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Giurisdizione revoca amministratore: la parola al civile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4413/2024, ha stabilito che la controversia sulla revoca di un amministratore di una società ‘in house’ a totale partecipazione pubblica rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. L’ente pubblico, in questi casi, non agisce con poteri autoritativi (iure imperii), ma come socio (uti socius), esercitando facoltà previste dal diritto societario. La decisione di revoca è un atto ‘a valle’ della scelta di operare tramite uno strumento privatistico, e pertanto è soggetta alle norme del codice civile. La corretta giurisdizione per la revoca di un amministratore è quindi quella civile.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Revoca Amministratore: la Cassazione conferma la competenza del Giudice Ordinario

La questione della giurisdizione sulla revoca di un amministratore di una società a partecipazione pubblica è un tema ricorrente e di cruciale importanza, che si pone al confine tra diritto pubblico e diritto privato. Con l’ordinanza in esame, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione tornano a pronunciarsi sull’argomento, ribadendo un principio consolidato: quando un ente pubblico revoca l’amministratore di una società da esso partecipata, agisce come un qualsiasi socio privato e, di conseguenza, la controversia che ne scaturisce appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario.

I Fatti del Caso: Revoca dell’Amministratore e Conflitto di Giurisdizione

Il caso ha origine dall’impugnazione, da parte di un amministratore unico, del provvedimento con cui il Sindaco di un Comune lo aveva revocato dal suo incarico presso una società di servizi comunali, una S.r.l. interamente controllata dall’ente locale (cd. società in house). L’amministratore sosteneva che la revoca fosse un atto di natura autoritativa, espressione di un potere pubblico (iure imperii), e che quindi la competenza a giudicare dovesse essere del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

Sia il TAR che, in secondo grado, il Consiglio di Stato avevano però declinato la propria giurisdizione in favore di quella del giudice ordinario. Secondo i giudici amministrativi, l’atto di revoca, pur provenendo da un’autorità pubblica, si inserisce in un rapporto di natura privatistica e societaria. L’amministratore, non rassegnato, ha quindi proposto ricorso per cassazione, portando la questione dinanzi alle Sezioni Unite.

La Decisione della Corte sulla Giurisdizione per la Revoca dell’Amministratore

Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in via definitiva la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che la scelta iniziale di un ente pubblico di costituire o partecipare a una società per la gestione di servizi è sì un atto di natura pubblicistica. Tuttavia, tutti gli atti successivi, compiuti dall’ente in qualità di socio, rientrano nell’ambito del diritto privato.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Corte si fonda su argomentazioni solide e coerenti con un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato.

La Natura dell’Atto di Revoca: Potere Privato, non Pubblico

Il punto centrale della motivazione è la qualificazione dell’atto di revoca. Secondo la Cassazione, l’ente pubblico, nel nominare o revocare un amministratore, non esercita un potere autoritativo a sé stante, ma si surroga all’assemblea dei soci, utilizzando gli strumenti previsti dal codice civile e dallo statuto societario. Si tratta di un’attività posta ‘a valle’ della scelta pubblicistica iniziale di avvalersi del modello societario. L’ente agisce uti socius (come socio) e non iure imperii (come autorità).

Il Principio “Uti Socius” e le Società Pubbliche

La Corte ribadisce che una società non perde la sua natura di soggetto di diritto privato solo perché il suo capitale è detenuto, in tutto o in parte, da un ente pubblico. Il rapporto tra l’ente e la società è di autonomia. L’ente può influenzare la gestione della società solo attraverso gli strumenti tipici del diritto societario, come il voto in assemblea o, come in questo caso, l’esercizio di poteri speciali di nomina e revoca previsti dallo statuto, riconducibili all’art. 2449 c.c. e alle norme analoghe per le S.r.l.

Irrilevanza della Forma Societaria (S.r.l. vs S.p.A.)

L’ex amministratore aveva tentato di sostenere che i principi affermati per le società per azioni (S.p.A.) non potessero valere per le società a responsabilità limitata (S.r.l.). La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che la natura privatistica dell’atto di revoca non dipende dalla forma societaria specifica, ma dal fatto che l’ente agisce all’interno della logica e delle regole del diritto societario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza delle Sezioni Unite ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, fornisce certezza giuridica, confermando che gli amministratori di società pubbliche che ritengano illegittima la loro revoca devono rivolgersi al tribunale civile e non al TAR. In secondo luogo, rafforza il principio secondo cui le società a partecipazione pubblica sono e restano soggetti di diritto privato, soggette alle norme del codice civile, salvo deroghe espresse. Questo implica che la gestione di tali società deve seguire logiche di efficienza e responsabilità tipiche del mondo imprenditoriale, e che i rapporti tra l’ente socio e gli organi sociali sono regolati da dinamiche paritetiche e non da un rapporto di supremazia.

A quale giudice spetta decidere sulla legittimità della revoca dell’amministratore di una società a partecipazione pubblica?
Spetta al giudice ordinario (il tribunale civile). La Corte di Cassazione ha stabilito che l’atto di revoca rientra nell’ambito del diritto societario privato, anche se compiuto da un ente pubblico.

L’ente pubblico agisce con poteri autoritativi quando revoca un amministratore di una sua società?
No. Secondo la sentenza, l’ente pubblico non esercita un potere autoritativo (iure imperii), ma agisce come un socio (uti socius), utilizzando gli strumenti che il diritto privato e lo statuto della società gli mettono a disposizione.

La disciplina sulla giurisdizione cambia se la società partecipata è una S.r.l. invece che una S.p.A.?
No, la disciplina non cambia. La Corte ha chiarito che i principi sulla giurisdizione ordinaria si applicano indipendentemente dalla forma societaria, poiché ciò che rileva è la natura privatistica del rapporto tra socio ed amministratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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