LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione ordinaria e transazioni con la P.A.

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo. Il caso riguardava una controversia economica nata da una convenzione per un parco eolico e un successivo accordo transattivo tra un Comune e una società energetica. La Corte ha stabilito la giurisdizione ordinaria, poiché la lite verteva su diritti soggettivi di natura patrimoniale, sorti ‘a valle’ dell’esercizio del potere pubblico, e ha dichiarato nulla la clausola di arbitrato irrituale prevista nella transazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Ordinaria: La Cassazione fa Chiarezza sulle Transazioni tra P.A. e Privati

L’ordinanza n. 4242/2024 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale: la determinazione della giurisdizione ordinaria nelle controversie economiche che seguono accordi tra Pubblica Amministrazione e soggetti privati. La decisione chiarisce che quando la disputa riguarda obbligazioni puramente patrimoniali, nate da un accordo transattivo, la competenza spetta al giudice civile, anche se l’origine del rapporto risiede in una convenzione di natura amministrativa.

I Fatti del Caso: Dalla Convenzione per un Parco Eolico al Conflitto Giudiziario

La vicenda ha origine da una convenzione stipulata nel 2007 tra un Comune e una società energetica per la realizzazione di un grande parco eolico. A seguito di disaccordi, le parti nel 2011 avevano raggiunto un accordo transattivo per risolvere le questioni pendenti.

Successivamente, il Comune, lamentando il mancato pagamento di somme previste dalla transazione, otteneva un decreto ingiuntivo. La società si opponeva, contestando la validità sia della convenzione originaria sia dell’accordo transattivo. Ne è scaturito un complesso iter giudiziario: il Tribunale ordinario si dichiarava privo di giurisdizione a favore del Giudice Amministrativo (T.A.R.), ma quest’ultimo, a sua volta, declinava la propria competenza, sollevando un conflitto negativo di giurisdizione davanti alla Corte di Cassazione.

La Questione della Giurisdizione Ordinaria nelle Controversie Patrimoniali

Il cuore della questione era stabilire a quale giudice spettasse la decisione. Le Sezioni Unite hanno risolto il dubbio affermando con forza la competenza del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che il riparto di giurisdizione si basa sul petitum sostanziale, ossia sulla natura della posizione giuridica fatta valere in giudizio.

Nel caso di specie, le domande di entrambe le parti (pagamento di somme, risarcimento danni, nullità o risoluzione dei contratti) riguardavano posizioni di diritto soggettivo di natura puramente patrimoniale. Tali pretese si collocavano “a valle” rispetto alla fase in cui la Pubblica Amministrazione aveva esercitato i suoi poteri autoritativi, ovvero la fase di stipula dell’accordo originario.

L’impatto della Transazione Novativa

Un elemento chiave della decisione è stato il riconoscimento della natura “novativa” della transazione del 2011. Tale accordo aveva creato un nuovo regolamento di interessi tra le parti, di matrice puramente civilistica, sostituendo di fatto il rapporto precedente. Di conseguenza, la controversia non riguardava più l’esercizio di un potere pubblico, ma l’adempimento di obbligazioni contrattuali sorte dal nuovo accordo.

La Nullità della Clausola di Arbitrato Irrituale

La Corte ha inoltre analizzato la clausola, contenuta nella transazione, che prevedeva una “preventiva amichevole composizione”. Questa è stata interpretata come una clausola di arbitrato irrituale. Le Sezioni Unite hanno ribadito un principio consolidato: alla Pubblica Amministrazione è preclusa la possibilità di ricorrere all’arbitrato irrituale. Questo strumento, infatti, affidando la risoluzione della lite a soggetti privati senza le garanzie procedurali, di trasparenza e pubblicità proprie del giudizio ordinario o dell’arbitrato rituale, non è compatibile con l’azione amministrativa. Pertanto, la clausola è stata dichiarata nulla e inidonea a sottrarre la controversia alla giurisdizione ordinaria.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione sulla base di principi consolidati. In primo luogo, ha sottolineato che per determinare la giurisdizione occorre guardare alla natura della pretesa avanzata. In questo caso, le parti non contestavano la legittimità di un provvedimento amministrativo, ma si scontravano sull’esecuzione di obblighi patrimoniali derivanti da un contratto. La controversia, quindi, si svolgeva interamente su un piano paritetico tra le parti, tipico dei rapporti di diritto privato.

In secondo luogo, la Corte ha specificato che la transazione del 2011 aveva sostituito integralmente il rapporto precedente, operando una novazione. Le pretese economiche si fondavano su questo nuovo accordo civilistico, non più sulla convenzione amministrativa originaria. Di conseguenza, veniva meno il presupposto per la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Infine, la dichiarazione di nullità della clausola di arbitrato irrituale ha eliminato ogni ostacolo alla cognizione del giudice ordinario, confermandolo come l’unico foro competente per la risoluzione della lite.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, le Sezioni Unite hanno enunciato importanti principi di diritto. Primo, nelle liti che riguardano questioni meramente patrimoniali “a valle” della conclusione di un accordo con la P.A., la giurisdizione spetta al giudice ordinario. Secondo, una transazione novativa che regola l’intero rapporto tra privato e P.A. radica la giurisdizione presso il giudice ordinario per le controversie successive. Terzo, è confermata la nullità delle clausole di arbitrato irrituale nei contratti stipulati dalla Pubblica Amministrazione. La decisione, quindi, non solo risolve il caso specifico ma fornisce una guida chiara per distinguere le competenze giudiziarie, garantendo certezza del diritto nei rapporti tra cittadini, imprese e amministrazione pubblica.

A quale giudice spetta decidere le controversie economiche derivanti da un accordo transattivo tra una Pubblica Amministrazione e un privato?
Spetta al giudice ordinario, perché la controversia riguarda diritti soggettivi di natura patrimoniale e si colloca in una fase successiva all’esercizio del potere pubblico, su un piano paritetico tra le parti.

Una clausola che prevede una “composizione amichevole” (arbitrato irrituale) in un contratto con la P.A. è valida?
No, secondo la Corte di Cassazione tale clausola è nulla. La Pubblica Amministrazione non può avvalersi dello strumento dell’arbitrato irrituale perché non offre adeguate garanzie di trasparenza e pubblicità.

Cosa accade quando sia il giudice ordinario che quello amministrativo si dichiarano incompetenti sulla stessa causa?
Si verifica un ‘conflitto negativo di giurisdizione’. In questo caso, la questione viene rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che decidono in modo vincolante quale giudice abbia la competenza per trattare il caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati