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Giurisdizione usi civici: chi decide sulla nullità?

In un caso riguardante la donazione di un terreno, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito i confini della giurisdizione usi civici. Una volta che il Commissario speciale ha accertato in via definitiva la natura demaniale di un terreno, la sua funzione giurisdizionale si esaurisce. Le successive azioni legali, come quella per far dichiarare la nullità di un atto di donazione su quel terreno, rientrano nella competenza del giudice ordinario e non più in quella del Commissario.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Usi Civici: la Cassazione definisce i confini tra Giudice Ordinario e Commissario

L’ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione affronta un’importante questione procedurale relativa alla giurisdizione usi civici. Il caso chiarisce a chi spetti la competenza a decidere sulla nullità di atti di disposizione, come una donazione, aventi ad oggetto terreni la cui natura demaniale è già stata accertata con sentenza definitiva. La Corte stabilisce un chiaro spartiacque tra le competenze del Commissario per la liquidazione degli usi civici e quelle del giudice ordinario.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine da una lunga vicenda giudiziaria. Anni fa, il Commissario per la liquidazione degli usi civici aveva emesso una sentenza con cui accertava che un determinato terreno apparteneva al demanio collettivo di un Comune. Nel dispositivo, la sentenza dichiarava genericamente la nullità di “ogni atto di disposizione del terreno stesso”.

Successivamente, l’erede di una delle parti originarie ha avviato una nuova causa, questa volta dinanzi al Tribunale ordinario, chiedendo di dichiarare specificamente la nullità di un atto di donazione del 1985 relativo a quel medesimo terreno. L’obiettivo era ottenere una pronuncia suscettibile di trascrizione nei registri immobiliari. Nel corso di questo nuovo giudizio, lo stesso attore ha sollevato un regolamento preventivo di giurisdizione, chiedendo alle Sezioni Unite di chiarire se la competenza a decidere sulla nullità dell’atto spettasse al giudice ordinario adito o al giudice speciale commissariale.

La Questione sulla Giurisdizione Usi Civici

Il quesito fondamentale posto alla Corte è se la competenza a decidere sulla validità di un atto di disposizione di un terreno demaniale rimanga radicata presso il Commissario per gli usi civici anche dopo che quest’ultimo ha già definito la questione sulla natura del bene (la cosiddetta qualitas soli), oppure se tale competenza passi al giudice ordinario.

In altre parole, la giurisdizione usi civici del Commissario, una volta esaurito il suo compito principale di accertamento, si estende anche a tutte le successive controversie derivate, come l’impugnazione di singoli atti di vendita o donazione? O la sua funzione giurisdizionale si deve considerare conclusa con la sentenza di accertamento?

Le posizioni delle parti

Il ricorrente, pur avendo adito il giudice ordinario, sollevava la questione per ottenere una certezza definitiva, data la complessità della materia e le possibili eccezioni della controparte. La controparte, d’altro canto, sosteneva che molteplici decisioni avessero già riconosciuto il suo diritto di proprietà, cercando di contrastare la domanda del ricorrente.

Le Motivazioni della Corte

Le Sezioni Unite, nel risolvere la questione, hanno tracciato una linea netta tra le due giurisdizioni, basandosi su principi consolidati.

L’esaurimento del potere giurisdizionale speciale

La Corte ribadisce che la giurisdizione speciale del Commissario per gli usi civici, ai sensi della Legge n. 1766/1927, riguarda le controversie sull’esistenza, la natura e l’estensione dei diritti di uso civico. Questa competenza sussiste finché è in discussione la qualitas soli del terreno. Una volta che tale accertamento è avvenuto con una sentenza passata in giudicato, la funzione giurisdizionale del Commissario su quel bene si esaurisce. Qualsiasi successiva controversia che presuppone quell’accertamento, ma non lo rimette in discussione, rientra nella cognizione del giudice ordinario. L’eventuale contrasto tra una nuova decisione e il giudicato commissariale non può essere risolto invocando nuovamente la giurisdizione speciale, ma attraverso gli ordinari mezzi di impugnazione.

La “Vis Actrativa” limitata al singolo processo

Il principio della vis actrativa (forza di attrazione), secondo cui il giudice della causa principale attrae a sé le cause accessorie, opera solo all’interno dello stesso procedimento. La domanda di nullità di un contratto di disposizione può rientrare nella giurisdizione usi civici del Commissario solo se viene proposta contestualmente e all’interno del giudizio di accertamento della natura demaniale del bene. Se, come nel caso di specie, la domanda di nullità viene avanzata in un giudizio autonomo e successivo, basandosi su un accertamento già definitivo, la competenza spetta inderogabilmente al giudice ordinario.

Conclusioni

Le Sezioni Unite hanno dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: chiarisce che il Commissario per gli usi civici ha un ruolo fondamentale ma circoscritto all’accertamento della demanialità. Una volta definito questo status, le controversie successive relative ai diritti e agli atti su quei beni (come la validità di una compravendita o di una donazione) devono essere portate davanti al giudice ordinario. Ciò garantisce certezza del diritto e una corretta ripartizione delle competenze, evitando che la giurisdizione speciale si estenda oltre i limiti previsti dalla legge.

A quale giudice spetta decidere sulla nullità di un atto di vendita o donazione di un terreno già dichiarato di uso civico?
Spetta al giudice ordinario. La competenza del Commissario per gli usi civici si esaurisce con l’accertamento definitivo della natura demaniale del bene; le azioni successive per far dichiarare la nullità di specifici atti di disposizione devono essere proposte dinanzi al tribunale ordinario.

La giurisdizione speciale del Commissario per gli usi civici è illimitata nel tempo?
No. La sua giurisdizione è limitata alla fase di accertamento dell’esistenza, natura ed estensione dei diritti di uso civico. Una volta che questo accertamento diventa definitivo con una sentenza, la sua funzione giurisdizionale su quel punto si considera esaurita.

È possibile chiedere la nullità di un atto di disposizione in un giudizio separato e successivo a quello che ha accertato la natura demaniale del bene?
Sì, è possibile. Tuttavia, tale domanda deve essere proposta dinanzi al giudice ordinario. La competenza del Commissario sussisterebbe solo se la domanda di nullità fosse stata avanzata come accessoria all’interno dello stesso procedimento di accertamento della natura del bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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