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Giurisdizione lavoro NATO: la parola al giudice locale

Una lavoratrice civile di un contingente italiano NATO in Bosnia ha citato in giudizio il Ministero della Difesa in Italia per differenze retributive. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la carenza di giurisdizione del giudice italiano. Secondo la Corte, per le controversie di lavoro del personale locale assunto da forze NATO all’estero, la competenza spetta ai tribunali dello Stato in cui si svolge l’attività lavorativa (in questo caso, la Bosnia Erzegovina), in applicazione della Convenzione di Londra del 1951.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Controversie Lavoro NATO: La Cassazione Conferma la Competenza dello Stato Ospitante

La questione della giurisdizione nelle controversie di lavoro NATO che coinvolgono personale civile locale impiegato da contingenti militari all’estero è un tema complesso, al crocevia tra diritto del lavoro, diritto internazionale e procedura civile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la competenza a decidere su queste cause non spetta al giudice italiano, bensì a quello dello Stato in cui il lavoro è stato svolto. Analizziamo questa importante decisione per capire le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: Una Controversia Transnazionale

Una cittadina bosniaca, impiegata dal 1998 al 2010 alle dipendenze del Comando del Contingente Nazionale Carabinieri in Bosnia Herzegovina, ha avviato una causa legale in Italia. La lavoratrice ha citato in giudizio il Ministero della Difesa italiano davanti al Tribunale di Roma, chiedendo il pagamento di differenze retributive. La sua richiesta si basava sull’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) previsto per il personale civile a statuto locale dei comandi NATO in Italia, oltre al TFR e ai relativi contributi previdenziali e assistenziali.

Sia il Tribunale di Roma in primo grado, sia la Corte d’Appello successivamente, hanno dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice italiano, sostenendo che la competenza spettasse ai tribunali della Bosnia Herzegovina. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione per contestare tale decisione.

La Decisione e la Giurisdizione nelle Controversie Lavoro NATO

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso della lavoratrice, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio. La Suprema Corte ha stabilito in modo definitivo che la giurisdizione per la controversia in questione appartiene ai giudici della Bosnia Herzegovina e non a quelli italiani. Questa decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale e sull’interpretazione delle convenzioni internazionali che regolano lo statuto delle forze NATO all’estero.

Le Motivazioni della Sentenza

Il fulcro della motivazione della Corte risiede nell’applicazione della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951, relativa allo statuto delle Forze Armate dei Paesi membri della NATO. In particolare, l’articolo 9, paragrafo 4, di tale convenzione è stato ritenuto decisivo. Questa norma stabilisce che le condizioni di lavoro, inclusi i salari e la protezione dei lavoratori civili locali (il cosiddetto “personale a statuto locale”), sono regolate in conformità alla legislazione dello Stato ricevente, ovvero lo Stato che ospita il contingente militare.

Di conseguenza, la domanda relativa a un rapporto di lavoro proposta da un cittadino dello Stato di soggiorno, residente in loco e assunto per soddisfare le esigenze locali della forza straniera, rientra nella giurisdizione del giudice dello Stato di soggiorno stesso. La Corte ha sottolineato che questo principio si applica pienamente al caso in esame, poiché la Bosnia Erzegovina ha ratificato nel 2008 un accordo che estende l’applicazione della Convenzione di Londra ai Paesi partecipanti al Partenariato per la pace. La piena conformità della decisione impugnata a questi principi ha portato al rigetto del motivo di ricorso e alla conferma della giurisdizione bosniaca.

La Corte ha inoltre precisato che la questione della legge applicabile al rapporto di lavoro è distinta e successiva rispetto a quella della giurisdizione. Una volta stabilito che il giudice competente è quello straniero, spetterà a quest’ultimo individuare le norme, nazionali o internazionali, da applicare al merito della controversia.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia della Cassazione consolida un principio chiave per tutti i lavoratori civili locali impiegati presso basi o contingenti NATO all’estero. Chi intende avviare una causa relativa al proprio rapporto di lavoro deve rivolgersi ai tribunali del Paese in cui presta servizio, e non a quelli del Paese di invio della forza militare. Questo chiarisce che il foro competente è determinato dal luogo di esecuzione della prestazione lavorativa, in linea con le convenzioni internazionali che mirano a integrare le forze militari nel tessuto normativo e giurisdizionale dello Stato ospitante per le questioni relative alla manodopera locale.

Chi è il giudice competente per le controversie di lavoro del personale civile locale impiegato da una forza militare NATO all’estero?
Secondo la Corte di Cassazione, la giurisdizione spetta al giudice dello Stato ricevente, ovvero il Paese in cui si svolge l’attività lavorativa, e non al giudice dello Stato di provenienza della forza militare.

Quale norma internazionale è stata decisiva per stabilire la giurisdizione nel caso in esame?
La norma decisiva è l’articolo 9, paragrafo 4, della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951, la quale prevede che le condizioni di impiego del personale civile locale siano regolate in conformità alla legislazione dello Stato ospitante.

La successiva adesione della Bosnia Erzegovina alle convenzioni NATO ha influito sulla decisione?
Sì, la Corte ha ritenuto che la ratifica da parte della Bosnia Erzegovina, avvenuta nel 2008, di un accordo che estende l’applicazione della Convenzione di Londra, sia un elemento che conferma la giurisdizione dei suoi tribunali sulle domande proposte dalla lavoratrice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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