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Giurisdizione manleva: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha stabilito che la domanda di manleva avanzata da un gestore del servizio idrico nei confronti dell’ente regionale concedente rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. Il caso riguardava una richiesta di indennizzo per danni causati dalla fornitura di acqua non potabile. La Corte ha inoltre ribadito che la “clausola di contenimento”, con cui una parte limita il valore della causa, vincola il giudice a non emettere condanne superiori a tale limite, pena la nullità della sentenza per “ultra petita”. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Manleva: la Cassazione fissa i paletti tra Gestore Idrico e Ente Pubblico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta due temi cruciali nel contenzioso civile: la giurisdizione sulla domanda di manleva tra un gestore di servizi e l’ente pubblico concedente, e i limiti imposti al giudice dalla cosiddetta “clausola di contenimento”. La decisione chiarisce che spetta al giudice ordinario valutare la richiesta di indennizzo del gestore idrico nei confronti della Regione, quando l’azione principale è un risarcimento danni promosso dagli utenti per la fornitura di acqua non potabile.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’azione legale intentata da alcuni consumatori contro la società che gestisce il servizio idrico nel loro territorio. I cittadini lamentavano la fornitura di acqua non potabile e chiedevano il risarcimento dei danni e la restituzione del 50% dei canoni pagati. Il Giudice di Pace accoglieva le loro richieste.

La società di gestione, a sua volta, aveva chiamato in causa l’Ente Regionale, chiedendo di essere tenuta indenne (in gergo tecnico, “manlevata”) da ogni conseguenza negativa, sostenendo che la responsabilità della mancata potabilizzazione dell’acqua fosse da attribuire all’ente stesso. Il giudice di primo grado, tuttavia, rigettava la domanda di manleva.

In appello, il Tribunale dichiarava inammissibile il ricorso della società. Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

L’Analisi della Corte e la Giurisdizione sulla Manleva

La Suprema Corte ha accolto i primi due motivi di ricorso, ritenendo assorbito il terzo, e ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa al Tribunale per un nuovo esame. Vediamo i punti salienti della decisione.

La Violazione del Principio “Ultra Petita”

Con il primo motivo, la società lamentava che la condanna alla riduzione futura delle bollette, fino al ripristino della potabilità dell’acqua, eccedesse i limiti della domanda originaria. Gli attori, infatti, avevano inserito nel loro atto una “clausola di contenimento”, limitando espressamente il valore della causa per poterla incardinare davanti al Giudice di Pace. La Cassazione ha ritenuto fondato questo motivo, ribadendo un principio consolidato: la clausola di contenimento vincola il giudice, che non può emettere una pronuncia di valore superiore o indeterminato. Farlo costituisce una violazione del principio del “chiesto-pronunciato” (art. 112 c.p.c.) e rende la sentenza nulla per la parte che eccede la richiesta.

La Questione Cruciale della Giurisdizione sulla Manleva

Il secondo motivo, anch’esso accolto, è il cuore della pronuncia. Il Tribunale aveva erroneamente ritenuto che la controversia tra la società e l’Ente Regionale fosse di competenza del giudice amministrativo. La Cassazione, richiamando precedenti delle Sezioni Unite, ha chiarito che la giurisdizione sulla domanda di manleva segue quella della causa principale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la domanda di manleva del gestore del servizio idrico contro l’ente concedente configura una “garanzia impropria”. Questa garanzia è il riflesso diretto della domanda principale di risarcimento avanzata dagli utenti. Poiché la causa principale ha natura contrattuale e civilistica (inadempimento nella fornitura di un servizio), anche la causa accessoria di manleva deve essere decisa dal giudice ordinario.

Secondo la Corte, il rapporto in esame non riguarda profili di diritto amministrativo (come l’affidamento di un pubblico servizio), ma questioni puramente privatistiche e contrattuali legate alla responsabilità per il danno causato a terzi (gli utenti). L’Ente Regionale, in questo contesto, è visto come un terzo il cui comportamento (la gestione della fase di adduzione e potabilizzazione) ha causato l’inadempimento contrattuale del gestore. Pertanto, la controversia deve essere risolta secondo le regole del diritto civile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza fornisce due importanti indicazioni operative:

1. Chiarezza sulla Giurisdizione: Le società che gestiscono pubblici servizi possono citare in manleva gli enti concedenti davanti al giudice ordinario, qualora la richiesta di indennizzo sia collegata a un’azione di responsabilità contrattuale promossa dagli utenti. Questo semplifica il quadro processuale, evitando scissioni di giurisdizione.
2. Valore della Clausola di Contenimento: Viene rafforzata la funzione della clausola di contenimento come strumento per radicare la competenza e, al contempo, come limite invalicabile per la decisione del giudice, garantendo certezza alle parti riguardo all’entità massima della potenziale condanna.

A quale giudice spetta decidere sulla domanda di manleva presentata da un gestore del servizio idrico contro l’ente pubblico concedente?
Secondo la Corte di Cassazione, la cognizione sulla domanda di manleva spetta alla giurisdizione del giudice ordinario, poiché la richiesta di garanzia è un riflesso della domanda principale risarcitoria, che ha natura civilistica.

Qual è l’effetto di una “clausola di contenimento” in un atto giudiziario?
La “clausola di contenimento”, con cui l’attore limita la domanda entro il valore di competenza di un giudice, ha il duplice effetto di radicare la competenza presso quel giudice e di vincolare la sua decisione a non superare tale importo, pena la nullità della pronuncia per la parte eccedente.

Il rapporto tra gestore del servizio idrico e Regione per problemi di potabilizzazione dell’acqua è di natura amministrativa o civilistica ai fini della manleva?
Ai fini della richiesta di manleva per inadempimento contrattuale verso gli utenti, la Corte ha stabilito che vengono in evidenza profili privatistici e contrattuali (legati al fatto del terzo) e non rapporti amministrativi, radicando così la controversia nella giurisdizione ordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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