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Gravissimo danno: no sospensione senza prova specifica

La Corte d’Appello di Bari ha rigettato un’istanza di sospensione dell’esecutività di una sentenza. Il provvedimento chiarisce che, in materia locatizia, la sospensione è concessa solo in caso di ‘gravissimo danno’, che non può consistere nella generica difficoltà economica derivante dal pagamento, ma richiede la prova di un pregiudizio ulteriore e specifico (‘quid pluris’) che l’appellante non ha fornito.

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Gravissimo Danno: Quando Bloccare l’Esecuzione di una Sentenza?

L’esecutività di una sentenza di primo grado può mettere in seria difficoltà la parte condannata, specialmente quando si tratta di un’associazione che rischia di vedere compromessa la propria capacità operativa. Tuttavia, ottenere una sospensione in appello non è automatico. Un’ordinanza della Corte di Appello di Bari fa luce sul concetto di gravissimo danno come requisito fondamentale, specialmente nelle controversie locatizie, chiarendo che una generica difficoltà economica non è sufficiente.

I Fatti di Causa

Una associazione, condannata in primo grado al pagamento di una somma di denaro, proponeva appello e contestualmente chiedeva la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza. Le sue ragioni si fondavano su due pilastri: il fumus boni iuris, cioè la probabile fondatezza dell’appello, basato su una presunta nullità della notifica che avrebbe causato una contumacia involontaria; e il periculum in mora, ossia il rischio di un danno grave derivante dall’immediato pagamento, che avrebbe inciso sulla capacità dell’ente di perseguire i propri fini istituzionali.

La Sospensione e il Concetto di Gravissimo Danno

La Corte d’Appello ha inquadrato la questione nell’ambito delle controversie in materia di locazione, applicando l’art. 447 bis del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce un criterio specifico e più rigoroso per la concessione della sospensiva: è necessario e sufficiente dimostrare che dall’esecuzione possa derivare un gravissimo danno.

Questo standard è più elevato rispetto a quello dei ‘gravi e fondati motivi’ previsto in via generale. La Corte sottolinea che il legislatore ha voluto limitare la possibilità di sospensione in queste materie, richiedendo un pregiudizio di eccezionale entità.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha rigettato l’istanza di sospensione, ritenendo che l’appellante non avesse fornito la prova del requisito del gravissimo danno. I giudici hanno chiarito che tale danno non può coincidere con le ‘normali e inevitabili conseguenze’ di una condanna al pagamento. Anche la doglianza secondo cui l’esborso ostacolerebbe le finalità dell’associazione è stata giudicata troppo generica.

Per integrare il gravissimo danno, secondo la Corte, è necessaria la prova di un ‘quid pluris’, ovvero un elemento ulteriore e specifico che vada oltre la mera difficoltà finanziaria. L’associazione appellante non ha allegato, né tantomeno provato, l’esistenza di un simile pregiudizio qualificato, rendendo così la sua richiesta non accoglibile. La decisione è stata presa a prescindere da un’analisi approfondita sulla fondatezza dei motivi di appello, poiché il presupposto del danno eccezionale era assente.

Conclusioni

Il provvedimento della Corte d’Appello di Bari offre un’importante lezione pratica: per ottenere la sospensione di una sentenza esecutiva in materie come quella locatizia, non basta lamentare le difficoltà economiche che il pagamento comporterebbe. È indispensabile allegare e dimostrare un pregiudizio che ecceda la normalità, un danno concreto, specifico ed eccezionalmente grave che minacci la sopravvivenza stessa o le funzioni essenziali della parte condannata. In assenza di tale prova rigorosa, la richiesta di sospensione è destinata a essere respinta.

Cosa si intende per ‘gravissimo danno’ per sospendere una sentenza in materia locatizia?
Per ‘gravissimo danno’ si intende un pregiudizio di entità eccezionale, che va oltre le normali e inevitabili conseguenze economiche di una condanna al pagamento. Non è sufficiente una generica difficoltà finanziaria.

È sufficiente per un’associazione dimostrare che il pagamento di un debito ostacola i suoi fini istituzionali per ottenere la sospensione?
No, secondo la Corte, una generica doglianza sul fatto che l’esecuzione ostacolerebbe le finalità dell’associazione non è sufficiente. È necessario dimostrare un ‘quid pluris’, cioè un danno ulteriore e specifico che qualifichi il pregiudizio come gravissimo.

La Corte ha valutato la fondatezza dei motivi di appello prima di decidere sulla sospensione?
No, la Corte ha specificato di aver preso la sua decisione a prescindere da un approfondimento sulla fondatezza dei motivi di appello (il cosiddetto fumus boni iuris), poiché mancava il presupposto indispensabile del ‘gravissimo danno’ richiesto dalla legge per la sospensione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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