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Improcedibilità del ricorso: l’onere del deposito

La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità del ricorso in un caso di distanze tra costruzioni. La decisione si fonda su un vizio procedurale: i ricorrenti, pur avendo dichiarato di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello, non hanno depositato la copia autentica con la relativa relata di notifica, violando un onere imposto dal codice di procedura civile e rendendo impossibile l’esame nel merito della questione.

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Improcedibilità del Ricorso: L’Onere di Depositare la Sentenza Notificata

Nel processo civile, e in particolare nel giudizio di Cassazione, la forma è sostanza. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda quanto sia cruciale il rispetto delle formalità procedurali, pena una declaratoria di improcedibilità del ricorso che preclude ogni discussione sul merito della controversia. L’ordinanza in esame chiarisce l’onere inderogabile, per chi impugna una sentenza notificata, di depositarne copia autentica munita di relata di notifica.

I Fatti di Causa: Una Disputa tra Vicini

La vicenda trae origine da una controversia immobiliare tra proprietari di fondi confinanti. I titolari di un immobile preesistente citavano in giudizio il vicino, che aveva iniziato la costruzione di un nuovo edificio in aderenza al loro. Secondo gli attori, tale costruzione violava le norme del piano particolareggiato locale, che imponeva una distanza minima di tre metri tra edifici. Chiedevano quindi la sospensione dei lavori, il ripristino dello stato dei luoghi e il risarcimento dei danni.

Il costruttore convenuto si difendeva sostenendo la piena legittimità dell’opera, in quanto la normativa urbanistica comunale consentiva la costruzione in aderenza a edifici preesistenti sul confine, come nel caso di specie.

Il Giudizio nei Gradi di Merito

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello in secondo grado davano ragione al costruttore. I giudici di merito accertavano che lo strumento urbanistico locale permetteva effettivamente la costruzione in aderenza, respingendo così le domande dei proprietari confinanti.

L’Improcedibilità del Ricorso e la Regola dell’Autoresponsabilità

Non dandosi per vinti, i proprietari originari proponevano ricorso per Cassazione. Tuttavia, la loro iniziativa si è arenata su un ostacolo puramente procedurale. Nel loro atto di ricorso, essi stessi dichiaravano che la sentenza d’appello era stata loro notificata in una data specifica. Questa dichiarazione, apparentemente innocua, ha innescato un preciso onere processuale: quello di depositare, a pena di improcedibilità del ricorso, la copia autentica della sentenza impugnata completa della relata di notifica, come previsto dall’art. 369, comma 2, n. 2, del codice di procedura civile.

I ricorrenti, però, non hanno adempiuto a tale onere. La Suprema Corte ha quindi applicato il principio, consolidato dalle Sezioni Unite, della cosiddetta “autoresponsabilità” della parte. La dichiarazione di avvenuta notifica è un “fatto processuale” che fa decorrere il termine breve per l’impugnazione e impegna la parte a subire le conseguenze di quanto dichiarato, tra cui l’onere di produrre la documentazione che lo attesta.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha spiegato che l’onere di deposito della sentenza notificata non ammette deroghe in un caso come quello presentato. La giurisprudenza prevede un’eccezione solo quando l’intervallo di tempo tra la pubblicazione della sentenza e la notifica del ricorso sia talmente breve da non consentire materialmente l’adempimento. Nel caso specifico, invece, l’intervallo era risultato ampiamente sufficiente (sentenza pubblicata il 02/05/2019 e ricorso notificato il 29/07/2019).

La mancanza di questo deposito ha impedito alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione rispetto al termine breve decorrente dalla notifica dichiarata dagli stessi ricorrenti. Di conseguenza, senza poter entrare nel merito della questione delle distanze edilizie, i giudici hanno dovuto dichiarare il ricorso improcedibile.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale per tutti gli operatori del diritto. Dimostra come una causa, anche se potenzialmente fondata nel merito, possa essere irrimediabilmente persa a causa di una svista procedurale. L’onere di deposito della sentenza notificata non è una mera formalità, ma un requisito di procedibilità essenziale nel giudizio di Cassazione. Il principio di autoresponsabilità processuale impone alle parti e ai loro difensori la massima diligenza nella gestione degli adempimenti formali, poiché da essi dipende la possibilità stessa di ottenere una pronuncia sul diritto controverso.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché i ricorrenti, dopo aver dichiarato nel loro stesso atto di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello, non hanno depositato la copia autentica di tale sentenza munita della relativa relata di notifica, come richiesto dall’art. 369, comma 2, n. 2, del codice di procedura civile.

Cosa significa il principio di “autoresponsabilità” in questo contesto?
Significa che la parte che dichiara un fatto processuale (in questo caso, l’avvenuta notifica della sentenza) si assume la responsabilità di tale affermazione e deve sopportarne le conseguenze. La conseguenza diretta è l’onere di depositare i documenti che provano quel fatto, pena l’improcedibilità.

Esiste un’eccezione all’obbligo di depositare la sentenza notificata?
Sì, la giurisprudenza ammette un’eccezione quando l’intervallo di tempo tra la pubblicazione della sentenza e la notifica del ricorso è inferiore al termine breve di impugnazione, rendendo di fatto impossibile l’adempimento. Tuttavia, nel caso esaminato, questo intervallo era ampiamente sufficiente e l’eccezione non era applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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