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Giurisdizione violazione brevetto: chi decide?

Una società, titolare di un brevetto industriale, impugna un bando di gara pubblico sostenendo che violi i suoi diritti di privativa. Le Sezioni Unite della Cassazione stabiliscono che la giurisdizione per la violazione del brevetto spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. La decisione si fonda sull’analisi del “petitum sostanziale”, ovvero l’effettivo oggetto della controversia, che in questo caso riguarda la tutela di un diritto soggettivo (il brevetto) e non l’esercizio del potere della pubblica amministrazione.

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Giurisdizione Violazione Brevetto: la Cassazione fa chiarezza su Appalti e Privative Industriali

Quando un bando di gara pubblico sembra calpestare un brevetto, a quale giudice bisogna rivolgersi? Al Tribunale amministrativo per contestare l’atto della P.A. o al Tribunale civile per difendere il proprio diritto di proprietà intellettuale? Con l’ordinanza in commento, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno fornito una risposta chiara, delineando il confine della giurisdizione in caso di violazione brevetto nel contesto degli appalti pubblici.

I Fatti di Causa

Una società tecnologica, titolare di un brevetto per un innovativo sistema di diagnostica, impugnava davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) un bando di gara indetto da un’importante azienda di trasporti ferroviari. Secondo la società, l’oggetto dell’appalto, relativo alla fornitura e manutenzione di treni dotati di sistemi di misura, di fatto imponeva l’utilizzo della propria tecnologia brevettata, configurando una violazione dei suoi diritti di esclusiva.

La richiesta al giudice amministrativo era l’annullamento del bando di gara e del successivo provvedimento di aggiudicazione. Il TAR respingeva il ricorso. In sede di appello, il Consiglio di Stato ribaltava la prospettiva, dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in favore di quello ordinario. La questione è così giunta dinanzi alle Sezioni Unite della Cassazione.

La Decisione sulla Giurisdizione per Violazione Brevetto

Le Sezioni Unite hanno rigettato il ricorso della società, confermando la decisione del Consiglio di Stato e dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario. Il cuore della decisione risiede nel concetto di “petitum sostanziale”, ovvero nell’andare a vedere quale sia la vera natura della pretesa avanzata, al di là della forma.

Secondo la Corte, la società non stava contestando un vizio di legittimità della procedura di gara in sé (come la violazione delle regole di concorrenza o di trasparenza), ma stava lamentando la lesione di un proprio diritto soggettivo assoluto: il diritto di esclusiva derivante dal brevetto. La richiesta di annullamento del bando era, in sostanza, uno strumento per far accertare la violazione del brevetto e ottenere tutela.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte Suprema ha spiegato che la controversia, nella sua essenza, era di natura puramente civilistica. La pretesa della società era volta a ottenere il riconoscimento della lesione del proprio diritto di proprietà intellettuale e a impedirne l’usurpazione. Si tratta di una classica disputa tra diritti soggettivi che rientra pienamente nella competenza del giudice ordinario, specificamente delle sezioni specializzate in materia di impresa.

La Cassazione ha sottolineato che, sebbene il giudice amministrativo possa talvolta valutare in via incidentale l’esistenza di un diritto soggettivo per decidere sulla legittimità di un atto amministrativo, in questo caso l’accertamento della violazione del brevetto non era un semplice presupposto, ma costituiva l’oggetto principale e centrale della domanda. Inoltre, la stessa società aveva già avviato, parallelamente, una causa civile contro l’ente appaltante proprio per l’accertamento della violazione del brevetto e la richiesta di inibitoria.

Questo ha reso ancora più evidente come la vera natura della contesa fosse civilistica e che l’azione amministrativa fosse strumentale a un fine che solo il giudice ordinario poteva perseguire in via principale.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio fondamentale per le imprese che detengono diritti di proprietà intellettuale: se si ritiene che un bando di gara pubblico violi un proprio brevetto, la strada maestra per la tutela è quella del tribunale ordinario. L’impugnazione davanti al TAR non è la via corretta se l’obiettivo primario è far accertare l’usurpazione della privativa industriale. La giurisdizione amministrativa rimane confinata alle questioni che attengono al corretto esercizio del potere pubblico nell’indire e gestire la gara, non alla tutela dei diritti soggettivi di natura patrimoniale e industriale.

Chi è il giudice competente a decidere una causa in cui si lamenta la violazione di un brevetto da parte di un bando di gara pubblico?
La giurisdizione spetta al giudice ordinario (in particolare, le sezioni specializzate in materia di impresa), in quanto la controversia riguarda la lesione di un diritto soggettivo e non la legittimità dell’azione amministrativa.

Cosa significa “petitum sostanziale” e perché è importante per determinare la giurisdizione?
Il “petitum sostanziale” è il reale obiettivo perseguito con l’azione legale, al di là della richiesta formale. È determinante perché il giudice deve individuare la vera natura della controversia per stabilire la propria competenza. In questo caso, l’obiettivo reale era l’accertamento della violazione del brevetto, una questione di natura civilistica.

Il giudice amministrativo può annullare un bando di gara perché viola un diritto di brevetto?
Secondo questa ordinanza, no. Se la causa si fonda principalmente sulla presunta violazione di un brevetto, la questione esula dalla giurisdizione del giudice amministrativo. L’annullamento del bando non può essere ottenuto in quella sede se è solo una conseguenza della richiesta di tutela del diritto di proprietà industriale, che spetta al giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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