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Giurisdizione TSAP: quando si applica alle opere

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6801/2024, ha chiarito i confini della giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP). Il caso riguardava l’impugnazione di un progetto di variante stradale, comprensivo di un ponte, da parte di un gruppo di cittadini. La Corte ha stabilito che la giurisdizione TSAP si applica solo alle opere che interferiscono direttamente e immediatamente con il regime delle acque pubbliche, come il ponte, escludendo il resto della viabilità. La sentenza ha quindi confermato la divisione della giurisdizione con il giudice amministrativo (TAR) e ha respinto il ricorso principale, accogliendo parzialmente un ricorso incidentale relativo alle spese legali.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione TSAP: i limiti per le opere che toccano le acque

L’ordinanza n. 6801/2024 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui confini della giurisdizione TSAP (Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche). La decisione nasce da una complessa vicenda legale che ha visto un gruppo di cittadini e comitati opporsi alla realizzazione di un’opera stradale, ritenuta strategica per un grande evento sportivo. Il cuore della questione era stabilire quale giudice avesse il potere di decidere sulla legittimità di un progetto che includeva sia una variante stradale sia la costruzione di un ponte su un corso d’acqua. La Corte ha tracciato una linea netta, limitando la competenza del tribunale speciale alle sole parti dell’opera con un impatto diretto e immediato sulle acque pubbliche.

I Fatti del Caso

La controversia trae origine da una serie di ricorsi presentati contro i provvedimenti di approvazione di una variante alla viabilità principale in una nota località montana. Il progetto, finalizzato a migliorare il flusso del traffico in vista di un evento sportivo internazionale, prevedeva diversi interventi, tra cui la costruzione di un nuovo ponte su un torrente. I ricorrenti, un gruppo eterogeneo di residenti, imprenditori e antiche comunità locali (‘Regole’), lamentavano criticità nel progetto, in particolare per le valutazioni idrogeologiche, ritenute carenti e insufficienti a prevenire rischi di esondazione.

La Decisione del TSAP e il Ricorso in Cassazione

In primo grado, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche aveva emesso una decisione parziale. Aveva affermato la propria giurisdizione esclusivamente per le opere relative al ponte sul torrente, in quanto direttamente afferenti al regime delle acque e alla sicurezza idraulica. Per tutte le altre opere, costituenti la variante stradale, aveva invece dichiarato il difetto di giurisdizione, indicando come competente il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Inoltre, il TSAP aveva dichiarato inammissibile il ricorso collettivo, giudicando il legame tra i vari ricorrenti ‘estemporaneo e instabile’ e privo di un interesse comune e omogeneo. Contro questa sentenza, i cittadini hanno proposto ricorso per Cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Il Principio Guida sulla Giurisdizione TSAP

Le Sezioni Unite hanno confermato pienamente la decisione del TSAP, respingendo il ricorso principale. Il punto centrale della motivazione riguarda la delimitazione della giurisdizione TSAP. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la competenza di questo giudice speciale sussiste solo in presenza di un’interferenza immediata e diretta del provvedimento amministrativo o dell’opera sull’uso delle acque pubbliche.
Nel caso specifico:

* Il ponte: Rientra a pieno titolo nella giurisdizione speciale perché la sua costruzione incide direttamente sul corso d’acqua, sugli argini e sulla sicurezza idraulica.
* La variante stradale: Le restanti opere, pur facendo parte dello stesso progetto complessivo, sono state considerate di natura prettamente stradale, senza un collegamento diretto e funzionale con il regime idrico.

La Corte ha esplicitamente negato l’applicazione del principio della vis attractiva, secondo cui la competenza sul ponte avrebbe dovuto ‘attrarre’ quella sull’intero progetto. L’incidenza del ponte sull’opera totale (stimata intorno al 3,5%) è stata ritenuta insufficiente a giustificare una simile estensione di giurisdizione.

Inammissibilità del Ricorso Collettivo

La Cassazione ha inoltre confermato l’inammissibilità dell’impugnazione collettiva. Una volta divisa la giurisdizione, è venuta meno la possibilità di individuare un interesse comune e omogeneo tra tutti i ricorrenti. Le posizioni soggettive di chi era interessato dalla costruzione del ponte erano diverse da quelle di chi era toccato da altri tratti della variante stradale. La mancanza di un titolo legittimante chiaro (es. proprietà frontista) per ciascun ricorrente rispetto alla specifica opera del ponte ha reso impossibile procedere con un’azione congiunta davanti al TSAP.

L’Accoglimento del Ricorso Incidentale sulle Spese

Un aspetto interessante riguarda l’accoglimento parziale di un ricorso incidentale presentato dalle ‘Regole’. Queste entità, pur risultando vittoriose nel merito davanti al TSAP (che aveva confermato la possibilità di espropriare i loro beni per pubblica utilità, posizione da loro sostenuta), si erano viste compensare le spese legali. La Cassazione ha corretto questa statuizione, affermando che, in base al principio di soccombenza, i ricorrenti principali avrebbero dovuto essere condannati a rifondere le spese anche alle ‘Regole’, la cui posizione processuale era risultata vincente.

Le Conclusioni

L’ordinanza delle Sezioni Unite fornisce un criterio chiaro e restrittivo per definire l’ambito della giurisdizione TSAP. Si tratta di una competenza funzionale, legata non al progetto nel suo complesso, ma alla natura della singola opera e al suo impatto diretto sulle acque. Questa pronuncia è di fondamentale importanza per la pianificazione e la contestazione di grandi opere infrastrutturali, poiché impone una valutazione puntuale delle competenze giurisdizionali, evitando che il giudice speciale possa pronunciarsi su materie, come la viabilità generale, che esulano dal suo specifico ambito. La decisione, inoltre, ribadisce il rigore con cui deve essere valutata l’ammissibilità delle azioni legali collettive, che richiedono una reale e dimostrata omogeneità di interessi e posizioni giuridiche.

Quando un’opera pubblica rientra nella giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP)?
Un’opera rientra nella giurisdizione del TSAP quando interferisce in modo immediato e diretto con l’uso delle acque pubbliche. La competenza è legata a opere che incidono sul regime delle acque, come la costruzione di un ponte, la gestione degli argini o la sicurezza idraulica.

Se un progetto stradale include un ponte su un fiume, l’intero progetto è di competenza del TSAP?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la giurisdizione non si estende all’intero progetto per ‘vis attractiva’. La competenza del TSAP è limitata alla sola opera che incide direttamente sulle acque (il ponte), mentre il resto del progetto stradale rimane di competenza del giudice amministrativo ordinario (TAR).

È sempre possibile presentare un ricorso collettivo contro un’opera pubblica?
No, non è sempre possibile. Un ricorso collettivo è ammissibile solo se i ricorrenti condividono posizioni sostanziali e processuali omogenee e sovrapponibili. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso perché, una volta suddivisa la giurisdizione, gli interessi dei vari ricorrenti non erano più comuni e identici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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