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Improcedibilità del ricorso: copia non depositata

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33954/2024, ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso per il mancato deposito della copia autentica della sentenza impugnata. Il caso, originato da una causa di scioglimento di comunione, evidenzia il rigore formale richiesto dall’art. 369 c.p.c., sottolineando che la mancanza di tale adempimento non è sanabile, salvo eccezioni qui non applicabili, portando alla condanna del ricorrente alle spese.

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Improcedibilità del ricorso: la Cassazione ribadisce il rigore formale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura civile: la necessità di rispettare scrupolosamente gli adempimenti formali, pena l’improcedibilità del ricorso. La decisione in esame, relativa al mancato deposito della copia autentica della sentenza impugnata, serve da monito sull’importanza della diligenza processuale per la tutela dei propri diritti.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una controversia sullo scioglimento di una comunione, decisa in secondo grado dalla Corte d’Appello di Trieste. Una delle parti, insoddisfatta della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, la parte resistente (controricorrente) ha sollevato un’eccezione preliminare di improcedibilità, sostenendo che il ricorrente non avesse rispettato un requisito essenziale previsto dalla legge.

L’Eccezione sull’Improcedibilità del Ricorso

Il cuore della questione non risiede nel merito della disputa sulla comunione, ma su un aspetto puramente procedurale. Secondo il controricorrente, la parte che ha impugnato la sentenza non ha depositato, insieme al ricorso, la copia autentica della decisione della Corte d’Appello munita della relazione di notificazione. Questo adempimento è esplicitamente richiesto dall’articolo 369, comma 2, numero 2, del codice di procedura civile.

La Norma Processuale e la sua Ratio

L’art. 369 c.p.c. stabilisce chiaramente che, entro venti giorni dall’ultima notificazione, il ricorrente deve depositare in cancelleria il ricorso e, tra gli altri documenti, la copia autentica della sentenza impugnata. Questa norma non è un mero formalismo, ma serve a garantire la certezza del diritto e a permettere alla Corte di Cassazione di avere immediata e ufficiale contezza del provvedimento che è chiamata a giudicare e dei tempi processuali.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto l’eccezione sollevata, dichiarando il ricorso improcedibile. Gli Ermellini hanno svolto un’analisi rigorosa, confermando la chiarezza e la perentorietà della norma processuale.

Il Principio Generale e la Mancanza di Eccezioni Applicabili

La Corte ha verificato che, effettivamente, nel fascicolo processuale non era presente la copia autentica notificata della sentenza, né depositata dal ricorrente, né dal controricorrente, né presente nel fascicolo d’ufficio. Questa assenza è stata certificata dalla cancelleria.

I giudici hanno poi esaminato se potessero applicarsi delle eccezioni elaborate dalla giurisprudenza per ‘sanare’ tale mancanza. In particolare:

1. Principio delle Sezioni Unite (sent. n. 10648/2017): Questo orientamento ammette la procedibilità se la copia, pur non depositata dal ricorrente, viene prodotta dall’altra parte o è comunque reperibile nel fascicolo d’ufficio. Tale circostanza, come detto, non si è verificata nel caso di specie.

2. Principio relativo al ‘termine breve’: Un altro orientamento giurisprudenziale esenta da tale formalità solo quando l’intervallo tra la pubblicazione della sentenza e la notifica del ricorso è inferiore al termine breve di 60 giorni. Anche questa eccezione è stata esclusa, poiché la sentenza era stata pubblicata il 16 novembre 2022 e il ricorso notificato il 17 gennaio 2023, ben oltre il sessantesimo giorno.

Infine, la Corte ha specificato che il vizio di improcedibilità non può essere sanato dalla mancata contestazione della controparte. Anzi, nel caso in esame, il controricorrente aveva diligentemente rilevato la mancanza.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione è inequivocabile: l’improcedibilità del ricorso è la conseguenza diretta e inevitabile del mancato rispetto di un onere processuale fondamentale. L’ordinanza sottolinea che le norme procedurali non sono barriere arbitrarie, ma strumenti essenziali per garantire un corretto e ordinato svolgimento del processo. Per gli avvocati e le parti, questa pronuncia è un forte richiamo alla massima attenzione e diligenza nella preparazione e nel deposito degli atti, poiché una svista formale può precludere definitivamente l’esame nel merito delle proprie ragioni.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché il ricorrente non ha depositato, insieme al ricorso stesso, la copia autentica della sentenza impugnata munita della relazione di notificazione, come richiesto a pena di improcedibilità dall’art. 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile.

Esistono eccezioni alla regola del deposito della copia autentica?
Sì, la giurisprudenza ha elaborato delle eccezioni. Il ricorso può essere procedibile se la copia notificata, non prodotta dal ricorrente, viene depositata dalla controparte o è presente nel fascicolo d’ufficio. Tuttavia, nel caso specifico, nessuna di queste condizioni si è verificata.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente la cui impugnazione è dichiarata improcedibile?
Il ricorrente la cui impugnazione è dichiarata improcedibile viene condannato al pagamento delle spese legali della controparte. Inoltre, la Corte dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato per il ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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