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Giurisdizione magistrati onorari: decide il T.A.R.

Una ex magistrata onoraria ha chiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato, con parità di trattamento economico rispetto ai magistrati di carriera. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16839/2024, ha stabilito che la competenza in materia di giurisdizione magistrati onorari, quando le richieste mirano all’assimilazione con i magistrati togati, spetta in via esclusiva al giudice amministrativo e non a quello ordinario.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Magistrati Onorari: la Cassazione fa chiarezza

La questione della giurisdizione magistrati onorari è da tempo al centro di un acceso dibattito legale. Con la recente ordinanza n. 16839 del 19 giugno 2024, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno fornito un chiarimento fondamentale: le controversie promosse da magistrati onorari che mirano al riconoscimento di un rapporto di lavoro assimilabile a quello dei magistrati di carriera rientrano nella competenza del giudice amministrativo. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale e definisce con precisione i confini tra giurisdizione ordinaria e amministrativa in questa delicata materia.

I fatti di causa

Una ex magistrata onoraria, che aveva prestato servizio per diciotto anni, da ultimo come giudice di pace, si era rivolta al Tribunale ordinario. Le sue richieste erano articolate e miravano a un riconoscimento completo del suo rapporto lavorativo con l’Amministrazione della giustizia. In particolare, la ricorrente chiedeva:
1. L’accertamento del suo diritto a un trattamento economico equivalente a quello dei magistrati ordinari.
2. Il riconoscimento dell’illegittimità nella reiterazione dei contratti a termine e il conseguente risarcimento del danno.
3. La ricostruzione della sua posizione previdenziale e assicurativa, con condanna dell’Amministrazione ai relativi adempimenti.

Nel corso del giudizio, l’INPS aveva sollevato un’eccezione, sostenendo che la causa non dovesse essere trattata dal giudice ordinario, bensì da quello amministrativo. A seguito di questa eccezione, la ricorrente stessa ha proposto un regolamento preventivo di giurisdizione per far dirimere la questione alla Corte di Cassazione.

La questione sulla giurisdizione magistrati onorari

Il cuore della controversia risiedeva nel determinare quale giudice avesse il potere di decidere sulle domande della ex magistrata. La ricorrente sosteneva la competenza del giudice ordinario, in quanto le sue richieste vertevano sul riconoscimento del suo status di ‘lavoratrice’ e sui diritti patrimoniali conseguenti, non sull’assimilazione allo status giuridico del magistrato di carriera.

L’Amministrazione e il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, invece, propendevano per la giurisdizione del giudice amministrativo. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire la natura effettiva della controversia per individuare il giudice competente.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite hanno risolto la questione applicando il principio del petitum sostanziale. Secondo questo criterio, per determinare la giurisdizione non si deve guardare alla formulazione letterale della domanda (petitum formale), ma all’effettiva natura della posizione giuridica fatta valere e al tipo di provvedimento richiesto per tutelarla.

Nel caso di specie, sebbene la ricorrente avesse inquadrato le sue domande come una richiesta di riconoscimento dello status di ‘lavoratrice’, la Corte ha osservato che, nella sostanza, esse miravano a ottenere un trattamento del tutto analogo a quello dei magistrati ordinari (o togati). La richiesta di parità economica, la contestazione dei contratti a termine in un’ottica di stabilizzazione e la regolarizzazione previdenziale erano tutte pretese che presupponevano un’assimilazione del rapporto di lavoro della magistrata onoraria a quello, di natura pubblicistica, dei magistrati di carriera.

La Corte ha quindi richiamato la propria giurisprudenza consolidata (tra cui le sentenze n. 27198/2017 e n. 21986/2021), secondo cui i rapporti di lavoro dei magistrati togati rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Poiché le domande della ricorrente tendevano proprio a equiparare la sua posizione a quella di un magistrato togato, la controversia doveva necessariamente essere devoluta alla cognizione dello stesso giudice.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato la giurisdizione del giudice amministrativo, rimettendo le parti dinanzi ad esso per la prosecuzione del giudizio. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: quando un magistrato onorario avanza pretese che, al di là del nome, mirano a un’equiparazione sostanziale con i magistrati di carriera, la controversia esula dalla competenza del giudice del lavoro (ordinario) per rientrare in quella del giudice amministrativo. La pronuncia offre quindi un importante punto di riferimento per tutte le future controversie in tema di giurisdizione magistrati onorari, tracciando una linea netta basata sulla natura effettiva delle richieste avanzate.

Quale giudice è competente a decidere sulle richieste di un magistrato onorario che chiede un trattamento economico e previdenziale uguale a quello di un magistrato di carriera?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza spetta al giudice amministrativo in via esclusiva, poiché tali richieste mirano a un’assimilazione del rapporto di lavoro a quello dei magistrati togati, che rientra nella giurisdizione amministrativa.

Su quale principio si basa la Corte di Cassazione per determinare la giurisdizione in questi casi?
La Corte si basa sul principio del ‘petitum sostanziale’, analizzando la vera natura della richiesta e il bene della vita che la parte intende conseguire, anziché fermarsi alla qualificazione formale data dalla parte stessa alla propria domanda.

Perché la richiesta di essere riconosciuta come ‘lavoratrice’ non è sufficiente a radicare la competenza del giudice ordinario?
Perché, secondo la Corte, nonostante il nomen iuris utilizzato, le domande concrete (parità di retribuzione, ricostruzione di carriera, etc.) rivelano l’intento di equiparare il proprio rapporto a quello di pubblico impiego dei magistrati ordinari, materia devoluta per legge alla giurisdizione del giudice amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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