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Giurisdizione sub-concessioni aeroportuali: la Cassazione

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha chiarito la questione della giurisdizione sulle sub-concessioni aeroportuali. In una controversia riguardante l’affidamento di spazi per attività di ristorazione (c.d. “non-aviation”), la Corte ha stabilito che la competenza spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. La decisione si fonda sulla natura privatistica e non pubblicistica di tali rapporti commerciali, anche se si svolgono all’interno di un’area demaniale gestita da una società a partecipazione pubblica.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Sub-concessioni Aeroportuali: La Cassazione Fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di giurisdizione sub-concessioni aeroportuali. La questione riguarda la competenza a decidere sulle controversie relative all’affidamento di spazi commerciali all’interno degli aeroporti per attività cosiddette “non-aviation”. Questa decisione è di cruciale importanza per tutti gli operatori commerciali che lavorano negli scali aeroportuali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla contestazione, da parte di una società di ristorazione, di una procedura per la riassegnazione di uno spazio commerciale (un lotto destinato a “food and beverage”) all’interno di un importante scalo aeroportuale. La società, già titolare della sub-concessione, aveva impugnato la nuova manifestazione di interesse indetta dal gestore aeroportuale dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).
Inizialmente, il TAR aveva declinato la propria giurisdizione, ritenendo competente il giudice ordinario. Tuttavia, in appello, il Consiglio di Giustizia Amministrativa aveva ribaltato la decisione, affermando la propria giurisdizione esclusiva. Secondo il giudice d’appello amministrativo, l’affidamento di spazi in un’area demaniale da parte di una società a controllo pubblico (il gestore) configurava una concessione di servizi pubblici, rientrando così nella sua competenza. Contro questa decisione, il gestore aeroportuale e un’altra società di retail hanno proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Giurisdizione Sub-concessioni Aeroportuali

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto i ricorsi, cassando la sentenza del giudice amministrativo e dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha stabilito che le controversie relative all’affidamento in sub-concessione di spazi aeroportuali per l’esercizio di attività puramente commerciali, come la ristorazione, hanno natura privatistica e non rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha operato una distinzione cruciale tra attività “aviation” e “non-aviation”.
Le attività “aviation” sono quelle strettamente connesse alle operazioni di volo e alla gestione delle infrastrutture aeroportuali (es. handling, sicurezza, manutenzione). Queste sono soggette a regole pubblicistiche.
Le attività “non-aviation”, invece, includono tutti i servizi commerciali offerti ai passeggeri (negozi, bar, ristoranti, parcheggi). Secondo la Cassazione, queste attività, pur svolgendosi in un’area demaniale, non costituiscono un servizio pubblico essenziale. Si tratta di attività meramente eventuali, prestate su richiesta del cliente e da questo remunerate, che si risolvono in un rapporto contrattuale di diritto privato tra il gestore aeroportuale e l’operatore commerciale.
Il gestore aeroportuale, quando affida questi spazi, non esercita un potere autoritativo, ma agisce come un soggetto privato. Di conseguenza, non è tenuto ad applicare le complesse procedure di evidenza pubblica previste dal codice dei contratti pubblici. Il rapporto che si instaura è di natura negoziale e paritetica.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione delle Sezioni Unite consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: la giurisdizione sub-concessioni aeroportuali per attività commerciali spetta al giudice ordinario. Questo significa che le imprese che operano nel settore retail e food & beverage all’interno degli aeroporti devono far valere i loro diritti e contestare eventuali atti del gestore dinanzi al Tribunale civile e non al TAR.
La sentenza chiarisce che il semplice fatto che l’attività si svolga su un bene demaniale e sia gestita da una società a partecipazione pubblica non è sufficiente a trasformare un rapporto contrattuale privato in un atto di pubblica amministrazione. La natura dell’attività, commerciale e non strumentale al servizio di trasporto aereo, è l’elemento decisivo per determinare la giurisdizione.

A chi spetta la giurisdizione sulle sub-concessioni aeroportuali per attività commerciali come bar e ristoranti?
Secondo la Corte di Cassazione, la giurisdizione per le controversie relative a sub-concessioni di spazi per attività commerciali “non-aviation” (es. ristorazione, negozi) spetta al giudice ordinario.

Perché le attività “non-aviation” in aeroporto sono considerate di natura privatistica?
Sono considerate di natura privatistica perché non sono strumentali né necessarie alle operazioni di trasporto aereo, ma rappresentano un servizio meramente eventuale e commerciale, offerto ai passeggeri e basato su un rapporto contrattuale tra il gestore e l’operatore, senza l’esercizio di poteri pubblici.

Il gestore aeroportuale deve seguire le regole degli appalti pubblici per affidare spazi commerciali?
No, la Corte ha chiarito che, per l’affidamento di spazi destinati ad attività “non-aviation”, il gestore non è tenuto a seguire le regole di evidenza pubblica previste dal codice dei contratti, poiché agisce nell’ambito di rapporti di diritto privato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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