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Imposta registro decreto ingiuntivo: chi paga la mora?

Un creditore ha richiesto a due debitori il rimborso della sanzione per il ritardato pagamento dell’imposta di registro su un precedente decreto ingiuntivo. I tribunali di merito gli hanno dato ragione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, in base alla normativa applicabile all’epoca dei fatti, l’unico soggetto tenuto al pagamento dell’imposta era il creditore. Di conseguenza, la sanzione per il ritardo non può essere addebitata al debitore, in quanto non esisteva un obbligo solidale per l’imposta di registro decreto ingiuntivo.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Imposta di Registro Decreto Ingiuntivo: A Chi Spetta Pagare la Sanzione?

La gestione dei costi legali a seguito di un’azione giudiziaria può generare controversie complesse. Una questione particolarmente dibattuta riguarda l’imposta di registro decreto ingiuntivo e, nello specifico, chi debba farsi carico delle sanzioni in caso di ritardato pagamento. Con la recente ordinanza n. 32669/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, ribaltando le decisioni dei gradi di giudizio precedenti e delineando con precisione le responsabilità tra creditore e debitore.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’azione di recupero crediti. Un creditore, dopo aver ottenuto un decreto ingiuntivo contro due debitori, provvedeva al pagamento dell’imposta di registro oltre i termini previsti dalla legge. A causa di questo ritardo, l’Agenzia delle Entrate applicava una sanzione. Successivamente, il creditore otteneva un secondo decreto ingiuntivo per recuperare dai debitori non solo le spese di registrazione del primo decreto, ma anche l’importo della sanzione per il tardivo versamento.

I debitori si opponevano a questa seconda ingiunzione, sostenendo di non essere tenuti a rimborsare la sanzione, in quanto la responsabilità del ritardo era da attribuirsi unicamente al creditore. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello respingevano l’opposizione, affermando che l’obbligo di pagare l’imposta gravava solidalmente su entrambe le parti e, di conseguenza, anche il ritardo era imputabile ai debitori. La questione giungeva così all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica e l’imposta di registro decreto ingiuntivo

Il nodo centrale della controversia era l’interpretazione dell’articolo 57 del D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131 (Testo Unico sull’Imposta di Registro), nella sua formulazione applicabile all’epoca dei fatti (ratione temporis).

I giudici di merito avevano ritenuto che l’obbligo di versare l’imposta fosse solidale tra il creditore che aveva richiesto il decreto e il debitore ingiunto. Da questa presunta solidarietà, avevano dedotto che la sanzione per il ritardo fosse ugualmente addebitabile ai debitori. I ricorrenti, invece, sostenevano che la norma non prevedesse alcuna solidarietà passiva per il debitore riguardo all’imposta di registro sul decreto monitorio, attribuendo tale onere esclusivamente al creditore istante.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e censurando l’interpretazione dei giudici di merito come un “manifesto e decisivo errore di diritto”.

Il Collegio ha chiarito che, secondo la versione dell’art. 57 del D.P.R. 131/1986 applicabile al caso di specie, l’imposta di registro decreto ingiuntivo era dovuta all’erario unicamente dal creditore che aveva ottenuto il provvedimento. La norma, infatti, non stabiliva alcuna forma di solidarietà con il debitore ingiunto per questa specifica tipologia di atto. Tale solidarietà è prevista per altri atti giudiziari, come le sentenze, ma non per i decreti monitori nella formulazione previgente.

Di conseguenza, se l’unico soggetto obbligato per legge al pagamento dell’imposta era il creditore, il ritardo nel versamento non può essere imputato ad altri. La sanzione, che deriva direttamente da questo ritardo, è una conseguenza di un inadempimento di un’obbligazione che gravava esclusivamente sul creditore. Pertanto, è errato addebitare tale sanzione ai debitori, i quali non avevano alcun obbligo diretto verso l’erario per quella specifica imposta.

Conclusioni: L’Impatto della Decisione

La Corte ha cassato la sentenza impugnata con rinvio al Tribunale di Lecce, che dovrà riesaminare la questione attenendosi a questo principio di diritto. La decisione stabilisce un punto fermo: la sanzione per il tardivo pagamento di un’imposta segue la responsabilità per il pagamento dell’imposta stessa. Se la legge pone l’obbligo di pagamento a carico di un solo soggetto (in questo caso, il creditore), quest’ultimo non può trasferire le conseguenze negative del proprio ritardo (la sanzione) su un altro soggetto (il debitore) che era legalmente estraneo a quell’obbligazione tributaria. Questo principio garantisce una corretta ripartizione degli oneri e impedisce che una parte subisca le conseguenze dell’inadempienza altrui.

Chi è obbligato a pagare l’imposta di registro su un decreto ingiuntivo secondo la normativa previgente analizzata dalla Corte?
Secondo la formulazione dell’art. 57 del D.P.R. 131/1986 applicabile ai fatti di causa, l’imposta di registro sul decreto ingiuntivo era dovuta all’erario esclusivamente dal creditore che aveva ottenuto il decreto, senza alcuna solidarietà con il debitore ingiunto.

Se il creditore paga in ritardo l’imposta di registro, può chiedere il rimborso della sanzione al debitore?
No. Poiché l’obbligo di pagare l’imposta gravava unicamente sul creditore, la sanzione derivante dal suo ritardato pagamento non può essere imputata né richiesta in rimborso al debitore.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale?
La Corte ha annullato la decisione perché basata su un presupposto giuridico errato, ossia la presunta esistenza di un obbligo solidale del debitore per il pagamento dell’imposta di registro. Avendo chiarito che tale solidarietà non sussisteva, è venuto meno il fondamento per addebitare la sanzione ai debitori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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