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Giurisdizione vendita internazionale: la guida completa

Un fornitore italiano di sistemi nautici ha citato in giudizio un acquirente straniero per mancato pagamento. L’acquirente ha contestato la fornitura per vizi e sollevato il difetto di giurisdizione del giudice italiano. Le Sezioni Unite della Cassazione, applicando i regolamenti europei sulla giurisdizione nella vendita internazionale, hanno stabilito che la competenza spetta al giudice del luogo in cui i beni sono stati consegnati (in questo caso, all’estero), cassando la decisione dei giudici di merito e dichiarando il difetto di giurisdizione italiana.

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Giurisdizione Vendita Internazionale: Dove si fa Causa se la Merce è Difettosa?

Nel commercio globale, la giurisdizione nella vendita internazionale rappresenta uno degli aspetti più critici e complessi. Se un’azienda italiana vende un prodotto a un cliente turco e sorgono contestazioni sulla qualità della merce, quale tribunale ha il diritto di decidere? Quello italiano, dove ha sede il venditore, o quello turco, dove è stato consegnato il bene? Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5303 del 2024, forniscono un chiarimento fondamentale, consolidando un orientamento moderno basato sui regolamenti europei.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tra un’azienda italiana, produttrice di sistemi digitali ed elettronici per la nautica, e una società turca, costruttrice di imbarcazioni. L’azienda italiana aveva fornito un sistema integrato per la gestione dell’impianto elettrico di un nuovo modello di yacht. A seguito della fornitura, l’acquirente turco lamentava gravi e persistenti malfunzionamenti del sistema, tali da costringerla a richiamare le imbarcazioni già vendute e sostituire l’intero apparato con uno di tipo tradizionale.

Di fronte al mancato pagamento del saldo, la società italiana otteneva un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Roma. La società turca si opponeva, eccependo in via preliminare il difetto di giurisdizione del giudice italiano e, nel merito, il grave inadempimento della fornitrice, chiedendo la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni.

Mentre il Tribunale di primo grado e la Corte d’Appello confermavano la giurisdizione italiana, la questione è giunta dinanzi alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione per la sua particolare rilevanza.

La Questione sulla Giurisdizione nella Vendita Internazionale

Il cuore del problema legale risiedeva nell’individuazione del giudice competente. Le corti di merito avevano applicato un’interpretazione più risalente, legata alla Convenzione di Bruxelles del 1968, secondo cui il foro competente si determina in base al luogo di esecuzione dell’obbligazione specifica oggetto della lite. Poiché la causa era stata avviata per il mancato pagamento, l’obbligazione da considerare era quella pecuniaria, che, secondo la legge italiana, si adempie presso il domicilio del creditore (il venditore italiano). Da qui la conclusione a favore della giurisdizione italiana.

L’acquirente turco, invece, sosteneva che, in base alla normativa europea più recente, il criterio determinante non fosse più quello della singola obbligazione, ma quello del luogo di consegna della merce, ovvero la Turchia.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

Le Sezioni Unite hanno accolto il ricorso della società turca, cassando la sentenza d’appello e dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice italiano. La Corte ha operato una ricostruzione sistematica dell’evoluzione normativa, passando dalla Convenzione di Bruxelles al Regolamento CE n. 44/2001 (applicabile al caso per ragioni di tempo) e al successivo Regolamento UE n. 1215/2012.

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio cardine del diritto processuale europeo: la prevedibilità del foro e la centralizzazione delle controversie presso il giudice più vicino al rapporto contrattuale. Il Regolamento n. 44/2001, all’art. 5, n. 1, lett. b), ha introdotto un criterio autonomo e speciale per i contratti di compravendita di beni. Invece di guardare alla singola obbligazione contestata (come il pagamento), la norma stabilisce che il giudice competente è quello del luogo, in uno Stato membro, in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto.

Questo criterio, noto come quello dell’obbligazione caratterizzante il contratto, ha lo scopo di unificare la giurisdizione per tutte le possibili domande nascenti dal medesimo contratto (pagamento del prezzo, vizi della merce, risarcimento danni) presso un unico foro: quello della consegna. Nel caso specifico, era pacifico che la consegna dei sistemi elettronici fosse avvenuta in Turchia, presso la sede dell’acquirente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per le imprese che operano a livello internazionale. Stabilisce chiaramente che, in assenza di un diverso accordo tra le parti (la cosiddetta ‘clausola di scelta del foro’), il venditore che intende agire per il recupero di un credito contro un acquirente estero dovrà, di regola, rivolgersi ai tribunali del paese in cui ha consegnato la merce. Specularmente, l’acquirente che lamenta vizi o difetti potrà citare il venditore nel proprio paese, dove ha ricevuto i beni.

La decisione rafforza la tutela dell’acquirente, considerato la parte che si trova nel luogo di esecuzione della prestazione più significativa del contratto di vendita. Per le imprese esportatrici, diventa quindi ancora più cruciale prestare massima attenzione alla redazione dei contratti, inserendo, ove possibile e strategico, clausole specifiche che deroghino alla competenza ordinaria e stabiliscano un foro esclusivo per la risoluzione di eventuali controversie.

In un contratto di vendita internazionale di beni, quale tribunale è competente a decidere in caso di controversia?
Salvo diverso accordo tra le parti, la giurisdizione spetta al giudice del luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati, in applicazione della disciplina europea (Regolamento CE n. 44/2001 e successivi).

Questa regola si applica anche se l’acquirente ha sede in un paese extra-UE, come la Turchia?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che, anche quando il convenuto non è domiciliato in uno Stato membro, la legge italiana (L. 218/1995) rinvia ai criteri stabiliti dai regolamenti europei. Pertanto, il criterio del luogo di consegna si applica per determinare la giurisdizione italiana anche verso soggetti extracomunitari.

Perché la Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione è turca e non italiana, nonostante la causa fosse per un mancato pagamento che doveva avvenire in Italia?
Perché la normativa europea ha superato il vecchio criterio basato sulla singola obbligazione contestata (il pagamento). Per i contratti di vendita, si adotta un criterio unificato che privilegia l’obbligazione caratterizzante il contratto, cioè la consegna dei beni. Poiché la consegna è avvenuta in Turchia, la giurisdizione spetta ai tribunali turchi per tutte le controversie nascenti da quel contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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