanza Cruciale del Deposito degli Atti

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un importante monito sulla rigorosità delle norme processuali che governano il ricorso per cassazione. La pronuncia chiarisce come un’omissione apparentemente formale, quale il mancato deposito della comunicazione del provvedimento impugnato, possa condurre a una declaratoria di improcedibilità del ricorso, precludendo ogni esame sul merito della controversia. Questo principio, fondato sull’autoresponsabilità della parte, sottolinea l’importanza della diligenza difensiva.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’opposizione presentata da una società holding contro il decreto del Tribunale che omologava il concordato preventivo di una nota azienda alimentare. L’opposizione veniva rigettata sia in primo grado sia dalla Corte d’Appello territoriale. La Corte territoriale, in particolare, aveva ritenuto che le critiche della società opponente riguardassero la mera fattibilità economica del piano, già valutata positivamente dai creditori, e non una sua manifesta inidoneità a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Contro questa decisione, la società holding ha proposto ricorso per cassazione, lamentando diversi vizi. Nel proprio atto, la ricorrente dichiarava che il decreto della Corte d’Appello era stato pubblicato in una certa data e comunicato alle parti in una data successiva.

La Decisione della Corte e l’Improcedibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, in via pregiudiziale, ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso. La decisione non entra nel merito dei motivi di doglianza sollevati dalla ricorrente, ma si ferma a un rilievo di natura puramente processuale, risultato decisivo.

Il fulcro della pronuncia risiede nell’applicazione dell’art. 369 del codice di procedura civile. La ricorrente, pur avendo dichiarato di aver ricevuto la comunicazione del decreto impugnato in data 9 gennaio 2024 (un’informazione cruciale per determinare la decorrenza del termine breve per impugnare), non ha provveduto a depositare la copia di tale comunicazione, munita delle relate di spedizione e ricezione da parte della cancelleria. Questa omissione si è rivelata fatale.

Le Motivazioni

La Corte ha articolato le sue motivazioni su alcuni pilastri fondamentali del diritto processuale.

L’Onere della Prova a Carico del Ricorrente

La dichiarazione della parte di aver ricevuto la comunicazione della sentenza impugnata è un fatto processuale che fa scattare un preciso onere a suo carico. Tale dichiarazione, manifestazione di autoresponsabilità, impegna la parte a subire le conseguenze di quanto affermato. Di conseguenza, sorge l’obbligo di depositare, unitamente al ricorso, la documentazione che attesta tale comunicazione. Questo adempimento è necessario per consentire alla Corte di verificare la tempestività del ricorso, ovvero se è stato presentato entro il termine di legge decorrente dalla comunicazione stessa.

La Sanzione per l’Inadempimento

Il mancato deposito di tale documento non è una mera irregolarità, ma un vizio che determina l’improcedibilità del ricorso. La Corte ha ribadito che questa omissione non può essere sanata tramite una produzione successiva e tardiva ai sensi dell’art. 372 c.p.c. Il difetto di procedibilità deve essere rilevato d’ufficio dal giudice, anche in assenza di una specifica eccezione da parte della controricorrente. Questo rigore si giustifica con l’esigenza di presidiare, con efficacia sanzionatoria, un comportamento omissivo che ostacola la corretta instaurazione del processo di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta una lezione fondamentale per ogni operatore del diritto. La diligenza nel rispetto degli adempimenti formali, specialmente nel giudizio di cassazione, non è un mero formalismo, ma un presupposto essenziale per la tutela dei propri diritti. La Corte di Cassazione riafferma con forza il principio secondo cui la parte che invoca un fatto a proprio vantaggio (in questo caso, la decorrenza del termine per impugnare dalla data di comunicazione) ha l’onere di fornirne la prova documentale nei tempi e modi previsti dalla legge. Un’omissione su questo punto può vanificare le ragioni di merito più fondate, chiudendo definitivamente le porte del giudizio di legittimità. La pronuncia è un chiaro promemoria che nel processo, la forma è anche sostanza.

Per quale motivo il ricorso per cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché la società ricorrente, pur avendo dichiarato nel proprio atto di aver ricevuto la comunicazione del decreto impugnato in una data specifica, non ha depositato la copia di tale comunicazione ufficiale proveniente dalla cancelleria, documento indispensabile per verificare la tempestività dell’impugnazione.

È possibile sanare il mancato deposito della comunicazione in un momento successivo?
No, la Corte di Cassazione ha specificato che l’omissione del deposito della comunicazione non è sanabile mediante una produzione successiva e tardiva. Si tratta di un vizio che comporta la definitiva improcedibilità del ricorso.

L’improcedibilità viene dichiarata solo se la controparte la eccepisce?
No, il difetto di procedibilità deve essere rilevato d’ufficio dalla Corte, anche se la controparte non solleva alcuna contestazione. Questo perché riguarda un presupposto essenziale per la valida instaurazione del giudizio, la cui verifica spetta al giudice indipendentemente dalle difese delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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