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Giurisdizione scorrimento graduatoria: chi decide?

Un dipendente pubblico, idoneo in una graduatoria interna, ha contestato la decisione del suo ente di non procedere allo scorrimento per coprire posti vacanti. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione in questi casi spetta al giudice amministrativo. La scelta di non utilizzare una graduatoria è considerata un atto di “macro-organizzazione”, espressione di potere discrezionale pubblico, che incide su un interesse legittimo del dipendente e non su un suo diritto soggettivo alla promozione.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Scorrimento Graduatoria: a chi spetta la decisione?

La questione della giurisdizione per lo scorrimento di una graduatoria nel pubblico impiego rappresenta un nodo cruciale che spesso disorienta i dipendenti. Quando un ente pubblico decide di non attingere da una graduatoria di idonei per coprire posti vacanti, a quale giudice bisogna rivolgersi? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale, tracciando una linea netta tra le competenze del giudice ordinario e quelle del giudice amministrativo. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Un ingegnere, dipendente a tempo indeterminato di un ente pubblico di ricerca, aveva partecipato a un concorso interno per una progressione di carriera, qualificandosi come idoneo non vincitore. Nonostante la presenza di posti vacanti, l’amministrazione decideva di non procedere allo scorrimento della graduatoria, negandogli di fatto la promozione. Il lavoratore si è quindi rivolto al Tribunale ordinario, chiedendo l’accertamento del suo diritto all’inquadramento superiore e il conseguente risarcimento del danno. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno però dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, ritenendo competente il giudice amministrativo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del dipendente, confermando la decisione dei giudici di merito. Il punto centrale della pronuncia è che la controversia non riguarda la gestione del singolo rapporto di lavoro, ma la legittimità di una scelta discrezionale e autoritativa dell’amministrazione. In altre parole, il lavoratore non contestava un inadempimento contrattuale, ma una decisione di “macro-organizzazione” dell’ente.

Le Motivazioni: la distinzione tra diritto soggettivo e interesse legittimo

La Corte di Cassazione ha spiegato che la giurisdizione sullo scorrimento della graduatoria dipende dalla natura della posizione giuridica fatta valere. La questione non è se la progressione di carriera sia verticale (cambio di area) o orizzontale (all’interno della stessa area), ma qual è il vero oggetto della contesa (il cosiddetto petitum sostanziale).

Nel caso specifico, la pretesa del ricorrente si fondava sulla contestazione della scelta dell’amministrazione di non procedere allo scorrimento. Questa decisione, spiega la Corte, coinvolge valutazioni complesse di ordine generale:
* Fabbisogno del personale: L’ente deve valutare se ha ancora bisogno di quella specifica figura professionale.
* Impatto finanziario: Occorre considerare la sostenibilità economica delle nuove assunzioni o promozioni.
* Linee fondamentali di organizzazione: La scelta rientra negli atti con cui l’amministrazione definisce la propria struttura e le dotazioni organiche.

Questi sono atti di “macro-organizzazione”, espressione del potere pubblico e discrezionale dell’amministrazione, come previsto dall’art. 2 del D.Lgs. 165/2001. Di fronte a tali atti, il privato non vanta un diritto soggettivo pieno (come il diritto allo stipendio), ma un interesse legittimo a che la pubblica amministrazione eserciti il suo potere in modo corretto e conforme alla legge. La tutela degli interessi legittimi è demandata, per Costituzione, al giudice amministrativo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un principio fondamentale nel riparto di giurisdizione nel pubblico impiego. Quando un dipendente contesta la decisione di un’amministrazione di non scorrere una graduatoria, di indire un nuovo concorso o di non coprire affatto i posti vacanti, la controversia deve essere portata dinanzi al giudice amministrativo. Questo perché si sta mettendo in discussione una scelta organizzativa di alto livello, che rientra nel potere autoritativo della P.A. La giurisdizione del giudice ordinario del lavoro rimane invece confinata agli atti di gestione del rapporto di lavoro già instaurato, dove l’amministrazione agisce con la capacità e i poteri di un datore di lavoro privato.

A quale giudice deve rivolgersi un dipendente pubblico se l’amministrazione non fa scorrere una graduatoria di concorso?
Deve rivolgersi al giudice amministrativo. La decisione di non procedere allo scorrimento di una graduatoria è considerata un atto di macro-organizzazione e l’esercizio di un potere discrezionale, di fronte al quale il dipendente vanta un interesse legittimo, tutelato appunto dal giudice amministrativo.

Qual è la differenza tra atti di “macro-organizzazione” e gestione del rapporto di lavoro?
Gli atti di “macro-organizzazione” sono le decisioni di alto livello con cui l’amministrazione definisce la propria struttura, le dotazioni organiche e le politiche di reclutamento (es. indire un concorso, scorrere una graduatoria). La gestione del rapporto di lavoro riguarda invece gli atti quotidiani del rapporto già costituito (es. pagamento stipendio, ferie, provvedimenti disciplinari), in cui l’amministrazione agisce come un datore di lavoro privato e per cui è competente il giudice ordinario.

La pretesa allo scorrimento di una graduatoria è un diritto soggettivo o un interesse legittimo?
Secondo la Corte di Cassazione in questo caso, è un interesse legittimo. Non esiste un diritto soggettivo automatico alla promozione tramite scorrimento, poiché la decisione di utilizzare la graduatoria dipende da una scelta discrezionale dell’amministrazione. Il dipendente ha un interesse, tutelato dalla legge, a che questa scelta sia compiuta in modo corretto e legittimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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